bono vox papa francesco

VOX POPULI, VOX DEI – BONO RICEVUTO IN UDIENZA PRIVATA DA PAPA FRANCESCO: “UN UOMO STRAORDINARIO PER TEMPI STRAORDINARI. ABBIAMO PARLATO DI ABUSI E HO VISTO IL DOLORE NELLA SUA FACCIA” – IL CANTANTE MILIARDARIO E IL COMPAGNO BERGOGLIO HANNO POI CONDIVISO LE PREOCCUPAZIONI PER LA POVERTÀ E SU COME RIPENSARE LA “BESTIA SELVAGGIA” DEL CAPITALISMO (AUGURI)

Salvatore Cernuzio per www.lastampa.it

 

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«Un uomo straordinario per tempi straordinari». Bono Vox, storico frontman della band U2, sintetizza in poche parole la sua impressione di Francesco, il Papa argentino con cui sembra condividere la preoccupazione sull’aumentare della povertà, della mancanza di educazione e della «bestia selvaggia» del capitalismo nel mondo.

 

La rockstar è stata ricevuta in udienza privata dal Pontefice nella Casa Santa Marta, oggi pomeriggio. Giunto intorno alle 16.30 in Vaticano, Bono ha dialogato con Jorge Mario Bergoglio per oltre 40 minuti a porte chiuse.

 

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Motivo della visita era presentare al Papa i risultati di “One”, organizzazione no profit di cui è co-fondatore attiva nel campo dell’educazione con oltre 10 milioni di membri in tutto il mondo (3 milioni in Africa), ma, soprattutto, creare una sinergia con “Scholas Occurrentes”, la fondazione argentina divenuta pontificia per volontà di Francesco e creata anni fa sempre per volontà di Bergoglio, all’epoca cardinale di Buenos Aires, per garantire una formazione ed una educazione a centinaia di migliaia di bambini, giovani e adolescenti di 190 Paesi attraverso anche l’arte e lo sport.

 

Non è stato, tuttavia, solo questo l’unico tema affrontato da Bono, al secolo Paul David Hewson, con «Sua Santità». «Abbiamo lasciato andare la conversazione dove voleva andare» ha riferito, indossando i suoi caratteristici occhiali dalla lente azzurra, dal banco della Sala Stampa vaticana solitamente occupato da vescovi e cardinali ai giornalisti e cameraman che, preavvertiti del suo arrivo, sono giunti numerosi. 

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Nativo di Dublino, Bono ha affrontato con il Papa la questione degli abusi del clero in Irlanda, una delle piaghe più dolorose per la Chiesa dell’isola dalla quale si è risollevata con non poca fatica, dopo decenni di impegni per la prevenzione e la tutela, di richieste di perdono e risarcimenti.

 

A neanche un mese dal viaggio del Papa, «abbiamo inevitabilmente discusso anche di Irlanda» ha detto Bono Vox. «Ho condiviso le mie sensazioni di quello che è successo nella Chiesa, gli ho spiegato che ad alcuni sembra che gli abusatori siano stati più protetti delle vittime».

 

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«Ho potuto vedere il dolore nella sua faccia, penso fosse sincero», ha aggiunto il cantante che nel 1999 aveva incontrato Giovanni Paolo II e, dieci anni dopo, nel 2009, Benedetto XVI all’udienza con gli artisti nella Cappella Sistina.

 

Con Bergoglio ha discusso anche «dei cambiamenti che devono avvenire a livello locale, e di come dobbiamo ripensare la “bestia selvaggia” che è il capitalismo, che non è immorale ma amorale, e richiede il nostro impegno». Non è mancato un cenno sui temi «del futuro del commercio e di come promuovere uno sviluppo sostenibile, tema sulla quale (il Papa) è molto impegnato», come dimostra l’enciclica “verde” Laudato si’.  

 

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Parlando della sua organizzazione “One”, Bono ha spiegato che «uno dei temi centrali, al momento, è il fatto che 130 milioni di ragazze non vanno a scuola perché sono ragazze». Affiancato dal direttore mondiale di “Scholas”, José Maria del Corral, il leader degli U2 ha sottolineato: «Siamo molto interessati nell’educazione e siamo toccati da quello che “Scholas” sta facendo: sono cose molto innovative con cui si sta preparando il futuro, una educazione in molti contesti diversi, stando con le persone nelle comunità».

 

Un progetto che rientra «nella visione di questo Papa, di lavorare a livello locale, unire il micro con il macro». Il progetto di collaborazione sicuramente si realizzerà, ma «non abbiamo deciso cosa faremo insieme, per ora abbiamo solo avuto un innamoramento reciproco», ha scherzato  Bono tra le risate dei giornalisti. «È un pensiero piuttosto radicale. Stiamo parlando di insegnare alle persone a contare e scrivere, e raggiungere arte e matematica avanzata» fiduciosi del fatto che «non è mai tardi».

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