licia ronzulli giorgia meloni silvio berlusconi

QUANDO NON SI FA COME DICE LUI, SILVIO BERLUSCONI SCAPOCCIA – IL CAV: “SONO STANCO DELLE RIGIDITA’ DELLA MELONI. QUESTO GOVERNO COMINCIA MALE" – AL BERLUSCA NON VA GIU’ L’OSTRACISMO DELLA "DUCETTA" NEI CONFRONTI DELLA SUA FEDELISSIMA LICIA RONZULLI. PER LEI IL BANANA AVEVA CHIESTO IL MINISTERO DEL TURISMO ACCORPATO ALLO SPORT. MURO DELLA MELONI: "NON CAMBIO IDEE" - I TIMORI SUL RUOLO DI SALVINI...

A. Bra - I. Lomb. per “la Stampa”

 

SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI

Eccolo Silvio Berlusconi, sceso a Roma con tutto il suo carico di indignazione. È pomeriggio quando Matteo Salvini lo raggiunge a Villa Grande, per un incontro a due improvvisato, senza Giorgia Meloni. «Sono stanco delle sue rigidità» si sfoga il leader azzurro. La giornata si è già complicata da un pezzo. I vertici che si sono susseguiti dal mattino non hanno sciolto nessuno dei nodi che ancora strozzano la coalizione di centrodestra.

 

«Questo governo - è l'impressione di Berlusconi - comincia proprio male». Non va giù al patriarca di Arcore che Meloni stia sbarrando la strada alla sua fedelissima, Licia Ronzulli. Per lei il presidente di Forza Italia aveva chiesto il ministero del Turismo accorpato allo Sport. Due deleghe pesanti perché destinatarie di molti fondi del Pnrr, il piano di ripresa europeo. Niente da fare, però. Meloni non vuole cedere.

 

RONZULLI BERLUSCONI MELONI

Così, a poco più di 24 ore dalla prima seduta parlamentare della nuova legislatura, tutto resta ancora in aria. Presidenze della Camere e ministeri. Quando esce dalla villa di Berlusconi, Salvini confessa ai suoi uomini di essere preoccupato. Il leghista prende il telefono e chiama Meloni, pregandola di trovare un compromesso, per evitare che il vertice a tre, previsto per oggi, finisca con una figuraccia per tutta la coalizione. La premier in pectore è a sua volta furibonda. Il lavoro di composizione si sta complicando e crede che l'atteggiamento da mediatore di Salvini nasconda un gioco di sponda con Berlusconi per indebolirla. Lei, quando lascia Montecitorio in serata, fa buon viso a cattivo gioco: «Sono molto ottimista. Sulle presidenze delle Camere non vedo grandi problemi. Non c'è alcuna tensione con Lega e Forza Italia, faremo bene e velocemente».

silvio berlusconi licia ronzulli ??by istituto lupe

 

La prima mossa, al mattino, l'aveva fatta il partito di Salvini.

Mentre si parla di Giorgetti al Mef, dal Carroccio fanno sapere: «Per la Lega sarebbe motivo di grande soddisfazione e orgoglio occuparsi con un ruolo rilevante anche di Economia e Finanze». È tattica. All'ora di pranzo la nuova maggioranza si riunisce in via della Scrofa. A fare gli onori di casa ci sono Ignazio La Russa e Francesco Lollobrigida; per la Lega Roberto Calderoli; per Forza Italia Alberto Barachini e Licia Ronzulli. E poi i centristi: Lorenzo Cesa, Antonio De Poli, Maurizio Lupi. «Io presidente del Senato? Sono pronto», dice ai cronisti Calderoli. Ma la bilancia pende nettamente a favore di La Russa a palazzo Madama e Riccardo Molinari alla Camera.

silvio berlusconi licia ronzulli marta fascina a napoli

 

Per tutto il pomeriggio Meloni continua a lavorare dal suo ufficio a Montecitorio, dopo che in mattinata. con Giovanbattista Fazzolari e gli sherpa economici di FdI, ha incontrato il ministro dell'Economia Daniele Franco per fare il punto sullo stato dei conti pubblici. Nei corridoi dove hanno le stanze i gruppi parlamentari si vedono passare Antonio Tajani, Paolo Barelli e Ronzulli. «Sono qui per un saluto», dice il coordinatore di Fi.

Ma c'è dell'altro, lontano dalle telecamere va in scena un breve faccia a faccia tra Meloni e Ronzulli. Non serve a nulla. Se non a far capire, alla senatrice, che la premier in pectore non si muove di un millimetro. Il governo si allontana: per Ronzulli si inizia a parlare della presidenza del gruppo Fi a palazzo Madama. Meloni si sfoga con i suoi: «Io voglio un governo con le persone giuste al posto giusto - ripete allo sfinimento - non come quello di Berlusconi nel 2008».

giorgia meloni assemblea eletti fdi 1

 

Un esecutivo di cui lei faceva parte ma, a quanto pare, non conserva proprio un'ottima memoria. E siamo a Villa Grande. Lo sfogo di Berlusconi è violentissimo, Meloni è definita «ingrata». Il Cavaliere ferito ringhia: vuole gli Esteri, il Mise (con le deleghe delle tv) e la Giustizia per Elisabetta Casellati (che nel partito danno più favorita rispetto a Paolo Sisto). Forza Italia potrebbe prendere la Giustizia, ministero a cui Berlusconi ambirebbe anche in prospettiva di rivedere la legge Severino: peserebbero su questo le preoccupazioni sul Ruby ter.

 

licia ronzulli silvio berlusconi voto per il referendum sulla giustizia

La richiesta dello Sviluppo economico è vissuta come una provocazione per FdI, visto che su quella casella, che pare sarà irrobustita dalle deleghe all'energia, Meloni vuole l'ex presidente di Confindustria Antonio D'Amato o Guido Crosetto. La leader infatti in serata sbotta: «I governi sono politici quando hanno un mandato popolare, una guida politica, una maggioranza nata nelle urne e non nel palazzo, un programma e una visione chiari. Proprio per realizzare quella visione e quel programma coinvolgeremo le persone più adatte: nessuno si illuda che cambieremo idee e obiettivi rispetto a quelli per i quali siamo stati votati. Il nostro sarà il governo più politico di sempre».

 

La strada resta lunga. Forza Italia potrebbe ottenere l'Università per Anna Maria Bernini, la Lega punta all'Agricoltura per Gianmarco Centinaio, agli Affari regionali per Erika Stefani e le Infrastrutture per Salvini. C'è anche l'ok per Antonio Tajani alla Farnesina. Sono tutte ipotesi su cui Meloni è più aperta. Alla fine, potrebbe anche cedere sui vicepremier, carica che Forza Italia e Lega chiedono dal primo giorno di trattative. Ma tutto sarà ridiscusso già a partire da questa mattina.

licia ronzulli e silvio berlusconi al seggio a milano SILVIO BERLUSCONI E LICIA RONZULLI

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