big bechis bacchiddu rosato

BECCATEVI BECHIS! DELLA VALLE, DE LAURENTIIS E ABETE RIMPOLPANO I BILANCI DI BENIGNI & BRASCHI - I DIPENDENTI DEL PD NON VANNO IN FERIE E ROSATO S’INCAZZA - PAOLA BACCHIDDU ALLE PRESE CON UN RIMBORSO DELLA TASI - MATTEO RENZI FISCHIETTA L’INNO NAZIONALE… DI PANAMA!

Franco Bechis per “Libero quotidiano

 

ROSATO SI INFURIA

ettore rosatoettore rosato

Dipendenti dem in ferie forzate Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera dei deputati, ha un diavolo per capello con il piano ferie dei suoi dipendenti. Sembra che siano tutti stakanovisti, tanto da non prendere mai un giorno di permesso o di ferie. Nel solo ultimo anno il mancato godimento dei giorni di riposo è costato 166.607 euro in più all' accantonamento che già era piuttosto robusto. Strano, perché la Camera dei deputati è nota per generose chiusure dei battenti.

 

Più di un mese di sospensione dei lavori parlamentari di estate, e quasi tre settimane nell' occasione delle vacanze di Natale, oltre a Pasqua e alla sospensione in occasione di campagne elettorali che non mancano mai in Italia. Rosato però ha battuto i pugni sul tavolo e messo in ferie forzate i dipendenti: entro il 2017 dovranno smaltire tutti i permessi e le ferie accumulate. Serve recuperare qualcosa al bilancio, anche perché è nata una nuova grana nei gruppi.

 

ettore rosatoettore rosato

Con la disdetta dei contratti di affitto che la Camera aveva con l' immobiliarista Sergio Scarpellini in piazza San Silvestro, è stata chiusa anche la mensa a cui andavano a mangiare i dipendenti dei gruppi. Così Rosato come gli altri capigruppo ha dovuto mettere una pezza sostituendo la mensa pubblica con i buoni pasto distribuiti al personale: un costo imprevisto di 129.229 euro l' anno.

 

BENIGNI FA I CONTI E INCASSA 450MILA EURO

Roberto Benigni Nicoletta Braschi Roberto Benigni Nicoletta Braschi

Roberto Benigni e sua moglie Nicoletta Braschi per la seconda volta nel giro di pochi anni sono riusciti a risolvere qualche problemino che avevano con le loro partecipazioni azionarie non proprio brillantissime grazie all' intervento di Cinecittà Studios di Luigi Abete, Diego Della Valle e Aurelio de Laurentis.

 

Qualche tempo fa vendettero per 1,1 milioni di euro la partecipazione in una società controllata, la Spitfire. E sono diventati soci comuni di un' altra società, la Cinecittà Papigno di Terni, proprietaria degli studios dove Benigni aveva girato gran parte del suo Pinocchio.

 

Quei capannoni da lunghi anni sono quasi inutilizzabili, perché a un certo punto hanno iniziato a costruire gallerie e il raddoppio di una superstrada proprio lì di fianco. Come si fa a registrare con tutto quel rumore? La società è rimasta a lungo inattiva, causando ogni anno perdite.

diego della valle aurelio de laurentis  ignazio marino luigi abetediego della valle aurelio de laurentis ignazio marino luigi abete

 

Ora è stata fusa dentro la Cinecittà studios di Abete, Della Valle & c. Benigni e sua moglie sono divenuti attraverso la loro Melampo piccoli azionisti del gruppo molto più grande: hanno lo 0,39% e soprattutto possono dimenticarsi i problemi di prima. Sarà stato anche per questo cruccio finalmente passato, ma i Benigni quest' anno hanno pure deciso di tirare un pizzico la cinghia (si fa per dire). Il giro di affari della loro capogruppo è in effetti sceso da 3,5 a 2,4 milioni di euro.

 

andrea della valle aurelio de laurentis luigi abeteandrea della valle aurelio de laurentis luigi abete

Anche l' utile si è ristretto un po': da 1,2 a un milione circa di euro. Negli ultimi anni però la coppia ha pescato dal fieno accumulato in cascina negli anni d' oro, prelevando una volta 2,2 e una volta 1,7 milioni di dividendi extra. Il 9 maggio scorso invece la coppia ha deciso di risparmiare: ha approvato l' utile di 1.004.493 euro della Melampo, e ha messo in cascina 204.493 euro per i prossimi anni, dividendosi in due gli altri 800 mila euro: 400 mila a Benigni e altrettanti alla gentile consorte. Sul conto del comico però sono arrivati altri 54 mila euro: l' affitto pagato dalla società al proprietario dell' ufficio, che è appunto Roberto Benigni.

 

IL RIMBORSO TASI FA ARRABBIARE LA BACCHIDDU

PAOLA BACCHIDDUPAOLA BACCHIDDU

Vi ricordate Paola Bacchiddu? Era la portavoce della lista Tsipras alle scorse europee, che cercò di attirare l' attenzione dei media postando una sua celebre foto con in primo piano un superbo «lato B». L' iniziativa era ovviamente provocatoria, ma non la presero bene quei bacchettoni della lista, fra cui Barbara Spinelli.

 

Così la Bacchiddu fu fatta fuori e tornò a fare la giornalista precaria, ottenendo anche qualche buon contratto. Paola sui social è seguitissima, e talvolta racconta anche qualche caso personale. L' ultimo nella settimana prima dei ballottaggi. Suo papà aveva versato per generoso errore 1.700 euro più del dovuto per pagare la Tasi al comune di Milano nel 2014.

PAOLA BACCHIDDU PAOLA BACCHIDDU

 

Rifatti i conteggi, avrebbero dovuto ridargli indietro l' extra. Ma non è accaduto. Finalmente un appuntamento con l' ufficio rimborsi del comune. «Il funzionario», scrive Paola, «rassegnato e in evidente imbarazzo gli ha detto, allargando le braccia, che hanno un problema al computer e non sanno se e quando gli verrà restituita la somma». Conclusione della Bacchiddu: «È questa la meravigliosa giunta Pisapia che -oltre ad avere rincarato le tasse- riserva questo trattamento a chi è super onesto? Poi non lamentatevi se la gente ha la tentazione di votare Parisi»...

 

DAVANTI A RENZI LA BANDA SUONA L' INNO DI PANAMA

Dell' episodio stanno ridendo ancora oggi a Trieste, anche se ormai sono passate molte settimane. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è passato da quelle parti non per dare un salutino all' amica Debora Serracchiani, ma per una cerimonia ufficiale: quella della consegna di una nave Fincantieri al gruppo Carnival. Gran giro di strette di mano, felicitazioni per il buon affare, e cerimonia classica per il varo della nave. Tre bandiere sul pennone (fra cui quella Usa del compratore e quella italiana del venditore), e la banda pronta a suonare gli inni.

MATTEO RENZI E DEBORAH SERRACCHIANI jpegMATTEO RENZI E DEBORAH SERRACCHIANI jpeg

 

Parte piano, quasi impercettibile la musica per la bora che soffia contro e Renzi sull' attenti gonfia il petto: vuole fare sapere che lui è gran patriota e conosce a memoria le strofe di Fratelli di Italia. Esce qualche mozzicone di strofa, che subito gira il vento e la musica si sente meglio: non è quella che accompagna l' inno di Goffredo Mameli. Renzi si morde la lingua e guarda sempre sull' attenti, ma un po' stranito la bandiera che si issa più in alto: come l' inno, è di Panama. Non lo sapeva, ma tutte le navi Carnival battono bandiera panamense. Ed è finita così, immobilizzati sull' attenti a rendere omaggio al paese dello scandalo «Panama Papers»...

 

 

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