boldrini

BOLDRINOVA, A NOI – LA PRESIDENTE DELLA CAMERA FISCHIATA A LATINA ALLA CERIMONIA CHE SANCISCE IL CAMBIO DEL NOME DEL PARCO MUSSOLINI ORA INTITOLATO A FALCONE E BORSELLINO– I CONTESTATORI PERQUISITI COL METAL DETECTOR - MA LA BOLDRINMEIER SA CHE SENZA IL FASCISMO, LATINA (GIA' LITTORIA) NON ESISTEREBBE? – VIDEO

 

 

BOLDRINI LATINA CONTESTATABOLDRINI LATINA CONTESTATA

Giuseppe Marino per il Giornale

 

E alé, è andata: fascismo zero, politicamente corretto 1. Ancora una volta la democrazia è salva grazie all' eroina della resistenza toponomastica. No pasaran!

 

L' intrepida Laura Boldrini è piombata ieri alla cerimonia di intitolazione del parco comunale di Latina, nella tana del nemico nazifascista. «Del resto - ha ricordato alla folla dei fan, mentre i fischiatori erano contenuti da un cordone di polizia - sono stata anche a Casal di Principe, dove si pensava che succedesse chissà cosa e invece...». E invece niente: nessun mafioso l'ha insidiata e così anche ieri a Latina non l' ha assalita nemmeno drappello di camice nere.

 

BOLDRINIBOLDRINI

Solo una piccola folla inferocita perché ieri la presidente della Camera è venuta a Latina a fare esattamente ciò che aveva smentito: «Mai detto di voler abbattere i monumenti e i simboli fascisti, è la macchina del fango», è qui la voce le è salita di tono come da istruzioni appuntate su un pugno di fogli in cui il discorso era scandito da penna blu e rossa. E alla fine è davvero cambiato il nome di un luogo simbolo di una città fondata dal regime fascista. La cerimonia di ieri ha infatti sancito il cambio del nome del parco comunale di Latina, da «Arnaldo Mussolini» a «Falcone e Borsellino».

 

Un delitto perfetto. Con la complicità del sindaco di Latina Damiano Coletta, Laura Boldrini continua così ad alludere con ambiguità alla cancellazione dei simboli fascisti, riesce a farne fuori uno davvero piccolo piccolo, e così fa contenti i suoi fan, il popolo di sinistra più nostalgico e conservatore, ancorato al vecchio mantra dell' anti fascismo, l' unico che ancora potrebbe elargire qualche voto indispensabile a una presidente della Camera in cerca di collocamento. Oltretutto l' obiettivo è ottenuto senza alimentare la tesi scivolosa della demolizione dei simboli del Ventennio.

 

BOLDRINIBOLDRINI

Ufficialmente, spiega Dario Bellini, il capogruppo della lista civica che sostiene Coletta a Latina, «non si può dire nemmeno che sia stato cambiato il nome del parco, perché è stato intestato al fratello di Mussolini solo per pochi anni dal 1938 al 43». Poco dopo anche la città, su pressione degli americani, e per volontà di un podestà particolarmente pronto a cambiare bandiera, mutò nome da Littoria a Latina. Negli anni l' allora sindaco Ajmone Finestra, ex repubblichino, mette nel parco una targa col nome del fratello del duce, ma non cambia l' intitolazione all' anagrafe.

 

Il sindaco attuale, primo non di destra a Latina, dal 1993, coglie l' occasione per un momento di visibilità e per pagare un tributo politico allo sgangherato schieramento politico di Giuliano Pisapia, cui Coletta, dopo aver vinto una battaglia civica, senza colori politici, avrebbe deciso di far approdare il proprio movimento locale. Un parco val bene una messa in piazza Santi Apostoli a Roma, dove il sindaco Coletta compare alla manifestazione di «Campo progressista». La Boldrini ci mette il suo imprimatur.

 

L' aspetto triste colto da alcuni dei contestatori, perquisiti a uno a uno col metal detector come allo stadio mentre urlavano «Littoria, Littoria», è che per ottenere questi microscopici obiettivi di visibilità politica, si usa come paravento la mafia e i 25 anni della morte di Falcone e Borsellino.

 

BOLDRINI CONTESTATABOLDRINI CONTESTATA

Boldrini sciorina tutto il suo repertorio, ci mette dentro ovviamente anche la violenza contro le donne, la lotta alla mafia e al fascismo «che è la stessa cosa». Non cita mai Mussolini, ma ricorda che «l' apologia di fascismo è reato». Come se il nome di un parco possa essere roba da codice penale. E allora perché non, ad esempio, il Palazzo M di Latina? E pazienza se Boldrini dimentica che senza il fascismo, Latina, nata nel 1932 dalla bonifica dell' Agro pontino, non esisterebbe. Nel frattempo si spengono le luci sul parco e il suo prato totalmente secco. Il sindaco, prima di pensare al cambio di nome, si era dimenticato di farlo potare. Il verde, vittima collaterale di un' altra vittoriosa battaglia contro il fascismo.

BOLDRINIBOLDRINI

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)