BOLOGNA SI “INGAZA”! PUÒ FRANCESCA ALBANESE, NOSTRA SIGNORA DEI PRO PAL, ESSERE PROCLAMATA CITTADINA ONORARIA DELLA CITTA’? PRODI TUONA DOPO LE SCONCERTANTI FRASI DELLA ALBANESE DOPO L’ASSALTO ALLA STAMPA (“SIA UN MONITO PER I GIORNALISTI”): “PERSEVERARE È DIABOLICO, E ALBANESE PERSEVERA. IL COMUNE DI BOLOGNA NON FACCIA ALTRETTANTO” - IL SINDACO LEPORE, VICINO A SCHLEIN, ASSICURA CHE LA REVOCA DEL PROVVEDIMENTO DELLA CITTADINANZA “NON È UN’OPZIONE” – UNA VIA DI USCITA LA OFFRE QUEL VOLPONE DI CASINI: “AI TEMPI DELLA DC, LA QUESTIONE SI SAREBBE RISOLTA CON IL METODO DEL RINVIO”
Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera” - Estratti
Ma tu, il presepe di Bologna, l’hai visto?
Bella Bologna, così dolcemente sfarzosa e natalizia, con il vischio sotto ai portici e via Indipendenza illuminata dalle luccicanti frasi d’una famosa canzone di Luca Carboni — «Bologna è una regola/… Bologna è una formula»: perché sul serio Bologna è una città che tiene insieme, in un packaging impeccabile, la ragione e i sensi, il godere e il potere, il calcio e ovviamente la politica, una straripante politica, capace di infiammare e spaccare come accade nella grande discussione sulla cittadinanza onoraria da assegnare a Francesca Albanese, Nostra Signora dei Pro Pal.
Il nuovo personaggio voluto dal sindaco Matteo Lepore al centro del presepe vivente che ha allestito senza quasi nemmeno accorgersene, il presepe del centrosinistra, realistico, dolente e confuso, come manomesso dalla mano di un bambino, dove tutti sono un po’ in ordine sparso, certi si danno le spalle, qualcuno cade, e infatti la stella cometa non indica bene il cammino, perché è storta, nascosta tra le nuvole biancastre e basse su questa Bologna, che è anche luogo di metafora spietata e rivelatrice.
Proviamo a sentirlo subito, Lepore: ma il suo cellulare squilla a vuoto, non risponde.
(...)
Un giorno sta lì a spiegarci che Hamas ha fatto anche cose buone, che i terroristi bisogna capirli e quella che casomai si fatica un po’ a comprendere, quando parla di Gaza, è Liliana Segre, forse colpevole d’essere tornata viva da Auschwitz, numero di matricola 75190 tatuato sull’avambraccio sinistro.
Poi va al Valli di Reggio Emilia e, sul palco, striglia il sindaco Marco Massari, lui invece colpevole di auspicare non solo la fine del genocidio nella Striscia, «ma pure la liberazione degli ostaggi israeliani» («Mi deve promettere che questa cosa non la dice più», lo bacchetta lei, mentre è tutta smorfiette e occhiate, furbamente teatrale, a favore di applausi). L’ultima uscita è fresca: squadristi completi di kefiah assaltano la redazione torinese de La Stampa al grido «Giornalista/ sei il primo della lista!» e allora Nostra Signora dei Pro Pal se ne vien fuori spiegandoci che si tratta, è chiaro, di «un monito».
Può questa giurista irpina, ormai personaggio d’una certa sinistra (perché a diventare «personaggio», diciamocelo, c’è riuscita) essere proclamata cittadina onoraria di Bologna, che è medaglia d’oro alla Resistenza? Persino i compagni Bonelli&Fratoianni, che pure un pensierino per candidarla (tipo Ilaria Salis) l’avevano fatto, frenano, temendo d’incappare in un altro caso Soumahoro. Il Consiglio comunale guidato da Lepore, invece, insiste con sorprendente ostinazione: la revoca del provvedimento della cittadinanza non è un’opzione.
Lepore — 45 anni, primo cittadino da quattro — è molto vicino a Elly Schlein (intanto ha fatto chiamare Giulia Lolli, dalla sua segreteria: «Lei, scusi, cosa desidera di preciso dal sindaco?»). Vabbé, nel mentre le si rispiega tutto, si può dire che Lepore ed Elly hanno un modo abbastanza simile di vedere la politica.
francesca albanese in modalita gandhi
Quale? Complicato trovare una definizione precisa. Sotto le Due Torri siamo forse dentro un movimentismo concreto, con lampi — diciamo — gruppettari. Indizi recenti: l’enorme bandiera della Palestina appesa a Palazzo d’Accursio, più la medaglia alla Albanese (proposta, a essere precisi, dalla vicesindaca Emily Marion Clancy, un’italo-canadese di 34 anni, con un identikit simil Schlein). Dal Nazareno, l’ex collegio sede dei dem, li lasciano fare. Solo che Romano Prodi — dico Prodi, eh — è basito. Testuale: «La cittadinanza onoraria?
Perseverare è diabolico, e Albanese persevera: il Comune di Bologna non faccia altrettanto».
(…) E poi la convinzione che, se parla Prodi, il Pd si muove subito in scia.
Cioè, si muoveva (nel frattempo — Trump al telefono ti viene prima — chiama pure il portavoce di Lepore, Angelo Leggieri: e, un filo baldanzoso, spiega che il sindaco, in partenza per Bruxelles, «non intende aggiungere niente alla vicenda Albanese». Nemmeno mezza parola sul fatto che il centrosinistra, in questa città, sembra un presepe ubriaco? «Non parla. Vale l’ultima dichiarazione»).
Con la quale respinge le parole del Professore. «Penso che i consigli siano importanti, però bisogna rispettare anche il Consiglio comunale».
Insomma: più o meno, il genere di reazione con cui Elly, regolarmente, accoglie i suggerimenti di Prodi. Freddezza prossima al fastidio.
Il presepe di Lepore diventa così molto fedele a ciò che accade fuori e dentro il Nazareno. Perché nel dibattito intervengono esponenti politici di svariate sensibilità. C’è, intanto, l’ala riformista (per capirci: sono quelli che, mentre Franceschini/Orlando/Speranza, a Montepulciano, organizzavano il correntone sanitario per controllare le mosse di Elly, si riunivano invece a Prato, ed erano tutti esplicitamente bellicosi con la segretaria, da Guerini a Sensi, dalla Malpezzi a Gori):
è un’area qui rappresentata dall’europarlamentare Elisabetta Gualmini — «M’oppongo a quella cittadinanza» — e dalla senatrice Sandra Zampa, di stretto rito prodiano: «Albanese? Inadeguata». Non solo: persino uno che cerca d’essere sempre in ghingheri anche con le parole come Stefano Bonaccini, manifesta gravi perplessità. Netto Paolo Pombeni, direttore della storica rivista Il Mulino: «Decisione che non fa onore all’amministrazione della città». Marco Lombardo di Azione: «Il Consiglio comunale sembra un’aula studentesca».
Qualcuno ha già sentito Pier Ferdinando Casini? Sì. Il gran democristiano della città rossa dice: «La cittadinanza onoraria alla Albanese è palesemente un errore. Come se ne esce? Beh, ai tempi della Dc, la questione si sarebbe risolta con il metodo del rinvio…». Ma i suggerimenti d’uno che sa cos’è la politica (ravvedimento, mediazione, soluzione), in questo presepe del centrosinistra, non servono.
francesca albanese 6
francesca albanese 5
francesca albanese 2
francesca albanese 3
Chiamate gli zampognari.



