luigi di maio

L’IRRESISTIBILE ASCESA DI LUIGINO DI MAIO - I GRILLINI PRESENTANO IL PROGETTO PER IL REDDITO DI CITTADINANZA E BEPPEMAO ANCORA UNA VOLTA INCORONA IL SUO PUPILLO: “QUESTI RAGAZZI SONO CRESCIUTI. IO VENGO USATO COME SPECCHIETTO…”

Mattia Feltri per “la Stampa”

 

pippo civati e luigi di maiopippo civati e luigi di maio

«Perché mi avete invitato?», dice Beppe Grillo e sa tanto di discorso d’abdicazione, sa tanto di discorso della corona posta sulla testa del delfino, Luigi XIX Di Maio, il vicepresidente della Camera ventinovenne e avellinese che nei sondaggi vola più alto del capo. Sembra proprio lui, Di Maio, l’uomo rassicurante che tempera le creste e i ruggiti leonini delle origini, e offre alla platea l’impressione del passaggio dall’irresistibile show di piazza alla chirurgica tecnica parlamentare.

 

luigi di maioluigi di maio

Lo si potrebbe dedurre già dalla gestione della cravatta, qua nella sala Nassiriya del Senato dove i Cinque Stelle rilanciano il loro progetto sul reddito di cittadinanza: quella di Grillo è allentata, appesa al collo come un fastidioso e antiquato obbligo di ecoro, celeste alla Renato Schifani, forse gliel’ha prestata Mario Giarrusso e pure la giacca stazzonata di chi sta nel vortice della vita; la cravatta blu di Di Maio ha il rigore di un ufficio legale, i buoni tagli del vestito blu che ormai è la divisa del vice-Boldrini e i buoni modi di tutti i buongiorno e di tutti i grazie che il ragazzo diffonde senza sacrificarli all’incazzatura programmatica del grillismo.

 

LUIGI DI MAIOLUIGI DI MAIO

Ecco, questo è il quadretto impressionistico, ma il 46 a 45 certificato dai sondaggi dell’Istituto Piepoli a favore di Di Maio ha avuto subito una ripercussione concreta, o almeno così è sembrato nell’oretta in cui il vecchio e il ragazzo sono stati seduti fianco a fianco a illustrare la battaglia delle battaglie, i 780 euro da consegnare mensilmente a nove milioni di italiani.

 

E cioè, passate le introduzioni dei parlamentari Nunzia Catalfo e Daniele Pesco, è toccato a Di Maio nel ruolo puramente gerarchico di responsabile del direttorio in fatto di reddito di cittadinanza. Lo si sarebbe detto l’allievo moderno di un Ciriaco De Mita, con tutte le consonanti aggiustate e un lessico all’altezza, la distribuzione disinvolta di un «effetto moltiplicatore», di un «bene primario», di una «congiuntura economica», di una «deliberazione di erogazione fondi», tutte espressioni che fino a un paio d’anni fa alla diffidenza grillina avrebbero fatto sospettare la fregatura.

LUIGI DI MAIOLUIGI DI MAIO

 

Sono altri tempi, ora. Grillo ascolta e annuisce, ostenta interesse e ammirazione, trae motivo di fondata speranza dalle parole del giovanotto che sorride, sorride sempre, dettaglia sulle strategie in commissione e sull’occasione della legge di stabilità, non perde la pazienza nemmeno davanti a quelle che gli paiono le più insopportabili ingiustizie: il Movimento e il governo hanno semplicemente «due idee di paese troppo divergenti», il «tutti a casa» è passato dalla dimensione di slogan a quella di sentimento.

 

LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO

E vale anche per Grillo, «perché mi avete invitato?», chiede quando è il suo turno, quello nobile, l’ultimo. Dice, ma li avete sentiti questi ragazzi? Ma avete visto quanto siamo cresciuti? Ma parlate con i commessi che vi diranno quale miracolo hanno compiuto a impadronirsi delle misteriose dinamiche di palazzo.

 

LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO

Parla piano, non c’è foga e nemmeno acredine, «che altro vi devo dire? Io vengo usato come specchietto, la qualità delle persone la vedete qui davanti», c’è la capacità da fuoriclasse dell’oratore ipnotico, fermo all’incantamento, «noi pensiamo agli ultimi», «nessuno deve rimanere indietro», «il lavoro è una parte importante della vita ma non è tutta la vita», «bisogna avere la sicurezza economica per fermarsi a leggere un libro, per dedicarsi a un amico». E quando il tempo scade, Grillo se ne va dal retro mentre Di Maio si butta verso taccuini e telecamere. Così giovane e già così disponibile. 

 

 

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