BENVENUTI AL KUMBH MELA 2013, IL PIÙ GRANDE RADUNO DI ESSERI UMANI DELLA STORIA - IMMAGINATE UN UOMO NUDO, CORPO E VISO COSPARSI DI CENERE, BARBA E CAPELLI LUNGHISSIMI, CHE HA “ANNODATO” IL SUO PISELLO INTORNO A UN BASTONE. POI PENSATE DI INCONTRARE METÀ DELLA POPOLAZIONE ITALIANA, 30 MILIONI DI PELLEGRINI HINDU, IN UN’AREA DI 50 KM INTORNO A UN FIUME - METTETECI CALDO DI GIORNO, FREDDO DI NOTTE, MERDA E PISCIO OVUNQUE, FREAKS, STORPI, TRUFFATORI, MENDICANTI, TURISTI IN CRISI D’IDENTITÀ…

Andrea Scarpa per Dagospia

Maha Kumbh Mela 2013
Allahabad, Uttar Pradesh, stato nordorientale dell'India, 10 febbraio 2013.

Immaginate davanti a voi un uomo nudo, corpo e viso completamente cosparso di cenere, barba e capelli lunghissimi, che in qualche modo ha «annodato» il suo pisello intorno a un bastone che fa girare a 360 gradi come se fosse il timone di un veliero. Poi pensate di salire sopra il tetto di un container, dare un' occhiata in giro, e trovarvi di fronte a metà della popolazione italiana, trenta milioni di pellegrini induisti che nell'arco di 24 ore si danno appuntamento in un'area di 50 chilometri quadrati per tuffarsi in un fiume.

Metteteci anche caldo feroce di giorno, freddo infame di notte, merda e piscio ovunque, freaks di mezzo mondo, storpi di ogni età, truffatori, mendicanti, turisti in crisi d'identità. E poi, ovviamente, vacche sacre, cammelli, elefanti... Benvenuti al Mauni Amavasya (letteralmente «Il giorno del silenzio»), il «Bagno reale» che per tradizione e perfetta congiunzione astrale ha fatto del 10 febbraio il giorno più santo e propizio del Maha Kumbh Mela 2013 (in hindi «Il Grande raduno dell'Anfora»), la festa di purificazione e rinascita indù che sulle rive del Gange da sempre rappresenta il più grande raduno di esseri umani della storia (questa volta in 55 giorni di festa, dal 14 gennaio al 10 marzo, dovrebbero bagnarsi circa 120 milioni di persone).

Dopo 12 anni stavolta si svolge tutto ad Allahabad, la più santa delle quattro città bagnate dal Gange - le altre che ospitano il Kumbh Mela ogni tre anni sono Haridwar, Ujjain e Nashik - perché è proprio qui che il fiume sacro agli induisti incontra l'affluente Yamuna e il mitico Sarasvati (un corso d'acqua sotterraneo scomparso da millenni), qui dove secondo i testi vedici nacque l' universo dopo che dall'Anfora sacra caddero quattro gocce di nettare dell' immortalità durante la lotta fra demoni e dèi.

«Il Kumbh Mela è un rito fondamentale», spiega Gyanti, una discepola che vive nell'ashram - più o meno un monastero - del guru Shankaracharya Svarupanand Sarsvati, una delle massime autorità indù, «che da millenni mantiene intatto il suo significato di purificazione, rinascita, incontro. Anche se, bisogna dire la verità, qui ci sono sempre più ciarlatani che sfruttano il desiderio di spiritualità degli occidentali per farsi dare ingenti somme di denaro. E basta».

Purificarsi, da queste parti, è semplice: bisogna immergersi completamente in quello che è uno dei fiumi più inquinati del mondo all'altezza del Triveni Sangam (il «Triplice incontro» fra i fiumi) e ogni peccato svanisce: si è pronti per una nuova esistenza ricca e prosperosa e si può addirittura sperare di liberarsi del Samsara, il ciclo di vita, morte e rinascita. C'è anche chi se la beve, l'acqua sacra ma avvelenata del Gange, e chi se la porta a casa in una tanica. Stretti come in metro all'ora di punta, sudati, vestiti o mezzi nudi, attenti a non annegare, tutti dopo un po' sorridono e si spruzzano come bambini.

È una festa, il Kumbh Mela. Un appuntamento che, oltre a proporre la solita India, sempre in bilico fra magia, miseria e tragedia - alla fine sorprende per organizzazione, tolleranza, capacità della gente di adattarsi a qualsiasi cosa. Il 10 febbraio sono morte vicino al fiume due persone schiacciate dalla folla e altre 36 per colpa del crollo del ponte pedonale della stazione di Allahabad. Una tragedia, certo. Ma con 30 milioni di persone in giro tutti sanno che poteva andare peggio. E che la morte fa parte della vita. Meglio andare avanti.

Ad Allahabad, per l'occasione, è stata creata una città nella città: 10 ospedali, 18 ponti galleggianti, 40 caserme con 14 mila poliziotti, soldati e forze antisommossa impegnati giorno e notte a controllare gli 11 enormi accampamenti allestiti alle porte di una città in cui normalmente vivono 1 milione e 800 mila persone. Tante le latrine, anche se quelli che dormono per terra - la maggioranza - fanno tutto dove capita.

Dopo passeranno gli spazzini a interrare con una paletta. Fra canti, trombe e tamburi, mantra, collane di fiori e incenso, al Kumbh Mela ci sono contadini analfabeti e professionisti di Mumbai, chi è venuto a piedi ed è partito mesi prima, occidentali dal cervello bruciato e senza denti, giapponesi con le mascherine bianche, brasiliani devotissimi, «sciure» a bocca aperta.

A volte, a ragione: di fronte a un bambino dalla testa abnorme abbandonato in una fogna a cielo aperto, una vacca con 5 zampe («Shiva è stato generoso...»), un uomo senza un piede e con l'osso in cancrena... Vicino alla riva, bagnato e contento, barba giallognola fino alla vita, c'è Ravandash che ha 82 anni, viene dal Maharastra, e quando morì la moglie, 35 anni fa, decise di lasciare tutto per vivere prima nella foresta, per 8 anni, poi in un ashram. La domanda è lui a farla: «Dica la verità: ha mai visto tanta gente insieme, tanta gioia, tanta armonia?».

Nelle tende più grandi ed eleganti, dentro le quali si offre un pasto caldo a migliaia di persone, ci sono i massimi rappresentanti delle quattro scuole dell' hinduismo tradizionale. All'ingresso, in hindi, campeggia la scritta «Si prega di non utilizzare alcun tipo di sostanza inebriante». Avvertimento che non vale per i Naga (in hindi «Serpente»), i monaci guerrieri di ispirazione shivaita che vanno in giro nudi, e per arrivare all'ascesi sono capaci di restare in piedi per anni, stringersi i pugni fino a far uscire le unghie dalla carne, e soprattutto fumare ganja a palate (quello del bastone è uno di loro...).

Al contrario degli altri sadhu, i monaci che hanno rinunciato a tutto appartenenti alle dieci famiglie riconosciute dalle autorità religiose, i Naga sono armati (di spada) e si arrabbiano facilmente: in acqua l'altro giorno hanno ribaltato due barche della polizia che si erano avvicinate troppo alla loro zona. Sembra che abbiano un discreto successo con le donne occidentali. Basta dire quattro cazzate sul distacco dalle cose materiali, recitare un mantra, accendere un chilum.

E di sicuro qualcosa di buono portano a casa. I tanti falsi sadhu che montano un tronetto qualsiasi sul tetto di un carro, una macchina, o un camioncino, e vanno in giro benedicendo la folla e promettendo il Nirvana, fanno così da tempo. Vi ricordano qualcuno? P. S. Prossimo bagno importante, il 15 febbraio. Le autorità prevedono una giornata tranquilla: 19 milioni di persone...

 

 

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