george pell harry potter

CI PENSO IOR! - IL CARDINALE PELL, VOLUTO DA BERGOGLIO ALLA SEGRETERIA PER L’ECONOMIA, È STATO MESSO AI MARGINI DAGLI ALTRI CARDINALI (CHE LO CHIAMANO "PELL POTTER") - PER TROVARE IL NUOVO PRESIDENTE IOR, IL PAPA S’AFFIDA ALL’AVVOCATO JEFFREY LENA

1 - DAGOREPORT

george pell george pell

La riforma dello IOR incassa un altro, imprevedibile, stop. Il cardinale australiano George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia, il dicastero voluto da Bergoglio per coordinare le politiche economiche del Vaticano, è stato messo ai margini all’interno del Consiglio dei Cardinali. La sua ventilata riforma dell’Istituto Opere religiose è stata giudicata troppo aggressiva e eccessivamente vicina ai desiderata della “Lobby maltese”, mal digerita in Curia per i suoi molteplici affari.

george pell george pell

 

La presenza fissa del Segretario di Stato, Parolin, nel cosiddetto “G8” delle porpore - evolutosi oramai in un “G9” - è stata studiata proprio per disinnescare Pell e il suo piglio autoritario che ha indisposto gli altri cardinali. Oltretevere la sicumera di Pell, convinto di trasformare lo IOR con la bacchetta magica, è stata già irrisa con il soprannome di “Pell Potter”, a richiamare il maghetto della saga di Joanne Rowling.

 

Ormai decaduta l’ipotesi De Franssu, sponsorizzato proprio da Pell e dal membro maltese del board del consiglio per l’Economia Joseph Zahra, per il nuovo Presidente della “Banca di Dio” il Papa s’è affidato all’esperienza e alle conoscenze dell’avvocato americano Jeffrey Lena.

 

2 - GUERRA SULLE FINANZE VATICANE I "MALTESI" PUNTANO AL FORZIERE

Stefano Zurlo per "il Giornale"

 

GIUSEPPE BERTELLOGIUSEPPE BERTELLO

Uno scontro. Il cardinal Giuseppe Bertello contro il collega australiano George Pell. Due diverse concezioni che si affrontano. E la battaglia dello Ior che prosegue in altro modo. Ora la posta in palio non è più solo il famoso istituto, al centro di tante trame anche romanzesche, ma l'Apsa (l'Amministrazione del patrimonio della sede apostolica, ndr), ovvero il motore economico del Vaticano. O meglio, si è aperta ormai una partita complessa che riguarda le principali leve finanziarie della Santa Sede. E le due banche che hanno il loro quartier generale dentro le mura leonine: lo Ior e appunto l'Apsa, che è molto più grande anche se meno nota del turbolento Istituto per le opere di religione.

 

Il torrione Niccolò V, sede dello Ior  niccolovIl torrione Niccolò V, sede dello Ior niccolov

Dunque, a quel che risulta al Giornale, lo scontro è esploso già martedì al C8 (di fatto C9 con l'ingresso del segretario di Stato Pietro Parolin), il consesso dei cardinali chiamati a dettare le linee guida su temi delicatissimi. Il decisionista Pell ha proposto la sua strategia: la nomina di Jean-Baptiste de Franssu alla guida dello Ior e una profonda revisione dell'Apsa che passerebbe in parte sotto il controllo del Consiglio per l'Economia, in cui lo stesso Pell è affiancato da alcuni laici emergenti, come l'onnipresente de Franssu.

 

monsignor parolin arriva al suo primo incontro bilaterale italia vaticano monsignor parolin arriva al suo primo incontro bilaterale italia vaticano

Così Pell, ribattezzato non senza ironia Pell Potter, si è trovato contro Giuseppe Bertello che manifesta una linea più prudente e chiede chiarezza. Va bene il cambiamento ed è giusto battere la strada della trasparenza purché non diventi l'alibi per manovre di potere. In particolare, c'è chi punta il dito contro l'attività frenetica della cosiddetta lobby maltese, così chiamata perché farebbe capo al finanziere maltese Joseph Zahra, autorevole membro e vicecoordinatore del Consiglio.

 

La lobby brigherebbe per piazzare alla testa dello Ior de Franssu. Ora però i riflettori si accendono sull'Apsa e sul meeting del Consiglio atteso per sabato. Che cosa accadrà nel week end? Il progetto, secondo quel che trapela dai Sacri Palazzi, sarebbe articolato: verrebbe tolto di mezzo il board tecnico che assiste l'Apsa e in cui spicca la figura, assai influente, dell'inglese Peter Sutherland. Eliminato il principale ostacolo, l'Apsa potrebbe essere spacchettata, o se si preferisce, divisa in due.

Bergoglio Superman Bergoglio Superman

 

L'Apsa cosiddetta ordinaria andrebbe sotto il controllo del Segretariato per l'economia, l'Apsa straordinaria finirebbe invece sotto l'ombrello del Consiglio per l'economia. E l'idea sarebbe quella di affidarne la gestione ad un Comitato per gli investimenti in cui fanno la parte del leone, guardacaso, i maltesi e i loro amici: insomma il solito Zahra, l'altrettanto onnipresente de Franssu, e l'avvocato messinese Franco Vermiglio, legato agli altri due da solidi interessi finanziari. Il terzetto si troverebbe a controllare un patrimonio enorme e avrebbe fra le mani tutte le operazioni immobiliari targate Apsa.

JEAN BAPTISTE DE FRANSSUJEAN BAPTISTE DE FRANSSU

 

Ma, naturalmente, nel C8 e poi nel Consiglio per l'economia c'è chi la pensa in tutt'altro modo e non vuole smantellare gli assetti attuali ed eliminare figure prestigiose come quella di Sutherland. Lo scudo deve rimanere a tutela dell'indipendenza dell'Apsa. E così la partita coinvolge tutti e due i livelli: quello laico e quello ecclesiastico, con la contrapposizione fra cardinali. Bertello contro l'australiano Pell, grande sponsor dei maltesi.

 

Joseph ZahraJoseph Zahra

Tutti vogliono voltare pagine e lasciarsi definitivamente alle spalle un passato non sempre glorioso. Solo che ai concetti-bandiera, declinati con enfasi dalle varie parti in causa, seguono diverse visioni sulla conduzione della macchina finanziaria della Santa Sede. E a complicare le cose c'è il risiko delle poltrone strategiche che potrebbe partire nei prossimi giorni. Tutti danno ormai per scontate le dimissioni o la cacciata di Ernst von Freyberg, il presidente dello Ior, arrivato alla testa dell'istituto di credito pochi giorni prima della nomina di papa Francesco.

 

Il banchiere tedesco non ha fatto male ma non avrebbe stabilito un vero feeling con papa Francesco e anzi ha ricevuto nei giorni scorsi una dura lettera dal prelato allo Ior Battista Ricca, stimatissimo da Bergoglio. Dunque, si dà per imminente il cambio della guardia e nei giorni scorsi è circolato il nome di de Franssu, considerato in pole position per il delicatissimo incarico. Ora le carte sono state rimescolate e i giochi si sono riaperti.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO