
AVVISATE SALVINI: ILARIA SALIS È STATA SALVATA DA UN LEGHISTA! - ALDO PATRICIELLO, EURODEPUTATO DEL CARROCCIO CON UN PASSATO IN FORZA ITALIA, ERA ASSENTE PER "MOTIVI DI SALUTE" DURANTE LO SCRUTINIO ALL'EUROPARLAMENTO SULLA REVOCA DELL'IMMUNITA' DELLA "CACCIATRICE DI NAZISTI" - LA SALIS E' STATA SALVATA PER UN VOTO (306 A 305), LA PRESENZA DI PATRICIELLO AVREBBE CAMBIATO LE COSE - IL LEGHISTA MOLISANO E' RIMASTO A CASA PER "MOTIVI DI SALUTE" (MA IL GIORNO PRIMA STAVA INAUGURANDO UNA SEDE DELLA LEGA A TEANO) - LE ACCUSE INCROCIATE TRA TAJANI E SALVINI. IL LEADER DEL CARROCCIO ACCUSA FORZA ITALIA DI AVER VOTATO PER SALVARE LA SALIS, LA RISPOSTA PICCATA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI...
Estratto dell'articolo di Francesco Malfetano e Marco Bresolin per "la Stampa"
All'ora di pranzo, i veleni all'interno del centrodestra italiano cominciano a trasudare dalle pareti di Strasburgo. Quando diventa chiaro che l'Europarlamento ha accordato a Ilaria Salis l'immunità, tra gli eletti di Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega va in scena il balletto delle accuse incrociate.
Se è vero che con ogni probabilità il segreto dell'urna nasconde una dinamica che va ben oltre i confini nostrani, il riverbero italiano è forte al punto da potersi dire inedito.
Ognuno dei partiti di maggioranza difende la propria purezza e agita lo spettro di defezioni tra le linee alleate. I leghisti puntano apertamente il dito verso il Partito popolare europeo.
Il vicepremier azzurro e popolare Antonio Tajani li rintuzza, accusando l'omologo Matteo Salvini di "calunnie". Fratelli d'Italia si dice "offesa" anche solo per l'aver messo in dubbio il voto compatto dei suoi 24 europarlamentari e rigetta ogni ipotesi di accordo immaginato dai commentatori come chiave di volta per evitare di mettere in difficoltà Giorgia Meloni spedendo un'italiana nelle carceri di Viktor Orbàn.
ilaria salis dopo il voto del parlamento europeo sulla sua immunità
A testimoniarne la durezza, del resto, ci sarebbe anche un episodio inedito che risale a due settimane fa. Durante la seduta a porte chiuse della Commissione Juri che ha poi spianato la strada per la conferma dell'immunità di Salis, il meloniano Mario Mantovani è balzato in piedi mostrando a tutti i presenti le foto del neonazista picchiato in Ungheria, prendendone le difese e guadagnandosi i rimproveri della presidenza per un atteggiamento non istituzionale.
In tutta evidenza, però, ieri le incomprensioni hanno preso il sopravvento. Tant'è che FdI e FI hanno fatto circolare informalmente e con malizia la notizia dell'assenza di Aldo Patriciello, eurodeputato leghista (con un passato in Forza Italia): visto il risultato, la sua presenza avrebbe consentito al voto di prendere un'altra piega.
Salis, infatti, ha potuto evitare di finire a processo per una sola preferenza. Difficile però considerare quella di Patriciello come un'assenza "tattica", visto che il molisano non è considerato un recordman di presenze e secondo fonti leghiste ieri non ha potuto raggiungere Strasburgo per motivi di salute.
Le accuse e i veleni si scontrano poi col fatto che non esiste un registro di chi ha partecipato alla votazione e dunque anche chi era in Aula potrebbe non aver inserito la scheda. Tutto sembra dunque possibile. Specie in una giornata in cui il centrodestra italiano si è spaccato di nuovo sui candidati per le Regionali.
In realtà, gli indizi sui franchi tiratori – che resteranno tali e non potranno mai diventare prove – puntano tutti nel gruppo del Partito popolare europeo, ma lontano dalle delegazioni del centrodestra italiano.
ilaria salis e l immunita - meme
Più fonti raccontano che nella riunione di gruppo dell'altra sera, alcuni esponenti del Ppe avrebbero manifestato il loro disagio nei confronti della linea annunciata dal capogruppo Manfred Weber, che prevedeva di votare per la revoca dell'immunità. I malumori più forti sono emersi nella delegazione polacca – che considera Orban un nemico politico –, in quella ungherese –
che è all'opposizione del governo di Budapest e punta a prendere il potere alle elezioni del prossimo anno – e tra diversi membri baltici e scandinavi, estremamente critici nei confronti delle violazioni dello Stato di diritto in Ungheria. Formalmente, i capi-delegazione avevano confermato la volontà di rimanere allineati al gruppo, ma nel segreto dell'urna più di un parlamentare ha votato secondo coscienza.
I numeri parlano chiaro. Sulla carta, i gruppi di centrosinistra (liberali, socialisti, verdi e sinistra) potevano contare su 310 voti, ma anche da quel lato dell'emiciclo c'erano parecchi assenti: una trentina in totale. Questo vuol dire che quota 306 è stata raggiunta grazie al voto favorevole di circa 30 eurodeputati di centrodestra.
Non solo: nelle votazioni successive, i votanti sono stati 650, contro i 628 della relazione su Salis. Il che significa che più di venti eurodeputati erano presenti in Aula, ma hanno deliberatamente deciso di non votare, facendo scendere il quorum. [...]