LO ZOMBIE DEL NAZARENO - IL BANANA HA CAPITO CHE È INUTILE FARE OPPOSIZIONE DURA E PURA: SALVINI AVRÀ COMUNQUE PIÙ CONSENSI DI LUI. TANTO VALE PROVARE A RESUSCITARE IL PATTO CON RENZI, CHE È IN DIFFICOLTÀ E POTREBBE FARE MOLTE PIÙ CONCESSIONI

Francesco Verderami per il "Corriere della Sera"

 

RENZI BERLUSCONIRENZI BERLUSCONI

Forse senza convinzione, sicuramente senza passione. Ma viste le insistenze di Confalonieri e Letta, Berlusconi ha deciso di rifare un tentativo con Renzi. Il Nazareno è come l’araba fenice, è come certe storie che non finiscono.

 

Così, in nome e per conto del suo leader, l’azzurro Romani ha incontrato il collega Zanda, e attraverso il capogruppo democratico ha fatto sapere al premier come Berlusconi sia disponibile a rinnovare il patto che fece storia e scandalo. Senza più l’enfasi del passato, ovviamente, senza più gli incontri conviviali in cui i due finivano a parlar di calcio. Non è più tempo, per certi versi il tempo sembra già scaduto.

 

matteo renzi e berlusconi 0aa87941matteo renzi e berlusconi 0aa87941

Tuttavia l’offerta è giunta a palazzo Chigi: Forza Italia è pronta a dialogare (di nuovo) con la maggioranza e a dare un contributo sui provvedimenti più importanti. A condizione però che sulle riforme il leader del Pd cambi verso, che reintroduca il Senato elettivo e garantisca di modificare l’Italicum, assegnando (di nuovo) il premio alla coalizione e non più alla lista.

renzi berlusconirenzi berlusconi

 

Secondo Berlusconi è un atto di generosità, visto che «Renzi è odiato all’interno del suo partito, dove ho l’impressione che stiano lavorando per farlo cadere». Secondo Renzi è un atto di contrizione, visto che «Berlusconi si è reso conto di aver commesso un grave errore» staccandosi dal Nazareno. Entrambi raccontano un pezzo di verità, entrambi restano diffidenti, entrambi sono alle prese con problemi politici. Ma con situazioni assai diverse. Se è vero che il segretario dem è stato sconfitto alle amministrative, è altrettanto vero che il presidente degli azzurri non ha potuto intestarsi il risultato.

 

confalonieri berlusconi letta confalonieri berlusconi letta

La vittoria dei sindaci moderati ha segnato infatti un superamento della leadership berlusconiana. Non è un caso se il trionfo delle liste civiche ha coinciso con il declino di Forza Italia. In Sicilia, per esempio, il simbolo è stato presentato solo a Bronte, perché dappertutto veniva chiesto di rafforzare le formazioni locali. Come sono lontani gli anni ruggenti in cui i candidati facevano la fila ad Arcore per la fotografia con il leader, da usare poi nei manifesti elettorali. Ora accade il contrario, e Venezia è stato il caso più eclatante. Con garbo il neo eletto sindaco Brugnaro l’ha rivelato a Salvatore Merlo per il Foglio : «Sono debitore della generosità di Forza Italia, che si è fatta un po’ da parte».

MATTEO RENZI GIANNI LETTAMATTEO RENZI GIANNI LETTA

 

Non è solo un problema di marketing politico, il primo a saperlo è proprio Berlusconi, che usa il pretesto come alibi e si arrovella per cercare un nuovo nome. Nei giorni scorsi si era appassionato al logo «L’altra Italia», scartato quando dai sondaggi ha notato che dava «un’idea divisiva e non inclusiva». Andrà meglio con il prossimo nome, anche se ogni test somiglia alla tela di Penelope, da fare e disfare per prender tempo. Ma il tempo logora chi non ce l’ha. E infatti è il tempo che ruba le idee a Berlusconi, perché è lui che aveva pensato di rinnovare e rinnovarsi con le liste civiche.

 

paolo romani consiglio nazionale forza italia foto lapresse paolo romani consiglio nazionale forza italia foto lapresse

Il punto è che quelle liste oggi non gli appartengono. Per progetto, linea politica e obiettivi, Brugnaro è tutta un’altra storia rispetto a Berlusconi. Le Comunali sono da sempre il luogo della sperimentazione per l’area moderata. D’altronde ventidue anni fa — sulle macerie della Dc — il centrodestra anticipò la sua vittoria alle Politiche con la candidatura di Fini al Campidoglio. E quando sarà il momento a Roma anche Marchini, che sembra il «prescelto», chiederà di «innovare»: «I partiti — avvisa — dovranno fare un passo indietro».

 

SALVINI MAGLIETTA RUSPESALVINI MAGLIETTA RUSPE

C’è un motivo dunque se l’ex premier è vittima della sua stessa operazione: la scomposizione a cui mirava ha colpito infatti solo l’area un tempo dominata dal Pdl. Con i loro alti e bassi gli altri partiti restano invece strutturati, è Forza Italia che sprofonda nella voragine aperta dallo stesso Berlusconi. La prova sta nel sondaggio con cui ieri Ixe’ ha fatto scendere per la prima volta nella storia il suo partito sotto la soglia psicologica del 10%, a fronte di una Lega salita fino al 16%: il trend negativo testimonia quindi che il calo non era dovuto al patto con Renzi. Forse anche per questo, pur senza passione e nemmeno convinzione, Berlusconi ha bussato di nuovo al Nazareno. Senza dirlo a Salvini. 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…