ghedini berlusconi

AVVISO AI NAVIGATI: MESSO DA PARTE LETTA, IL NUOVO “REGISTA” DELLE MOSSE POLITICHE DEL CAV E’ NICCOLO’ GHEDINI - NELLE GRAZIE DI MARINA, "NOSFERATU" STA GUIDANDO L’OPERAZIONE DI RIENTRO DEI CENTRISTI - CON UNA COALIZIONE MODALITA' POPOLO DELLA LIBERTA', IL CENTRODESTRA RITORNA A PALAZZO CHIGI (LA PRIMA PROVA IL PROSSIMO VOTO SICILIANO)

Marco Cremonesi e Massimo Rebotti per “il Corriere della Sera”

 

Berlusconi e Ghedini Berlusconi e Ghedini

«Con la regia di Ghedini». Negli ultimi tempi non c'è operazione politica nel campo di Forza Italia - centristi che ritornano, ministri e sottosegretari che abbandonano Gentiloni e scelgono il centrodestra - che non sia descritta come frutto della «regia» dello storico avvocato di Silvio Berlusconi. Ma sarà poi vero che Niccolò Ghedini, 57 anni padovano, ha scalato il partito e si muove, ormai, come un coordinatore in pectore?

 

MARINA BERLUSCONI IN PROCURA A PALERMO CON GHEDINI MARINA BERLUSCONI IN PROCURA A PALERMO CON GHEDINI

Pochissimo presente in Senato - il vicepresidente leghista Roberto Calderoli dice che lo vedrà «al massimo un paio di volte all' anno» - tutto il suo lavoro è sempre stato al totale servizio di Silvio Berlusconi. L'attività parlamentare, in effetti, pare annoiarlo a morte: «Tra i banchi si fa solo fiction» ha confessato in un'intervista. Non bastasse essere considerato l'esecutore silenzioso dei progetti del Cavaliere, colui che «chiude l'affare» politico deciso dal capo, ora dicono sia entrato nella fiducia assoluta anche della figlia Marina.

 

GIANFRANCO ROTONDI GIANFRANCO ROTONDI

Il che lo renderebbe assai potente nel partito. Per dirla con Gianfranco Rotondi «in un'ottica vaticana, se Berlusconi è il papa laico, Ghedini è il segretario di Stato. E io sono monsignor Rotondi». L'ex ministro e fondatore di Rivoluzione cristiana ci aggiunge anche che «dopo la sarabanda di tradimenti che ha dovuto subire, Berlusconi credo abbia maturato una certa sfiducia nel ceto politico e quindi preferisce affidarsi agli amici di sempre. E Ghedini è un amico. Quando vado ad Arcore, lui c'è sempre. Perché tra le persone di fiducia è affidabile e serio».

francesca pascale marina berlusconifrancesca pascale marina berlusconi

 

L'attivismo dell'avvocato, però, è stato notato. È vero, in genere gli viene riconosciuto di essere «una persona poco interessata a posizioni di potere in proprio». Maurizio Gasparri racconta di averglielo anche chiesto, tempo fa: «Ma perché il coordinatore non lo fai tu? Il direttore ce l'abbiamo, manca un caporedattore. Ma lui nulla, si è schermito». Ed è difficile trovare qualcuno che non riconosca a Ghedini equilibrio e il pregio di non «smaniare» per un incarico.

 

Però, con il crescere dell'influenza le sue mosse sono osservate con attenzione anche preoccupata. Per cominciare, c'è il rientro dei centristi che fin qui hanno sostenuto il governo. Quelli che ora dovrebbero costruire, con pura «regia Ghedini», la cosiddetta «quarta gamba» del centrodestra. In teoria, la strategia potrebbe preludere a un Predellino 2. E pensare che fino a poco fa molti la chiamavano «bad company». Ora non più: perché nessuno si illude che i centristi correranno davvero da soli, con una loro sigla. Ci sono azzurri che parlano di «traditori premiati a cui bisognerà trovare un posto in lista.

Perché se non ci sarà il premio di coalizione, questi chi se li cucca?».

 

renato brunetta paolo romanirenato brunetta paolo romani

Uno schema insopportabile, per molti. Soprattutto se dovesse passare - anche come contrappeso a questo tipo di personalità non precisamente inedite - la dottrina «volti nuovi in lista» per cui si batte un'altra figura vicinissima al Cavaliere, Licia Ronzulli: uomo simbolo, il brillante direttore dell' autodromo di Monza Francesco Ferri, avvistato diverse volte in quel di Arcore.

 

C'è inoltre chi fa i conti delle ultime iniziative: «In Veneto, dove Ghedini ha da tempo pieni poteri, FI è ridotta al 3 per cento. In Sicilia non è riuscito a contrastare Micciché. E così, siamo alla quasi rottura con la Meloni e tutta la coalizione sta andando a carte quarantotto».

SALVINI MELONI TOTISALVINI MELONI TOTI

 

Accusa collaterale: l'eccesso di centrismo. Se consente a Berlusconi di ricordare a tutti la sua capacità di attrazione, rischia di regalare a Salvini una fin troppo comoda occasione di rottura con Forza Italia. Il bello è che anche un leghista doc come Calderoli riconosce a Ghedini «di essere sempre stato coerente con la storia del centrodestra. Non mi pare che sia mai stato attratto da Renzi e compagnia cantante».

 

L'«implosione» del partito potrebbe far apparire il peso di Ghedini maggiore di quello che è. Qualcuno enumera: «I capigruppo Romani e Brunetta neanche si parlano, Tajani è scomparso in Europa, la segreteria non esiste più, la Gelmini è schiacciata da Brunetta. Nessuno esce da sotto il pelo dell' acqua, forse soltanto Mara Carfagna che interpreta la rappresentante del Sud ostile all' asse Toti-Salvini». E così, l' avvocato silenzioso pare contare sempre di più. Anche se a lui non interessa.

CARFAGNACARFAGNA

 

 

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…