COSA LORO - IL BOSS BERNARDO PROVENZANO NON FU CATTURATO, MA VENDUTO - FU LUI STESSO A TRATTARE LA SUA RESA CON IL SISMI E LA GUARDIA DI FINANZA TRAMITE UN INFORMATORE - “CHIESE 2 MLN €. DOVEVA ESSERE GIÀ CATTURATO NEL 2004, MA L’ACCORDO SALTÒ PERCHÉ I SOLDI DESTINATI ALL’OPERAZIONE SONO STATI USATI PER SALVARE I QUATTRO CONTRACTORS IN IRAQ” - “LA CATTURA FU ANNUNCIATA IL GIORNO DOPO LE ELEZIONI PER RAGIONI POLITICHE”…

Sandro Ruotolo per il "Fatto quotidiano"

Quali misteri avvolgono la lunga latitanza di Bernardo Provenzano? Il padrino corleonese fu arrestato a Montagna dei cavalli, vicino a Corleone. Le immagini della sua cattura fecero il giro del mondo, ma qualcuno sospetta che Provenzano avrebbe potuto concordare la sua resa tramite un informatore della Guardia di finanza. L'uomo si presentò alla Procura nazionale antimafia come messaggero del boss.

Segreto assoluto, un carcere nel Nord Italia e trenta giorni di tempo per fare dichiarazioni: queste le condizioni dettate da Provenzano. Oltre a una garanzia di 2 milioni di euro. "L'accordo c'era. Poi però l'operazione saltò". Per Pier Luigi Vigna era affidabile, per il suo successore Pietro Grasso un truffatore.

Qualche settimana fa era uscita la notizia di una serie di incontri presso la direzione nazionale antimafia avvenuti tra il 2003 e il 2005. Era stato il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso a parlarne pubblicamente, per la prima volta, lo scorso dicembre al Csm dove veniva sentito nel procedimento contro il suo vice, il sostituto procuratore Alberto Cisterna accusato, dalla Procura di Reggio Calabria, di corruzione in atti giudiziari. "Quando presi il posto di Pier Luigi Vigna alla Procura nazionale antimafia mi fu prospettata dai colleghi la situazione di un informatore, qualcuno che voleva rendere dichiarazioni e collaborare per la cattura di Provenzano".

La prima visita in Procura nazionale del messaggero è del 10 dicembre 2003, poi ci torna il 15 luglio 2004. La trattativa va avanti fino a quando alla Dna arriva Pietro Grasso, che incontra l'intermediario di Provenzano nel 2005. L'ex procuratore di Palermo a quel tempo è tra i pochi a sapere che Provenzano è stato operato a Marsiglia, ed è in possesso del dna del boss. Per questo chiede al messaggero una prova biologica: un fazzoletto, un bicchiere. Che non arriverà mai.

Leggo il verbale di Grasso (il magistrato commette un errore affermando che Provenzano fu catturato nel marzo 2006. Ufficialmente fu preso il giorno dopo le elezioni politiche, l'11 aprile 2006), intervisto l'ex procuratore Vigna e l'attuale procuratore generale di Ancona, Enzo Macrì, parlo con Alberto Cisterna. Ho tutta la storia raccontata dai vari protagonisti. Mi manca solo l'attore principale. Non mi resta che andarlo a cercare.

Quando busso al citofono della palazzina dove vive l'intermediario di Bernardo Provenzano penso di non trovar nessuno o di dovermela cavare con la solita intervista "al citofono". La fortuna vuole che "il messaggero" stesse aspettando il postino e scende ad aprirmi il portone. All'intermediario garantisco di non rivelare il nome. All'inizio è titubante. Poi poco alla volta si scioglie: "Io ho avuto degli incontri con l'allora procuratore Vigna e con i sostituti Cisterna e Macrì. Dal 1986 ho fatto l'infiltrato per la Guardia di finanza".

Ma chi è l'uomo che ho davanti? "Sono esperto di flussi finanziari sull'anti-riciclaggio. Sono stato quattro anni in Iraq, durante la guerra. Mi ha assoldato la Cia". Ci sono particolari che divergono tra i testimoni. Secondo Cisterna, Vigna e Macrì la trattativa fallisce perché Provenzano, dopo l'intervento chirurgico per il tumore alla prostata dell'ottobre del 2003 a Marsiglia, non solo voleva consegnarsi ma aveva chiesto un mese di tempo, prima dell'annuncio ufficiale della "cattura", per poter fare dichiarazioni ai magistrati. Per cautelarsi, secondo i magistrati, voleva 2 milioni di euro come prova che lo Stato aveva pagato e che lui era stato venduto.

Una parte di questi soldi sarebbero andati a una terza persona. Ma "il messaggero" era vincolato al segreto sull'identità del terzo uomo. Per questo Vigna decise di fermarsi. Ma chi era il terzo uomo? "Non esiste", secondo il messaggero. "Esiste una piramide, un'istituzione... Ci faccia caso: loro hanno catturato Provenzano prima del voto, ma hanno detto in televisione che era stato catturato dopo il voto, perché è una questione squisitamente politica, tutto il resto è noia". Ma chi sono "loro", i servizi? "Guardi, io ero già nel Sismi da quattro anni, tramite la Guardia di finanza". Ma insomma, Provenzano l'hanno catturato o si è consegnato? "Provenzano doveva essere preso prima, c'era un accordo che è saltato".

Non era un problema di soldi: quelli li avrebbe trovati il Sismi di Niccolò Pollari. "Erano più di 2 milioni di euro" secondo il messaggero. L'accordo poteva essere raggiunto già nel 2004, ma successe qualcosa di imprevisto. "I soldi destinati all'operazione sono stati deviati da un'altra parte, perché c'era la necessità di salvare quattro vite umane". Il messaggero parla dei quattro contractors italiani rapiti in Iraq. "La verità è che mi hanno chiesto troppe cose, tutte insieme. Ma io alla pelle ci tengo". Poi, a un certo punto, il messaggero riceve la telefonata di un finanziere: "Guarda che l'hanno catturato. E io gli rispondo: l'avete venduto".

 

bernardo provenzano repubblBernardo provenzano arrestatoPIERO GRASSO PROCURATORE ANTIMAFIA PIER LUIGI VIGNANICOLO POLLARI

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."