meloni salvini

PROSCIUTTO E MELONI - BUTTAFUOCO FA LO SHAMPOO ALLA “DUCETTA”: “PER ERRORI E PRESUNZIONE, LA DESTRA POLITICA E’ DESTINATA A SPEGNERSI DEFINITIVAMENTE. INCERTA E CONTRADDITORIA, GIORGIA MELONI SI E’ ACCODATA ALL’ALA MERCANTILE DI ‘FORZA ITALIA’ CHE VEDE IN RENZI L’EREDE DI BERLUSCONI. SALVINI LE HA SOTTRATTO TUTTI GLI ARGOMENTI E ORA...”

Pietrangelo Buttafuoco per “il Tempo”

 

pietrangelo buttafuoco

Errore e presunzione. Se ne fa la somma ed ecco il disastro. La Fiamma si riduce al lumicino. Nella vicenda politica che porta alla nascita del governo di Giuseppe Conte c' è una conseguenza e un perché. Nella prima c' è l' avvenuta dismissione del centrodestra in conseguenza dell' alleanza «del Cambiamento», quella tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Nel secondo - il perché - della destra politica che ha origine nel Msi e che si destina, ormai, a spegnersi definitivamente.

 

Incerta e contraddittoria, scartando e tornando sui suoi passi, Giorgia Meloni - la pur formidabile leader di Fratelli d' Italia - incappa in un capitombolo: un conto, infatti, è la benevolenza dei media; altro compito è la capacità di produrre idee. Con la prima, ma senza la seconda, non si va da nessuna parte. E in nessun posto ormai arriva FdI.

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

 

All' alba del governo Lega-Cinquestelle, Meloni spara a palle incatenate contro quella possibilità, accodandosi all'ala mercantile di Forza Italia (quella da sempre nostalgica del Patto del Nazareno che vede in Matteo Renzi l' erede di Silvio Berlusconi) e lasciando così di stucco gli elettori che avevano votato la Fiamma, resistendo alle sirene di un Salvini che le aveva già sottratto tutti gli argomenti - tutti - propri della destra... (da «prima gli italiani» fino ad arrivare a «identità, sovranità e sicurezza»).

 

MATTARELLA E GIORGIA MELONI

Errori, presunzione e demonizzazioni. FdI, pur di avere un ruolo di governo, teorizza persino un centrodestra impegnato a cercare in aula i voti mancanti (dimenticando di botto tutte le battaglie contro i trasformismi). La Fiamma, non richiesta - e sempre alla ricerca di un pretesto - tuona altresì contro il Colle bruciando persino un imbufalito M5S sulla richiesta di impeachment.

 

GIORGIA MELONI

Demonizzazioni, appunto. Concorrenza sleale. E non solo con la Lega. Daniela Santanché - tra i protagonisti del partito meloniamo - difende i valori tricolori in tivù contro un Di Maio quando questi, a Napoli, chiamando all' appello gli italiani, sta usando una squillante prosa almirantiana. Si sa: buon sangue, non mente. Ma la scena, nel rovente sciogliersi della crisi di governo, assume toni surreali: chi è più di chi, la Pitonessa prestata alla destra o il figlio del missino prestato alla novità grillina?

GIORGIA MELONI

 

Nella somma che fa il totale, perfino la gestione piccina picciò di fare le cose sempre al chiuso dell' apnea romana. È l'antico difetto del Msi, perpetuato in FdI, di considerare il partito come una grande federazione romana e nulla più. Mai una volta che nei talk show, nel dibattito politico, si giochi la carta di Nello Musumeci.

 

Il governatore della Regione siciliana, esponente di punta di FdI, pur abile comunicatore, è tenuto lontano dai riflettori durante la faticosa campagna elettorale ma - ancora peggio- escluso dal dibattito politico nazionale quando già un Toti, dalla sua Liguria, o un Michele Emiliano, dalla sua Puglia, tengono banco nella dialettica della scena nazionale.

 

Tutto passa nell' aritmetica degli ultimi giorni. La Fiamma di Giorgia Meloni cerca uno spazio all' ultimo miglio. Offre, non richiesta, l' appoggio dei gruppi parlamentari di Fdi al possibile nascente governo con un video da una terrazza della Capitale. Chiede per se stessa un ministero e per i suoi almeno quattro posti di sottosegretario, facendo trapelare a uso dei retroscenisti dei giornali solo la richiesta del dicastero.

giorgia meloni manifestazione

 

Salvini che non ci pensava già per nulla - nicchia rinviando la decisione al colloquio con Di Maio, certo del niet di quest' ultimo. E così è, infatti. Meloni si ritrova a dover confermare il via libera al governo. Da qui l' ultima capriola (al momento!) con la decisione di mutare il sì dei Fratelli in astensione.

 

Il povero Guido Crosetto - l' unico che aveva capito tutto sin da subito - si morde le mani e tace. E si mordono le mani e tacciono gli elettori, pronti a passare ovunque, a Nord come al Centro e al Sud, sotto le insegne rassicuranti di Salvini: uno che la politica la fa, perché la decide. E la decide tutta a Destra.

giorgia meloni famiglia tradizionale

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