berlusconi tajani

IL CENTEODESTRA E’ MORTO - BERLUSCONI INIZIA A RANDELLARE LA LEGA: “IL DEF? SONO PREOCCUPATO, LA UE LO BOCCERÀ. GIORGETTI? CI RINGRAZI SE È LÌ” - IL NUOVO “EURO-DELFINO” DEL CAV, TAJANI, SI OCCUPA DEI CINQUESTELLE: “SE IL POPULISMO NON È ACCOMPAGNATO DAI FATTI LA GENTE SI RIVOLTA. GUARDATE A GENOVA COSA STA SUCCEDENDO. I CITTADINI SONO STANCHI E SCENDONO IN PIAZZA. BASTA SOLO ASPETTARE PER SCOPRIRE IL BLUFF A 5 STELLE”

1 - BERLUSCONI STRONCA LA MANOVRA: "GIORGETTI? CI RINGRAZI SE È LÌ"

Franco Ordine per “il Giornale”

 

SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI

Il vecchio stadio Brianteo è stato rimesso a lucido: tosate le aiuole, rifatta la segnaletica, riverniciati spogliatoi e tribuna d'onore. Gli ultrà hanno riempito la curva ed esposto striscioni («benvenuto Silvio, grazie del sogno») per salutare il nuovo proprietario. Silvio Berlusconi, circondato dal fratello Paolo, da Adriano Galliani, dall'ad di Fininvest Pellegrino, dai tanti collaboratori usciti dal Milan (fotografi, la direttrice dello stadio Gozzi), è stato accolto da una ovazione: tutti in piedi e applausi come ai vecchi tempi del suo grande Milan.

 

salvini giorgetti

«Sono milanista dalla nascita, non mi occuperò del Monza per raggiungere questo traguardo ma per creare un nuovo modello capace di far emergere i valori eterni del calcio italiano che si stanno perdendo» è stata la sua spiegazione all'arrivo nello stadio, prima della partita con la Triestina (terminata 1-1). Seguito dalla visita alla squadra del Monza scandita dal suo incitamento: «Chi ci crede, combatte, chi ci crede, vince. E fatelo con almeno 3 gol di scarto».

 

BERLUSCONI TAJANI

È sembrato l'incipit della nuova missione calcistica ed è invece diventata l'occasione per occuparsi di politica, «dove i valori liberali sono disattesi e avrebbero bisogno di essere rigenerati». Con una premessa fondamentale dedicata ai protagonisti attuali della politica, nessuno escluso, nemmeno Forza Italia: «Non ho nessuna ambizione politica personale ma sono molto, molto preoccupato perché una parte del governo si comporta come se avesse un sentimento di stato etico».

 

La spiegazione è immediata. «Forse è il pensiero di Silvio Berlusconi- lor signori non hanno studiato bene lo stato etico: non significa essere contro chi ruba, significa che uno stato decide cosa sia bene e cosa male per i suoi cittadini. E così facendo trasforma i cittadini in sudditi con una deriva autoritaria».

giorgetti malagò

 

La sorpresa, anzi la scoperta dolorosa, per Berlusconi, non è tanto nel piano realizzato dal Movimento 5 stelle, noto fin dalla campagna elettorale del 4 marzo. È invece nell'adesione a questa deriva «della squadra di governo composta dai nostri alleati della Lega». Inevitabile a quel punto la risposta allo stoccata del sottosegretario del Carroccio Giorgetti firmata il giorno prima al convegno dei Fratelli d'Italia.

 

giovanni toti marco bucci

«Giorgetti ha dichiarato di essere stato frainteso e ripetuto che il centrodestra rimane compatto e concorre nelle prossime elezioni regionali a cominciare dal Trentino». Diciamola tutta: «Giorgetti si è morsicato la lingua, ci ringrazi se è lì», la chiosa finale sull'argomento. Nemmeno Giovanni Toti, governatore della Liguria, è uscito indenne. Qui Berlusconi è stato elegante con il suo ex pupillo. «Tutti si vogliono mettere in mostra» ha detto per poi tornare invece sugli altri argomenti che gli stanno a cuore: l'Europa, la manovra economica e la «bufala» del reddito di cittadinanza.

 

berlusconi tajani

Già, la vecchia Europa che «dovrebbe coltivare gli stessi valori praticati dai padri fondatori» e invece «non lo fa perché non c'è una comune politica estera» e perciò «non può sedersi al tavolo con le altre potenze». Già, la manovra. Berlusconi non ha dubbi: «è un disastro, sarà bocciata dall'Ue e avrà conseguenze negative per il risparmio, per la borsa e per il debito pubblico. Spero che in queste poche ore riescano a cambiarla».

 

Bocciatura anche del reddito di cittadinanza. «Basta fare i conti: 780 al mese per un anno fanno 9.300 euro; nove miliardi diviso 9000 euro fanno poco meno di un milione di persone: non si possono prendere in giro gli italiani»; la stroncatura prima di chiudere col passaggio sulle dittature «nate non da colpi di Stato ma dal voto di cittadini infatuati e ubriachi di certe tesi».

 

GIOVANNI TOTI

2 - TAJANI: «SOVRANISMO? SCIOCCHEZZE A STEVE BANNON PREFERISCO L'EROE SALVO D'ACQUISTO»

Cesare Zapperi per il “Corriere della Sera”

 

Tra gli azzurri c' è maretta. Mariastella Gelmini dice che Giovanni Toti è dappertutto «tranne dove c'è Forza Italia». Il governatore ligure vi sta lasciando?

«È stato il consigliere politico di Berlusconi, ha Forza Italia nel Dna - risponde il vicepresidente degli azzurri, Antonio Tajani, a Bologna per un evento promosso dalla Comunità di Sant' Egidio -. Mi auguro che rimanga, ma il problema non è lui, quanto capire qual è l' identità del centrodestra».

 

GIORGIA MELONI E STEVE BANNON

Il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti sostiene che oggi c'è spazio solo per un soggetto «sovranista e populista».

«È una sciocchezza. E soprattutto non abbiamo bisogno di essere guidati da un americano. Per intenderci, tra Steve Bannon e Salvo D'Acquisto io scelgo il secondo. Un patriota, non un cowboy americano. Quando vedo il ministro dell' Interno che alla festa dell' Associazione della Polizia non canta l' inno di Mameli mi chiedo: dov' è la patria, dove sono i valori?».

 

Ma il leader della Lega dice di volersi battere perché l' Italia venga rispettata in Europa.

Non è patriottismo questo?

«Ma se fino ad un anno fa diceva che non si sentiva rappresentato dal Tricolore? E poi, difendere l' Italia non significa fare la guerra all' Europa o a Juncker».

 

ANTONIO TAJANI E SILVIO BERLUSCONI

Il sovranismo non le piace, figuriamoci il populismo.

«Non giochiamo con le parole. Essere populista significa stare dalla parte della gente? E chi non lo è? Io sono stato eletto per rappresentare i cittadini e ho sempre raccolto una montagna di preferenze. Ma non ho mai pensato di definirmi un populista».

 

Le sue parole marcano una forte distanza con la Lega. Come potete immaginare un futuro da alleati?

«Continuo ad augurarmi che la Lega non voglia sposare il populismo chavista e madurista del Movimento 5 Stelle, una politica che porta solo fame e disperazione. Noi siamo il partito delle imprese, dei professionisti, della gente che promuove sviluppo. Chi sostiene il reddito di cittadinanza ha in testa un modello di società antitetico al nostro».

DI MAIO CONTE SALVINI

 

Non c' è il rischio di una rottura con la Lega?

«Noi rimaniamo fedeli al centrodestra. Se altri vorranno inseguire progetti e parole d' ordine diversi se ne assumeranno la responsabilità».

 

Eppure i sondaggi sembrano dare ragione a Salvini.

«I cittadini si accorgono degli inganni. Guardate cosa è successo a Renzi e al suo 40%.

Anche Masaniello era osannato dal popolo e poi che fine ha fatto?».

 

Il governo Conte quindi non la convince?

«Mah, come possono pensare di creare sviluppo se dicono no a tutte le infrastrutture? E come si può credere che ci sarà una crescita del Pil del 2% quando tutti constatano che la ripresa è debolissima?».

salvini di maio

 

Tutto sbagliato, allora?

«Osservo solo che non c' è nulla di centrodestra nella manovra che stanno portando avanti. Noi siamo per lo sviluppo, questi stanno solo indebolendo imprese e banche con il rischio che ce le portino via».

 

Forza Italia, però, pare più distratta dalle beghe interne.

«Non è vero, anzi. In termini medici, siamo convalescenti dopo le elezioni politiche del 4 marzo, ma abbiamo avviato un processo di profondo rinnovamento che sta dando i primi frutti. Il 70 % dei parlamentari è alla prima esperienza, i coordinatori regionali stanno cambiando tutti. E nello statuto abbiamo previsto di aprire alle liste civiche».

di maio salvini

 

Pensate di potervi prendere una rivincita?

«Noi siamo l' unica alternativa al chavismo di questo governo. Se il populismo non è accompagnato dai fatti la gente si rivolta. Guardate a Genova cosa sta succedendo. I cittadini sono stanchi e scendono in piazza. Basta solo aspettare per scoprire il bluff a 5 Stelle».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…