raffaele cantone luigi di maio giuseppe conte

CANTONATE SU ANAC – TENSIONE TRA RAFFAELE CANTONE E IL GOVERNO: PER DI MAIO IL CODICE DEGLI APPALTI BLOCCA IL PAESE, È COMPLICATO E ILLEGGIBILE – CONTE TELEFONA AL PRESIDENTE ANAC PER RASSICURARLO. L'EX PM A CIRCO MASSIMO: "INCIDENTE SUPERATO, L'ITALIA È UN PAESE DIVERSAMENTE CORROTTO", E POI APRE A DASPO E AGENTI SOTTO COPERTURA – I GRILLINI NON HANNO GRADITO LA DISPONIBILITÀ A PARTECIPARE AL GOVERNO COTTARELLI, MA L’INCARICO SCADE NEL 2020, E CANTONE HA PRONTA UNA CARTA DA TIRAR FUORI…

1 - DUELLO SU CANTONE POI IL CHIARIMENTO: «IL CODICE CAMBIERÀ»

Sara Menafra per il Messaggero

 

RAFFAELE CANTONE

C' è voluta mezza giornata ed una telefonata con abbondante passo indietro a far rientrare l' incidente tra governo e Anac. Alla fine, però, la tensione sembra effettivamente risolta: il presidente dell' autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, rassicura i suoi e spiega che non ha alcuna intenzione di lasciare l' incarico prima del tempo.

 

luigi di maio e giuseppe conte

Con Conte, almeno al telefono, c' è stato un chiarimento di merito, e un impegno: il codice degli appalti cambierà, diventando più semplice e potrebbero essere rivisti alcuni poteri della stessa autorità di controllo.

 

Pur essendo stato nominato dal Pd, Cantone ha sempre avuto una canale di comunicazione aperto coi Cinque stelle, nel corso della scorsa legislatura.

 

I grillini non hanno però gradito la disponibilità, mai ufficialmente smentita, a partecipare al governo Cottarelli che due settimane fa sembrava destinato a nascere, soppiantando il tentativo giallo verde. Forse proprio per questo, dopo la critica di Conte due giorni fa alla Camera, già alle nove di mattina, Luigi Di Maio, dalla sede di Leonardo a Pomigliano, va giù duro.

luigi di maio con profumo e de gennaro alla leonardo di pomigliano

 

Il codice degli appalti è «complicato e illegibile», esclama: «Sta bloccando il paese». Danilo Toninelli incontra il magistrato a metà mattinata e prova a ricucire, ben cosciente che visto che l' incarico di Cantone non scade averlo nemico potrebbe diventare un problema.

 

Dopo la riunione, pubblica un video su Facebook: «Il mio ministero intende aprire un tavolo di confronto per le migliorie legislative che servono. Cercheremo la massima collaborazione con Anac».

TONINELLI

 

LA TELEFONATA

Poche ore ancora e Cantone entra ad un convegno alla Luiss. Il sorriso di circostanza c' è, ma un po' tirato. Le parole di Di Maio? «Ne prendo atto -risponde - ho già parlato con Danilo Toninelli e gli ho detto cosa penso».

 

Lasciare l' incarico? «No, sono tranquillo, il mio incarico scade nel 2020». In tempo reale, la battuta è sulla home page di tutti i siti internet di informazione. E visto che il nuovo governo vive di comunicazione 2.0, passa qualche minuto e Cantone si alza dal tavolo di presidenza del convegno alla Luiss per rispondere ad una telefonata: dall' altro lato c' è il premier Conte.

giuseppe conte

 

Dice che le sue parole sono state «male interpretate» e chiede di superare l' incidente. Ovviamente, a partire dalla revisione proprio del codice degli appalti. Sebbene l' incidente sia archiviato, l' ex pm ha deciso di tenersi in tasca una carta da tirar fuori la prossima settimana, nel corso della presentazione della relazione annuale a cui ha invitato Conte: in quel documento di 320 pagine si dirà che gli appalti pubblici sono in crescita.

 

E, dunque, l' idea che siano i controlli di Anac a bloccare la crescita delle infrastrutture sarebbe falsa. Che qualcosa si debba cambiare, lo pensa anche lui.

 

2 - ANAC, CANTONE: "DOPO TRE ANNI L'ITALIA È UN PAESE DIVERSAMENTE CORROTTO. SÌ A DASPO E AD AGENTI SOTTO COPERTURA"

Alberto Custodero per www.repubblica.it

raffaele cantone e dietro franco marini

 

"Incidente certamente archiviato. Il presidente Conte mi ha spiegato il senso delle sue parole: si trattava di una frase estrapolata da un contesto, il quale invece andava in un senso diverso, cioè che l'Autorità è un punto di riferimento nel contrasto alla corruzione".

 

È il commento del presidente dell'autorità anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone, ospite a Circo Massimo su Radio Capital, dopo la telefonata, ieri, con Giuseppe Conte in cui ha potuto chiarire le affermazioni del premier martedì alla Camera ("Non abbiamo i risultati che ci attendevamo, forse abbiamo investito troppo sull'Anac").

raggi cantone

 

Giannini (dopo aver ricordato che il premier "con una procedura irrituale ha ricevuto i rappresentanti dei dissesti bancari, come banca Etruria, durante la consultazioni per la formazione del governo"), domanda:

 

L'Italia è un Paese più corrotto o meno corrotto a distanza di 3 anni?

"È un Paese diversamente corrotto. C'è attenzione e rispetto del mondo nei nostri confronti. Dopo l'incidente con Conte, ho ricevuto molti attestati sul piano internazionale. La Francia vuole imitare il nostro modello, i nostri controlli sull'Expo sono considerati best practice dall'Ocse.

 

Oggi, dopo tre anni, siamo invitati all'estero a parlare del modello italiano non per spiegare come funziona la corruzione. Ma come funziona l'anticorruzione"

 

APPALTI

Percepisce intorno alla sua Autorità un clima non positivo da parte del nuovo governo e della nuova maggiorana? Sembra esserci un cortocircuito: da un lato la volontà di un rilancio forte caro al M5s della lotta alla corruzione, ma dall'altro lato forse non c'è una convinta adesione a quello che avete fatto in questi anni?

"La mia idea è che l'Anac nasce nel momento in cui è stato deciso che, oltre alla repressione penale, deve essere dato più spazio alla prevenzione. Se questa opzione cambia, è una scelta della politica. Io credo che la prevenzione sia indispensabile non in alternativa ma in aggiunta alla repressione".

 

Ormai sono tre anni che la sua autorità è in campo, c'è qualcosa che doveva o poteva funzionare meglio nella lotta contro corrotti e corruttori?

massimo giannini

"Noi non facciamo la lotta alla corruzione o ai corruttori. Il nostro ruolo è far rispettare le regole di prevenzione alla corruzione. Il nostro è un lavoro diverso da quello che deve fare la magistratura. Si poteva fare di più in alcuni ambiti? Sì, su alcuni aspetti.

 

Per esempio sui tempi di risposta agli imprenditori o ai richiedenti alle stazioni appaltanti in tema di pre contenzioso, sulle vigilanze fatte molto più velocemente. Ma va detto che siamo l'unica Autorità indipendente a cui è imposto un limite di bilancio.

 

GIULIA GRILLO TONINELLI LUIGI DI MAIO

Non nel senso che abbiamo poche risorse, ma (difficile da spiegare) che ne possiamo spendere poche. In sostanza, siamo autofinanziati dal mercato. Ma i soldi che abbiamo li possiamo spendere con grande difficoltà".

 

Sul tema del codice degli appalti anche il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha delle perplessità. Cosa ha da dire?

giuseppe conte

"Toninelli mi ha detto che è un dossier che vuole studiare con attenzione. Sia il premier che il ministro mi hanno detto che c'è esigenza di rendere più fluido il meccanismo degli appalti.

 

Ma non è il nostro codice dell'Anac, è stato votato dal Parlamento e dal Governo. Molte di quelle norme sono state approvate con consenso trasversale soprattutto nelle Commissioni. Sì, è possibile una deregulation. E noi faremo la nostra parte. Ma il codice degli appalti è competenza di governo e Parlamento"

 

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIULIA GRILLO

Jean Paul Bellotto: "Siamo stati colpiti dalla notizia che in Spagna l'ex tesoriere del partito popolare è stato condannato a 33 anni di carcere per corruzione. Cosa impensabile in Italia. Un possibile inasprimento delle pene potrebbe avere un effetto di deterrenza, da noi, o no?"

"L'inasprimento delle pene c'è stato nel precedente governo, ma siccome non funziona in modo retroattivo non si sono ancora visti gli effetti. Da noi i responsabile dei crac bancari se la cavano con la sospensione condizionale della pena, negli Usa vengono condannati a 20 anni. Ma non è una questione di pene: possiamo avere risultati se impediamo a corrotti e corruttori di continuare a fare quello che facevano".

 

 

giuseppe conte 1

Bellotto e Giannini incalzano poi il presidente Cantone sulle novità annunciate dal discorso programmatico del premier e da esponenti della maggioranza: il Daspo per corrotti e corruttori e l'introduzione dell'agente sotto copertura. 

 

"Il Daspo per corrotti e corruttori si può intendere come una serie di misure tali per cui se sei un politico condannato non puoi tornare alla politica. Ma bisogna stimolare anche gli imprenditori che spesso si giustificano sostenendo che 'non potevamo fare diversamente'.

 

luigi di maio 1

La corruzione è un reato bilaterale, entrambi devono essere puniti. Quindi sì ai politici e amministrativi fuori dalla politica. Ma anche gli imprenditori fuori dagli appalti. In questo senso ben venga un Daspo, però vogliamo vedere come".

 

"Sono favorevole all'agente sotto copertura - afferma Cantone - distinguendolo dall'agente provocatore, figura particolarmente pericolosa. Riprendo quel che ha detto il procuratore Ielo: l'agente provocatore tende a creare nuovi casi di corruzione artificiale, ci bastano quelli veri".

raffaele cantone con la moglie rosanna (3)

 

Giannini: "Può essere un problema il fatto di essere stato nominato dal governo Renzi, lei sa che i nuovi arrivati tendono a esecrare tutto ciò che è stato fatto in passato?

"Io sono stato nominato dal governo ma la mia nomina fu votata all'unanimità, e quindi anche dai 5Stelle e dal centrodestra. Rivendico di essere equidistante, i nostri maggiori 'datori di lavoro', in passato sono stati esponenti del mondo 5 Stelle ma anche tanti del centrodestra e della Lega perchè è più comodo occuparsi di corruzione quando si fa opposizione.

 

Abbiamo ricevuto tantissimi esposti. E abbiamo avuto tanti attestati di stima. Se si cambia idea va bene. Ma noi siamo un'autorità indipendente e la nostra durata va oltre quella del mandato di governo".

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA) , HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E EDLLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO, ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’