DUCETTA STARS AND STRIPES – A BERLINO È APPARSA CHIARISSIMA LA DISTANZA DI GIORGIA MELONI DAI LEADER EUROPEI SUL TEMA UCRAINA: LA STATISTA DELLA SGARBATELLA HA DISCUSSO A LUNGO CON IL GENERO DI TRUMP, JARED KUSHNER. E, DI SPONDA CON LA CASA BIANCA, SI OPPONE ALL’UTILIZZO DEI BENI RUSSI CONGELATI PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, FRENA SULL’INGRESSO DI KIEV NELL’UE E SI SMARCA ANCHE DALLA FORZA MILITARE MULTINAZIONALE CHE VERREBBE SCHIERATA IN UCRAINA A PACE FATTA. IL MESSAGGIO È: SE LA SBRIGHINO BRITANNICI E FRANCESI – GIOVEDÌ PROSSIMO IL CONSIGLIO EUROPEO DENSO DI INCOGNITE E TENSIONI…
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per "la Repubblica"
Steve Witkoff Jared Kushner e Giorgia meloni a berlino
Baci e abbracci con Friedrich Merz sull'uscio della cancelleria, poi con Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen, che si complimenta per l'acconciatura, «bella». Ma dentro, nella sala dei banchetti del Kanzleramt, Giorgia Meloni deve fronteggiare il pressing degli europei per lo sblocco degli asset russi, su cui il suo governo continua a nutrire forti riserve.
[…] nella sua visita lampo a Berlino, due ore appena nel giorno del vertice tra i leader europei, Zelensky e gli emissari di Trump, Meloni si trattiene con il genero di Donald Trump, Jared Kushner. Scambio fitto, che inizia a favore di flash, durante la foto di rito, e prosegue dietro le quinte, sulla scalinata.
volodymyr zelensky e giorgia meloni a berlino
La premier può trovare conforto nell'altra sponda dell'Atlantico, più che da questo lato: gli Usa anche ieri hanno confermato di voler impiegare i beni putiniani bloccati in Ue semmai per la ricostruzione, non per finanziare Kiev a guerra in corso.
Nella dichiarazione congiunta dei leader questo punto finisce difatti annacquato, anche per le resistenze italiane: si parla di investire risorse ingenti per la ricostruzione. E di beni «immobilizzati», ma non sbloccati, in questa direzione, non per la guerra.
Il tema però è tutt'altro che archiviato. Sarà affrontato giovedì in un consiglio europeo denso di incognite e tensioni. Una partita a incastri tra i big dell'Unione, che investe partite parallele: proprio mentre la Germania preme per gli asset, l'Italia cambia strategia e chiede di rimandare il varo del Mercosur, l'imponente accordo commerciale con il Sudamerica, spinto proprio da Berlino (e inviso a Parigi). […]
Jared Kushner e Giorgia meloni a berlino
Meloni, sottotraccia, si smarca anche dalla forza militare multinazionale che verrebbe schierata in Ucraina a pace fatta. La premier firma sì la dichiarazione che affida il compito «ai paesi disponibili dei Volenterosi», ma fuori dagli atti ufficiali insiste: i soldati italiani non saranno coinvolti, non se ne parla. Come dire: se la sbrighino britannici e francesi. Un'altra presa di distanza.
Su due aspetti la premier può dirsi soddisfatta, invece. Condivide l'innalzamento del tetto per l'esercito ucraino a 800mila militari e naturalmente le garanzie di sicurezza modello articolo 5 della Nato, proposta formulata dalla premier mesi fa, anche se non viene citata nel documento con questa dicitura. In ogni caso, tra le pieghe della dichiarazione si capisce che, anche in Italia, sul punto ci sarà un voto in Parlamento.
foto di gruppo al vertice di berlino per l ucraina 1 foto lapresse
Meloni entrando al Kanzleramt si augura «passi avanti». Ma a cena conclusa, restano i dubbi italiani su un pezzo sostanziale della strategia europea per sostenere Kiev. Riserve che vengono a galla nella bozza di risoluzione che il centrodestra voterà domani alle Camere.
Un testo ancora da limare, ma già nella prima versione, consegnata ai capigruppo, si scorgono due frenate importanti. Il documento, con toni felpati, ribadisce i dubbi sullo sblocco degli asset di Mosca, chiedendo «solide basi giuridiche e finanziarie» e soprattutto di scorporare dal patto di stabilità le garanzie miliardarie che l'Italia dovrebbe stanziare. Per non compromettere «l'uscita dalla procedura di deficit eccessivo».
volodymyr zelensky bacia giorgia meloni a berlino foto lapresse
[…] Roma frena anche sull'ingresso di Kiev nell'Ue. La risoluzione non cita l'Ucraina, ma il soggetto è chiaro quando si chiede di «realizzare il processo di allargamento europeo a valle di un processo graduale basato sul merito e sulla realizzazione delle riforme».
Nella dichiarazione congiunta di Berlino, Meloni non può che sottoscrivere l'impegno a «sostenere con forza l'adesione dell'Ucraina all'Ue». Ma la premier non vuole corsie preferenziali, tocca prima ai Balcani, è la tesi, a partire dall'Albania di Edi Rama, che ha aiutato sui migranti.
Jared Kushner e giorgia meloni a Berlino - foto lapresse
C'è poi un dettaglio che balza all'occhio nella risoluzione della maggioranza: non viene mai citato il supporto militare a Kiev, dopo le bizze della Lega. Si parla di un sommario «sostegno multidimensionale» alla causa di Zelensky.
Jared Kushner e Giorgia meloni a berlino
giorgia meloni a berlino per il vertice sull ucraina foto lapresse
steve witkoff a berlino foto lapresse
Friedrich Merz Steve Witkoff Jared Kushner a Berlino - foto lapresse