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CRUDELIA BOSCHI IMPONE A CAPO DELL’UFFICIO CHE SCRIVE LE LEGGI DEL GOVERNO QUELLO CHE HA VERGATO LA RIFORMA COSTITUZIONALE: ENTRAMBE BOCCIATE – MARIA ELENA VUOLE IL FIDATO CERRETO ALLA GUIDA DEL DAGL, DOPO AVER SLOGGIATO LA VIGILESSA MANZIONE – PECCATO CHE SIA LAUREATO IN FILOSOFIA E NON IN GIURISPRUDENZA, COME PREVISTO DALLA LEGGE…

 

Francesco Bonazzi per la Verità

 

roberto cerretoroberto cerreto

Il filosofo della Boschi scriverà leggi e regolamenti di quel che resta dell' Italia. Dopo aver clamorosamente fallito la riforma della Costituzione, Maria Etruria ci riprova dal basso e nomina il fido Roberto Cerreto, detto Richelieu, alla guida dell' ufficio giuridico di Palazzo Chigi. Cerreto, quarant' anni, ex dirigente locale dei Ds in Toscana, ha già preso possesso del nuovo ufficio dalla fine della scorsa settimana. Ma fino a ieri mancavano tanto il decreto di nomina quanto la registrazione della Corte dei conti.

 

E c' è da capirlo, perché la legge prevede che per quest' incarico si debba avere una laurea in giurisprudenza, che il nostro non ha perché è laureato in filosofia. Chissà come la prenderà il premier Paolo Gentiloni, che nei confronti della straripante sottosegretaria non sembra avere la medesima, rapita, accondiscendenza che aveva Matteo Renzi.

BOSCHIBOSCHI

 

Che la Boschi smaniasse per piazzare un suo uomo in un posto strategico come il Dagl, come si chiama in gergo chigiesco il dipartimento legislativo, era faccenda nota da oltre un anno. Il suo responsabile era l' avvocato versiliese Antonella Manzione, ex direttore generale del comune di Firenze, chiamata con una punta di disprezzo «la vigilessa» perché aveva fatto la gavetta come comandante della polizia municipale in giro per l' Italia. Una gavetta che forse avrebbe fatto bene anche alla Boschi. Quando Renzi la portò con sé al governo, si disse che la Corte dei conti inizialmente avesse bocciato la nomina sostenendo che la Manzione aveva sì ricoperto incarichi dirigenziali, ma solo in amministrazioni locali.

 

Antonella Manzione LibroAntonella Manzione Libro

Insomma, era dirigente di serie «B». In realtà era uno dei tanti veleni usciti nel momento di nascita di un governo che si era tenuto lontano dalla casta dei mandarini di Stato, abituata a mietere incarichi fuori ruolo sempre e comunque. E alla fine la Corte dei conti smentì ufficialmente qualunque censura sulla nomina della Manzione.

 

Una volta insediata, Manzione si è chiusa nei suoi uffici per una media disumana di 18 ore al giorno, ha tenuto a distanza i lobbisti, non si è fatta vedere in alcuna terrazza della capitale e ha mantenuto un rapporto di fedeltà assoluta a Renzi, che le ha sempre chiesto pareri giuridici su qualunque cosa. Il risultato inevitabile è che in capo a pochi mesi dalla nascita del passato governo la Manzione è entrata nel cono d' ombra della gelosissima Boschi, al pari di Marianna Madia.

GIULIANO AMATO E ROBERTO CERRETOGIULIANO AMATO E ROBERTO CERRETO

 

E il risultato ancora più inevitabile è stato che, dovendo scegliere tra le due, l' ex premier ha optato per Maria Etruria. L' ex capo del Dagl è stato dunque, contro la sua volontà, piazzato al Consiglio di Stato all' età di 53 anni soltanto, in una poltrona per la quale di solito ne sono richie sti due in più.

 

La piccola guerra della Boschi si è dunque conclusa con l' imposizione di Cerreto, fino a poche settimane fa suo capo di gabinetto al ministero per le Riforme, alla guida dell' ufficio sforna-leggi. La scorsa settimana è già stato chiesto il via libera alla Camera dei deputati, amministrazione dalla quale dipende il futuro stregone di commi e rimandi, Il fedelissimo della Boschi, come detto, è laureato in filosofia alla Normale di Pisa e tra il 1998 e il 2003 è stato segretario comunale dei Ds a Pisa, dov' era entrato anche nelle maniche di Enrico Letta.

enrico letta matteo renzi campanellaenrico letta matteo renzi campanella

 

Ha un brillante curriculum, ma la legge numero 400 del 1988, che disciplina il funzionamento della presidenza del Consiglio, prevede che a dirigere il Dagl vada «un magistrato delle giurisdizioni superiori, ordinaria o amministrativa, ovvero un dirigente generale dello Stato o un avvocato dello Stato o un professore universitario di ruolo di discipline giuridiche» (articolo 23, comma 7). Il filosofo, insomma, non è previsto.

GENTILONI BOSCHIGENTILONI BOSCHI

 

Sicuramente, forte dei suoi alti studi, Maria Etruria deve aver pensato che una profonda conoscenza di Hegel garantisca una sapiente analisi giuridica. E anche padroneggiare Schopenhauer, e la sua arte di avere sempre ragione, può sempre tornare utile. Il primo vero banco di prova del duo Cerreto-Boschi alla redazione delle leggi? Gli emendamenti governativi al decreto salva banche.

 

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