matteo salvini mutande boxer

INCASSO E POI SCASSO - BELPIETRO: “SALVINI NON SI PREOCCUPA PIÙ DI IRRITARE DI MAIO E COMPAGNI. NÉ PARE AGITATO DALLE MINACCE DI UN GOVERNO TECNICO. SEMBRA DECISO A PORTARE A CASA PRIMA POSSIBILE I RISULTATI CHE PIACCIONO AI SUOI ELETTORI. C'È CHI DICE CHE ABBIA IN TESTA DI OTTENERE TUTTO E SUBITO PRIMA DEL 20 LUGLIO, ULTIMA DATA POSSIBILE PER VOTARE A SETTEMBRE. IL CHE VORREBBE DIRE...”

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

belpietro la verita

Il fantasma del governo tecnico s'aggira per l' Italia. A evocarlo, usandolo come spauracchio per tenere a bada Alessandro Di Battista e le sue uscite ritenute sfasciste, è stato Luigi Di Maio, il quale evidentemente sopporta sempre meno Dibba, temendo che voglia prendere il suo posto. Dunque, il vicepremier grillino ha voluto mettere i pentastellati sul chi va là: occhio che se cade questo governo si rischia un passaggio che potrebbe essere extraparlamentare, ossia un esecutivo composto esclusivamente da professori, come ai tempi di Mario Monti.

 

Tradotto fuori dal linguaggio della politica, l' avvertimento del capo grillino è il seguente: capisco che Matteo Salvini vi faccia girare gli zebedei, con le sue prese di posizione ad effetto, ma fate attenzione che per fare uno sgambetto al ministro dell' Interno rischiate di fare autogol e di ritrovarvi un presidente del Consiglio imposto dalla Troika. In effetti il ragionamento non fa una grinza, perché a Bruxelles c' è chi non vede l' ora di avere a che fare con un premier remissivo, pronto a fare i compiti a casa come all' epoca dell' ex rettore della Bocconi.

MATTEO SALVINI

 

Per gli euroburocrati tutto sarebbe più facile: niente più quota cento, niente più reddito di cittadinanza, ma una bella patrimoniale sulla casa o sui conti correnti, in modo da far contenti gli occhiuti custodi del bilancio e allo stesso tempo piegare la riottosità degli italiani. Due piccioni con una fava: in questo caso un tecnico, senza alcuna offesa ovviamente ai tecnici.

 

Il piano per imporre un governo di professori, come una parte dell'establishment italiano vorrebbe (oltre come detto a quello europeo) si scontra però con un signore che di cognome fa proprio Salvini, il quale oggi - stando al voto di maggio e ai sondaggi - è l'azionista di maggioranza dell' esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Il capitano della Lega infatti non accetterebbe mai di lasciare Palazzo Chigi a professori che ubbidiscono alle cancellerie europee e non agli elettori italiani e se per caso qualcuno avesse in animo di farlo, anche contro il parere di quello che è il partito di maggioranza, credo farebbe a Salvini un regalo, donandogli la maggioranza assoluta.

 

salvini

Se oggi infatti gli esperti danno l'ex Carroccio al 37,3 per cento (questo l' ultimo dato diffuso dal Tg de La7), che insieme a Forza Italia e Fratelli d'Italia permetterebbe a Salvini di avere il 50%, con un governo tecnico molto probabilmente la Lega andrebbe vicino all' autosufficienza. Il ministro dell' Interno insomma trarrebbe beneficio da un' operazione di Palazzo che tendesse ad escluderlo e a isolarlo.

 

Tuttavia, nonostante ciò, credo che il vicepremier leghista lavori contro un' ipotesi del genere. Salvini semmai punta a massimizzare il profitto di un esecutivo con i 5 stelle. In pratica, penso che il capitano, come lo chiamano i suoi fan, abbia capito di non avere più una vera opposizione dentro la maggioranza e dunque miri a portare a casa in tempi brevi tutto ciò che è possibile.

MATTEO SALVINI ALESSANDRO DI BATTISTA

 

Infatti non si può non notare il cambio di passo dopo le ultime elezioni europee. Se prima il vicepremier cercava di forzare la mano agli alleati ma senza esagerare, adesso non si preoccupa più delle loro reazioni. Sui migranti, alla faccia di Roberto Fico, ha preteso e portato a casa il decreto sicurezza bis, che oggi gli ha consentito di tenere alla larga dai porti italiani la Sea Watch, impedendo altri sbarchi.

 

Sulla flat tax, ossia su una riduzione delle tasse per imprese e ceti medi sta andando avanti senza tentennamenti. Ma è sulla Tav che Salvini ha ingranato la marcia e premuto sull' acceleratore, annunciando che non ci sarà una mini Tav, ma dei treni veloci e basta. Insomma, il ministro dell'Interno non si preoccupa più di irritare Di Maio e compagni. Né pare agitato dalle minacce di un governo tecnico.

 

matteo salvini luigi di maio

Piuttosto sembra deciso a fare in fretta e a portare a casa prima possibile i risultati che piacciono ai suoi elettori. C'è chi dice che abbia in testa di ottenere tutto e subito prima del 20 luglio, ultima data possibile per votare a settembre. Il che vorrebbe dire fare il pieno di cose concrete per poi fare il pieno di voti in vista della finanziaria. In effetti la strategia avrebbe un senso e forse anche un fondamento. Nel qual caso, conviene allacciarsi le cinture, perché se è così, da qui al mese prossimo ci sarà da ballare. E non poco.

matteo salvini luigi di maio

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....