renzi carrai

CARRAI NON PASSERAI? CERTO CHE PASSERAI! - IL MIGLIORE AMICO DI RENZI, BLOCCATA LA NOMINA A CAPO DELLA CYBER-SECURITY, DIVENTERÀ ''CONSULENTE'' DEL DIS, IL DIPARTIMENTO DEI SERVIZI SEGRETI CHE DIPENDE DIRETTAMENTE DA PALAZZO CHIGI - 70MILA EURO L'ANNO PER UN CONFLITTO D'INTERESSI GRANDE COME UNA CASA. COME LA CASA CHE PAGAVA A RENZI

Antonio Massari e Davide Vecchi per il “Fatto quotidiano

carrai renzi cybersecuritycarrai renzi cybersecurity

 

Una consulenza per Marco Carrai firmata dal Dipartimento informazioni per la sicurezza (Dis). È di questo che si discute da giorni, tra la presidenza del Consiglio e il vertice del Dipartimento, per sistemare la partita che vede Renzi spingere, ormai da mesi, per affidare al suo amico un incarico nei servizi segreti italiani. La firma del direttore del Dis, Gianpiero Massolo, secondo i programmi, dovrebbe arrivare la prossima settimana per un incarico da circa 70 mila euro. E in queste ore il Dis, di concerto con Palazzo Chigi, sta studiando che tipo di consulenza affidare a Carrai, stabilendo se secretarla oppure no.

carrai renzi cybersecurity 5carrai renzi cybersecurity 5

 

Tramontata l' idea di piazzare Carrai alla guida della cyber-security italiana, il 3 aprile, intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione In mezz' ora, Renzi aveva annunciato: "Carrai lavorerà con me a Palazzo Chigi, non ci vedo nulla di male, e il progetto della cyber-security andrà avanti ugualmente".

carrai renzi cybersecurity 3carrai renzi cybersecurity 3

 

Evidentemente Renzi aveva in mente proprio il Dis, che dipende dalla Presidenza del Consiglio. Oggetto dell' incarico, ancora una volta, la cyber-security così cara all' amico del premier. Consulenza che gli viene affidata anche in virtù dei suoi ottimi rapporti con Israele, con la quale potrà collaborare ai futuri progetti di sicurezza informatica.

marco carrai agnese landini renzimarco carrai agnese landini renzi

 

Il Fatto Quotidiano, con un' inchiesta pubblicata poche settimane fa, ha rivelato un' intricata matassa societaria che vede al centro Carrai e altri importanti uomini legati al premier, come il finanziere londinese Davide Serra, o il leopoldino Fabrizio Landi, poi nominato nel cda di Finmeccanica. E un progetto, quello appunto della cyber-security, che nasce già nell' estate 2012 quando Renzi scende in campo per la prima volta, candidandosi alle primarie del Pd, che lo vedranno soccombere a Bersani.

agnese landini renzi  nozze carraiagnese landini renzi nozze carrai

 

RENZI E CARRAIRENZI E CARRAI

In quell' estate Carrai vola in Lussemburgo per creare la Wadi Ventures management capital sarl, con il lobbista israeliano Jonathan Pacifici e Marco Bernabé. Poi in Italia crea la Cambridge management consulting labs, società che si occupa di consulenza per le aziende, mentre nelle società lussemburghesi iniziano gli aumenti di capitale, grazie agli ingressi di Serra e Leonardo Bellodi, già responsabile delle relazioni istituzionali di Eni, poi di Landi e Michele Pizzarotti, patron del quarto gruppo di costruzioni italiano, infine Reuven Ulmansky, veterano della unità 8200 dell' esercito israeliano, equivalente alla Nsa americana.

 

Ecco, dopo l' inchiesta del Fatto, e i conseguenti malumori del Quirinale, Renzi abbandonò l' idea di affidare a Carrai l' intero comparto della cyber-securiry. In queste ore torna alla carica, con una consulenza firmata dal Dis, ma il problema resta identico: sarebbe il caso che Carrai, prima di essere nominato, lasci tutte le società e faccia chiarezza sui suoi rapporti privati.

RENZI CARRAIRENZI CARRAI

 

D' altronde, è lo stesso Carrai ai vertici elle fondazioni che hanno finanziato, attraverso la ricerca di fondi, l' ascesa politica di Renzi. Ed è lo stesso Carrai che, a Firenze, metteva un appartamento a disposizione dell' ex sindaco e presidente di Provincia. Lo stesso Carrai poi nominato alla guida degli aeroporti toscani.

 

E nel 2014, proprio nell' anno in cui Renzi diventa premier, fonda la CYS4 , la cyber-security company, con tre sedi in Italia e una a Tel Aviv. Anche da consulente del Dis, insomma, Carrai si troverebbe in conflitto di interessi. Ma questo non sembra scoraggiare né lui, né Renzi, che aspetta nella prossima settimana di poter finalmente vedere l' ingresso del suo fidato amico all' interno dei servizi segreti. Se non è potuto entrare platealmente dall' ingresso principale, con la guida di un' intera agenzia, che possa farlo da un ingresso secondario, con una semplice consulenza.

carrai cybersecurity renzicarrai cybersecurity renzi

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....