salvini meloni berlusconi

"AIUTATEMI VOI A TROVARE VOTI, NON VI LIMITATE A CHIEDERE QUANTI NE ABBIAMO" - BERLUSCONI SBROCCA CON SALVINI E MELONI CHE LO INCALZANO SULLE REALI CHANCE DELLA SUA CANDIDATURA AL QUIRINALE - NONOSTANTE LE TELEFONATE CON SGARBI E GLI APPELLI, IN TRE GIORNI NON SI SONO SMOSSE LE ACQUE: LEGA E FRATELLI D'ITALIA NON PARTECIPANO ATTIVAMENTE ALLO SCOUNTING - "LA STAMPA": "NELLE AZIENDE DI BERLUSCONI C'È MOLTA PREOCCUPAZIONE PER LA PIEGA CHE POSSA PRENDERE QUESTA AVVENTURA, CI SONO TIMORI SULLA GESTIONE DELL'EVENTUALE SCONFITTA"

Francesco Olivo per "la Stampa"

 

meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi

Gli amici lo invitano alla prudenza, gli avversari lo attaccano, gli alleati non collaborano. Il quasi annuncio della candidatura di Silvio Berlusconi, venerdì scorso al vertice di villa Grande, non ha avuto gli effetti sperati. Oggi il conto alla rovescia parte davvero, manca una settimana al 24 gennaio e la costruzione della candidatura mostra crepe che solo i pasdaran vogliono negare.

 

Uno di questi, almeno un tempo, era Denis Verdini, il quale dagli arresti domiciliari, scrive una lettera a Fedele Confalonieri e Marcello Dell'Utri, svelata da Il Tirreno, nella quale sostiene di appoggiare la candidatura di Silvio, ma invita a cambiare strategia, per evitare «un disastro».

 

L'ex senatore toscano poi suggerisce di non impedire a Salvini la ricerca di un altro nome, cosa che Berlusconi non vuole sentire. Il fatto che il leader della Lega sia il compagno della figlia di Verdini alimenta la voce, che circola da giorni, di un ruolo da consigliere del "suocero" in questa partita difficile. Una circostanza smentita da fonti vicine al segretario, ma sostenuta da molti esponenti di Forza Italia, «Denis lavora per Salvini».

 

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 6

La settimana che si apre oggi servirebbe appunto a mettere dei mattoni intorno all'idea di mandare il Cavaliere sul Colle, prima dell'inizio della prima votazione. L'obiettivo primario è quello di cercare dei voti fuori dal centrodestra e qui, al di là delle simpatiche scenette delle telefonate con Vittorio Sgarbi, non si fanno grandi progressi. Chi li deve cercare questi parlamentari? Il tema è stato al centro del vertice del 14 gennaio. Gli alleati utilizzano questo argomento per mascherare la loro diffidenza: «Dicci i nomi di chi ti appoggia, non basta citare cifre non verificate».

 

Un'insistenza che ha seccato il Cavaliere: «Aiutatemi voi a trovarne, non vi limitate a chiedere quanti ne abbiamo». Eppure, nonostante gli appelli, in tre giorni non è cambiato molto. Lega e Fratelli d'Italia si limitano a un coordinamento per verificare lo stato degli eventuali nuovi consensi, ma non partecipano attivamente. «Sarà un semplice monitoraggio», precisa Ignazio La Russa.

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 16

 

«Mi sembra una richiesta bizzarra - dice un alto dirigente del Carroccio - noi gli garantiamo i nostri di voti, il resto tocca a loro». Un atteggiamento che aggiunge inquietudine in Forza Italia, «sono alleati o notai?», si sfoga un fedelissimo berlusconiano. Per cambiare lo stile di questa campagna elettorale inedita e secondo molti amici un po' sgangherata sarebbe stato utile il viaggio che Berlusconi aveva messo in agenda per oggi a domani a Strasburgo.

BERLUSCONI MELONI SALVINI

 

Alla riunione del Ppe e alla commemorazione di David Sassoli, il Cavaliere sarebbe comparso con Mario Draghi e altri leader internazionali, come Emmanuel Macron. E il giorno dopo avrebbe partecipato all'elezione del nuovo presidente, nella veste di maggiorente del Ppe, tanto più che i popolari gli hanno mostrato il proprio appoggio. Pur essendo rimasto molto colpito dalla scomparsa di Sassoli, Berlusconi ha preferito però cancellare una trasferta fisicamente faticosa che lo avrebbe esposto oltre modo in un momento delicato, meglio evitare telecamere e taccuini. Prudenza, insomma, quella che chiedono gli amici più stretti.

salvini meloni e berlusconi in conferenza stampa

 

Qui si gioca su un crinale molto sottile: nessuno vuole apparire un traditore (ci vuole un attimo) agli occhi del capo, ma «chi gli vuole bene davvero» sta cercando il modo di evitare una sconfitta in aula che potrebbe essere vissuta dal Cavaliere come un'umiliazione. Assecondare i sogni di gloria, qualora il percorso fosse troppo accidentato, sarebbe in fondo una cattiveria.

 

Il capofila di questa categoria è Gianni Letta, la sua visita a Palazzo Chigi prima del vertice ha fatto innervosire il capo, così come le dichiarazioni pubbliche (rarissime, peraltro) nelle quali si invitava a trovare un candidato di largo consenso, ma i due hanno un rapporto strettissimo e antico che è difficile da incrinare.

 

berlusconi salvini meloni

Anche nelle aziende, si racconta a Milano, c'è molta preoccupazione per la piega che possa prendere questa avventura, lo stesso Fedele Confalonieri che sta collaborando attivamente alla ricerca dei consensi necessari per raggiungere i 505 voti necessari, allo stesso tempo avrebbe dei timori sulla gestione dell'eventuale sconfitta. Nascondersi dietro allo slogan «Ci ha sempre stupiti, ci stupirà ancora» è ogni giorno più difficile.

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)