tasse

“CI VUOLE SUBITO LA FLAT TAX” - BELPIETRO INDICA LA VIA AL GOVERNO: “NEI PANNI DI CONTE, SALVINI E DI MAIO, QUALCHE COSA PER FAR RISALIRE IL PIL NOI LO FAREMMO IN FRETTA: FAR RIPARTIRE LE OPERE PUBBLICHE. E POI VOGLIAMO FARLA QUESTA RIVOLUZIONE FISCALE? BUTTARE GIÙ LE TASSE DAREBBE FIATO ALLE IMPRESE, COSÌ ALCUNI INDUSTRIALI NE SPRECHEREBBERO MENO PER CRITICARE OGNI GIORNO L'ESECUTIVO…”

maurizio belpietro con matteo salvini (3)

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

Politica e giornali hanno scoperto la crisi. Evocato da mesi, sia dall' opposizione che dai commentatori, il calo del Pil alla fine è arrivato. Uno 0,2 in meno nell' ultimo trimestre del 2018, che nel primo di quest' anno potrebbe essere anche peggiore. Il che naturalmente ha dato la stura alle più nere previsioni e soprattutto ha indotto alcuni del Pd a tirar su la testa, per rovesciare una valanga di accuse sull' attuale governo, quasi che il calo fosse tutta colpa dei pentastellati. Le cose in realtà sono un po' diverse e cercheremo di spiegarle.

 

Innanzitutto partiamo dalla recessione, che non è inventata ma ha molti più padri e madri di quelli che vorrebbero far credere opposizione e giornali. Già, se il Pil non sale non è perché a Palazzo Chigi ci sono Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma perché l'intera economia europea sta rallentando. Da tempo, sui giornali di mezzo mondo, si possono leggere opinioni preoccupate sulla frenata della locomotiva tedesca, che da parecchi mesi non corre più come prima.

 

FLAT TAX

È colpa del capo della Lega e di quello dei 5 stelle se Berlino non fattura più come prima? E che dire della situazione francese, dove a causa della crisi, da settimane c'è chi mette a ferro e fuoco la capitale? Anche a Parigi c' è la mano della diabolica coppia che ha conquistato Palazzo Chigi? Ovvio che no.

 

La crisi è più strutturale di quel che si creda e varca i confini dell' Europa. Certo, all'economia globale non ha fatto bene lo scontro fra l' America e la Cina. Quando Donald Trump ha imposto pesanti dazi per fermare l'export di Pechino ha fatto un favore alle aziende degli Stati Uniti, ma oltre a dare un calcio negli stinchi ai cinesi ne ha piazzato uno alle caviglie anche a noi europei. Se la Cina vende di meno produce di meno e dunque taglia le importazioni. Siccome la Germania con Pechino fa affari d'oro, è naturale che gli affari non vadano più a gonfie vele.

matteo salvini con il direttore maurizio belpietro

 

A fare il resto ci hanno pensato le botte che sempre gli americani hanno assestato al mercato automobilistico europeo, con le multe appioppate alle industrie che taroccavano i dati sull'inquinamento dei motori. Oltre alle sanzioni sono arrivati lo stop alle vendite e il richiamo delle vetture. Risultato: il fatturato è sceso, dunque il Pil, sia quello tedesco che il nostro, ha innestato la retromarcia.

 

Obietterà qualcuno: va bene, Matteo Salvini e Luigi Di Maio non sono i principali responsabili di ciò che sta accadendo, tuttavia se ne sono stati con le mani in mano per mesi ad aspettare che il Prodotto interno lordo calasse, discutendo di reddito di cittadinanza e quota 100 invece di darsi una mossa. Premesso che la strana coppia poteva fare di più, vorremmo però attirare l'attenzione su un paio di fattori che dimostrano che non è tutto nero quello che non brilla.

 

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

Tanto per cominciare, tutti quanti ricorderete che per mesi ci è stato raccontato che le aziende, a causa del decreto Dignità, stavano licenziando migliaia di giovanotti. La notizia non rispondeva al vero, prova ne sia che i dati appena diffusi (insieme a quelli del Pil) dimostrano che la disoccupazione è al minimo storico dall' inizio della crisi.

 

A dicembre, infatti, è scesa al 10,3 per cento, con un aumento dei lavoratori a termine di 257.000 unità e degli indipendenti di 34.000 unità, a fronte di un calo dei dipendenti a tempo indeterminato (meno 88.000). Risultato, tra novembre e dicembre ci sono stati 23.000 occupati in più. Notizie positive anche dal fronte del debito pubblico.

 

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 1

Ricorderete che nei mesi scorsi molti, all'opposizione e sui giornali, pronosticavano una fuga degli investitori, spaventati dalle ricette economiche pentastellate. Beh, non è successo. Qualche giorno fa il Tesoro ha piazzato tutti i Bot emessi lasciando a bocca asciutta tanti che li volevano comprare. Per di più, i 6,5 miliardi di titoli di Stato, a differenza di ciò che tutti immaginavano, sono stati collocati con un rendimento negativo, pari a 0,025%, segno evidente che c'era la fila per accaparrarseli.

 

Si dirà che questi sono investimenti a breve e dunque chi acquista sa di non rischiare molto. Vero. Ma ieri il Tesoro ha piazzato altri 5,25 miliardi di Btp e con tassi in discesa rispetto a dicembre (1,5 sui quinquennali e 2,6 sui decennali, a fronte di un' inflazione annuale stimata al 1,5 per cento). Insomma, l' Italia non è né sull' orlo del disastro né prossima alla bancarotta, come ci vorrebbero far credere.

 

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 14

Ciò detto, nei panni di Giuseppe Conte e del duplex Salvini-Di Maio, qualche cosa per far risalire il Pil noi lo faremmo in fretta, perché se non è tutto nero ciò che abbiamo davanti, non è neppure vero che la situazione risplenda. Dunque sarebbe il caso di smetterla di fare gli schizzinosi e di cominciare a rimboccarsi le maniche. Facendo ripartire le opere pubbliche.

 

Lo so che da quell' orecchio i 5 stelle non ci sentono, ma se la Tav e le altre infrastrutture non ottengono il via libera il Pil non sale. Quindi animo, ragazzi. E poi, già che ci siamo, caro Salvini, vogliamo farla questa rivoluzione fiscale? Buttare giù le tasse darebbe fiato alle imprese, così alcuni industriali ne sprecherebbero meno per criticare ogni giorno l' esecutivo. Nel programma di governo la flat tax c'è. Si tratta solo di passare dalle parole ai fatti. Coraggio: è arrivato il momento.

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...