giordano bruno guerri benito mussolini

"SONO UN NEO-ANTIFASCISTA!" - GIORDANO BRUNO GUERRI, AUTORE DEL BEST-SELLER "BENITO": ''MUSSOLINI ERA MUSSOLINIANO PIÙ CHE FASCISTA. PERCHÉ IL CONSENSO SI LEGAVA ALLA SUA FIGURA, PERFINO ALLA SUA FISICITÀ. IL RIMPIANTO DI QUALCUNO OGGI È INFATTI SOLO PER L’UOMO FORTE CHE RISOLVE I PROBLEMI. PER QUESTO SMETTEREI DI PARLARE DI FASCISMO, PER PASSARE A NEOFASCISMO E NEOANTIFASCISMO" -  "IL MINISTERO DELLA CULTURA? MI AVREBBE ROVINATO LA VITA. IN OGNI CASO NON MI È MAI STATO PROPOSTO, IL GOVERNO È ANDATO IN UN’ALTRA DIREZIONE, SENZA DISTURBATORI O TENORI" - "GIULI? NON NE VOGLIO PARLARE” – "IL MAXXI? UN FRAINTENDIMENTO. IO STO BENISSIMO AL VITTORIALE"

Da https://www.ilgiorno.it

 

GIORDANO BRUNO GUERRI

Per ora se ne sta lì, comodo comodo. Al Vittoriale degli italiani. Ma ogni volta che si parla di un nuovo incarico culturale vicino al governo (dal ministero in giù), viene sempre fuori il suo nome: Giordano Bruno Guerri. Il più libertario degli intellettuali di destra. Certo fra i meno ideologici. Per ora le nomination non l’hanno premiato. E così prosegue nel suo lavoro di storico.

 

Di queste settimane l’uscita per Rizzoli di “Benito. Storia di un italiano“, che presenterà venerdì alle 18.30 nella libreria dell’editore, in Galleria. Una biografia. Che indaga il rapporto fra il duce e gli italiani. Sviluppando la tesi di un Paese all’epoca sedotto dal mussolinismo più che dal fascismo.

 

Guerri, dal titolo sembra che stia parlando di un parente.

giordano bruno guerri

"Non esattamente uno zio ma qualcuno di cui si raccontava in famiglia. Per tutti bastava Benito. La tesi è che fu il fascino dell’uomo a colpire gli italiani, non il pensiero politico".

 

Nessuna scelta ideologica?

"Quella si legava alla filosofia di Giovanni Gentile, che diceva come l’uomo nello Stato fosse tutto, mentre al di fuori non era nulla. Le sembra una visione che può appartenere a noi italiani?"

 

Domanda retorica.

giordano bruno guerri

"Appunto. Si figuri quando ci si descriveva come popolo guerriero, che per fortuna non siamo mai stati. O si rispolverava il culto della romanità. Aria fritta. Lo stesso Mussolini era mussoliniano più che fascista. Perché il consenso si legava alla sua figura, perfino alla sua fisicità. Il rimpianto di qualcuno oggi è infatti solo per l’uomo forte che risolve i problemi. Per questo smetterei di parlare di fascismo, per passare a neofascismo e neoantifascismo".

 

L’uomo forte rimane tentazione molto italiana.

"Non solo. Ma a noi appartiene. Lo si è visto anche dopo con De Gasperi, Togliatti, Craxi, Berlusconi".

 

Però così non si rischia di deresponsabilizzare il sistema?

"No, perché nessuno mette in discussione che si creò una dittatura oppressiva, che per vent’anni negò la libertà creando un gravissimo danno alla popolazione. Ma oggi non vedo quel pericolo in Italia.

giordano bruno guerri benito cover

 

Al limite, come in altre parti del mondo, si può parlare di democrazia autoritaria, visto che si sta perdendo il contatto con il significato della parola democrazia. Il dato significativo, anche degli ultimi risultati elettorali, è l’astensionismo. Il popolo non esercita più il suo potere credendo che abbia perduto valore. E questa sfiducia è un dato gravissimo".

 

Chi sono oggi i neofascisti?

"Gruppetti di cui ogni tanto ci si trova costretti a parlare, come per CasaPound a Bologna. È un problema che si risolve con le leggi e con la polizia. Un foruncolo sulla fronte che curi, aspettando che passi. Mentre il neoantifascismo al momento è un manganello contro il governo, Meloni e le sue origini. Ma pensare che sia neofascista è da polli, è solo un governo conservatore".

 

 

giordano bruno guerri d annunzio cover

Lei si definisce libertario.

"E da libertario ho al mio interno centinaia di “anti“, a partire dall’antifascismo. Preferisco però definirmi neoantifascista, non voglio indossare medaglie che spettano a chi in passato rischiava la vita, non un applauso".

 

Definizione che Meloni si guarda bene dallo sposare.

"Perché lei viene da una storia precisa. È nata in quell’ambiente, anche se quella fiamma le dà pure fastidio, è un problema. Secondo me arriverà a toglierla ma oggi creerebbe disappunto in alcuni del suo gruppo".

GIORDANO BRUNO GUERRI A UN GIORNO DA PECORA

 

Lei si considera un intellettuale di destra?

"Sì, perché curo la libertà dell’individuo, per poi arrivare alle masse. Credo inoltre che la politica economica migliore sia quella liberale. A questo però si aggiunge un fraintendimento. Avendo fatto del fascismo un mio frequente oggetto di studi, qualcuno pensa che sia fascista. Un’assurdità. Continuo invece a indagare il tema perché credo sia un problema non ancora risolto".

 

Le sarebbe piaciuto diventare ministro della Cultura?

GIORDANO BRUNO GUERRI

"La mia vita ne sarebbe uscita rovinata ma come avrei fatto a rifiutare una tale sfida? In ogni caso non mi è mai stato proposto, il governo è andato in un’altra direzione, componendo una squadra omogenea, senza disturbatori o tenori".

 

 

Come vede Giuli?

"Non ne voglio parlare, è un amico, una persona colta, fattiva, ha capacità per sviluppare il settore, farà bene. E comunque anch’io annuso i libri. È buonissimo quell’odore fresco di stampa". Sembrava che dovesse andare al MAXXI.

 

giuli meloni

"Solo una voce. Presentando il libro, mi sono ritrovato con davanti trenta persone perché si erano dimenticati di mandare gli inviti. Ho voluto infierire sulla responsabile della comunicazione, facendole presente che sarei presto stato il nuovo direttore. Poverina, lei è impallidita. Ho poi raccontato l’aneddoto a Roberto D’Agostino e si è creato il fraintendimento. Io sto benissimo al Vittoriale".

dago foto porcarelli

 

Nonostante i continui furti?

"Non dica così, sono stati due. Uno di un proiettore, in una zona isolata. Un altro compiuto da una banda organizzatissima interessata all’oro da fondere. Abbiamo incrementato la sorveglianza. In compenso i risultati sono ottimi. Stiamo per toccare i 300 mila visitatori, il doppio rispetto a quando sono arrivato. E credo che sia un risultato legato al lavoro svolto per cambiare l’immagine di D’Annunzio. Non a caso oggi vedo tante scolaresche".

giordano bruno guerrigiordano bruno guerrimeme giorgia meloni alessandro giuliGiordano Bruno Guerri con la moglie Paola Veneto

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI NON AVEVA ALCUNA VOGLIA DI VOLARE A PARIGI AL VERTICE ORGANIZZATO DA MACRON PER L’UCRAINA (E SI VEDEVA), MA HA DOVUTO ABBOZZARE – IL TOYBOY DELL’ELISEO HA APPARECCHIATO UN TAVOLO CON TUTTI I PRINCIPALI LEADER EUROPEI (PIÙ IL BRITANNICO STARMER, PRIMO CONTRIBUTORE DI KIEV, DOPO GLI USA) E LA DUCETTA NON POTEVA DISERTARE – A CONVINCERLA È STATO ANCHE IL PRESSING DELLA "FIAMMA MAGICA", CHE LE HA FATTO NOTARE CHE NON PRESENZIARE L’AVREBBE ISOLATA COMPLETAMENTE. MEGLIO PARTECIPARE, E MARCARE LA PROPRIA DISTANZA AGENDO COME “DISTURBATRICE” TRUMPIANA. E COSÌ È STATO – IL PIANO DI TRUMP: RIAVVICINARE PUTIN ALL’ORBITA EURO-ATLANTICA PER LASCIARE SOLO XI JINPING...

jd vance giorgia meloni

L'ANGOLO DEL BUONUMORE – OGGI IL "CORRIERE" VERGA UN ARTICOLO SURREALE, IN CUI SCOPRIAMO CHE “IL MANTRA DELLA MELONI” È "LA DEMOCRAZIA BASATA SUL FREE SPEECH” (DITELO AI GIORNALISTI NON APPECORONATI QUERELATI DAL GOVERNO) – NON SOLO: GIORGIA MELONI “CONDIVIDE IN TOTO” IL DISCORSO DI JD VANCE, GIUDICATO DA TUTTI I LEADER EUROPEI (A RAGIONE) INQUIETANTE –  IL GRAFFIO FINALE: “SE IL NUMERO DUE DELLA CASA BIANCA NON HA CONVINTO LA NOSTRA PREMIER È NEI TONI E NEL REGISTRO DI AGGRESSIVITÀ”. PROPRIO LEI, CHE SBROCCA UN GIORNO SÌ E L’ALTRO PURE...

forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri

DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER SILVIO È ARRIVATA ALLE STELLE: IL PARTITO È DIVENTATO ORMAI UN FEUDO DOMINATO DAL QUARTETTO  DA TAJANI-BARELLI-MARTUSCIELLO-GASPARRI - DOPO AVER SPADRONEGGIATO IN LUNGO E IN LARGO, NELLA SCELTA DEL GIUDICE COSTITUZIONALE ALLA CONSULTA È ARRIVATA UNA PESANTE SCONFITTA PER TAJANI - È DA TEMPO CHE LA FAMIGLIA BERLUSCONI NON SA DOVE SBATTERE LA TESTA PER RIUSCIRE A SCOVARE UN SOSTITUTO AL 70ENNE CIOCIARO, RIDOTTO IN UN BURATTINO NELLE MANI DI GIORGIA MELONI, CHE È RIUSCITA AD ANESTETIZZARLO CON LA PROMESSA DI FARE DI LUI IL CANDIDATO NEL 2029 ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA (CIAO CORE!) - OLTRE AL PARTITO E ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE CON IMPERDONABILE RITARDO COGNITIVO HA COMPRESO CHE IL GOVERNO NON È UN’ALLEANZA MA UN MONOCOLORE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OCCORRE AGGIUNGERE UN ALTRO ‘’NEMICO’’ DI TAJANI: L‘89ENNE GIANNI LETTA. NELLA SUA AFFANNOSA (E FALLITA) BATTAGLIA PER PORTARE ALLA PRESIDENZA DELLA RAI LA SUA PROTETTA SIMONA AGNES, TAJANI E I SUOI COMPARI NON SI SONO SPESI, SE NON A PAROLE...

donald trump giorgia meloni almasri husam el gomati osama njeem almasri giovanni caravelli

DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI? - COME È POSSIBILE CHE UN DISSIDENTE LIBICO, HUSAM EL-GOMATI, PUBBLICHI SU TELEGRAM DOCUMENTI E NOTIZIE DEI RAPPORTI SEGRETI TRA LA MILIZIA LIBICA DI ALMASRI E L'INTELLIGENCE ITALIANA, SQUADERNANDO IL PASSAPORTO DEL CAPO DELL’AISE, CARAVELLI? - CHI VUOLE SPUTTANARE L'AISE E DESTABILIZZARE IL GOVERNO MELONI POSTANDO SUI SOCIAL LA FOTO DEL TRIONFALE RITORNO A TRIPOLI DI ALMASRI CON ALLE SPALLE L'AEREO DELL'AISE CON BANDIERA ITALIANA ? - CHE COINCIDENZA! IL TUTTO AVVIENE DOPO CHE TRUMP HA DECAPITATO L'INTELLIGENCE DI CIA E FBI. UNA VOLTA GETTATI NEL CESSO GLI SPIONI DELL'ERA OBAMA-BIDEN, E' INIZIATO UN REGOLAMENTO DI CONTI CON I PAESI GUIDATI DA LEADER CHE TIFANO TRUMP? - VIDEO

guerra ucraina vladimir putin donald trump ali khamenei xi jinping volodymyr zelensky

DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA - CINQUE PREVISIONI CHE NON SI SONO AVVERATE SULL’UCRAINA CON L'ARRIVO DEL NUOVO INQUILINO DELLA CASA BIANCA: 1) MARK RUTTE, SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO: “KIEV ENTRERÀ NELLA NATO, È UN PROCESSO IRREVERSIBILE”. ORA ANCHE ZELENSKY PARLA DI PIANO B – 2) NON SI FA LA PACE SENZA LA CINA. FALSO: TRUMP ALZA LA CORNETTA E PUTIN LO ASPETTA – 3) XI JINPING: “L’AMICIZIA CON LA RUSSIA È SENZA LIMITI” (MANCO PER IL GAS) – 4) L’IRAN S’ATTACCA AL DRONE: LA RUSSIA L'HA MOLLATA – 5) L’EUROPA, SOLITO SPETTATORE PAGANTE CHE NON CONTA UN CAZZO