SOCCORSO AZZURRO PER RENZI – IN VISTA DEL VIETNAM AL SENATO SULL’ITALICUM, IL CAV VA IN AIUTO DI RENZI - LA GELMINI: ‘IL VERO ASSE È TRA NOI E IL ROTTAMATORE: LUI NON È COMUNISTA’

Amedeo La Mattina per "La Stampa"

Silvio Berlusconi osserva con stupore quello che sta accadendo alla Camera sulla legge elettorale. Segue con sottile soddisfazione le convulsioni del Pd e la tenuta dell'accordo che aveva stretto con Matteo Renzi nella sede del Pd a Largo del Nazareno. Una tenuta che sta però correndo sul filo del rasoio, che ha ballato su maggioranze risicate e tra le dita dei franchi tiratori nel segreto dell'urna.

Ieri l'accordo Matteo-Silvio sull'Italicum ha rischiato seriamente di sfracellarsi su un emendamento che prevedeva la doppia preferenza di genere (un uomo e una donna): non è passato per 20 voti e grazie alla presenza dei ministri convocati d'urgenza dal sottosegretario Graziano Delrio.

Ecco, la sensazione del Cavaliere è che nel Pd la grande caccia a Renzi sia già cominciata e che il passaggio al Senato della legge elettorale sarà un Vietnam. «Figuriamoci cosa accadrà quando in Parlamento arriveranno i provvedimenti economici e sul lavoro - ha osservato Berlusconi - quando esploderà lo scontro con la Cgil, quando Renzi dovrà contare soltanto sulla sua maggioranza».

Insomma, per dirla con le parole della responsabile comunicazione di Forza Italia Bergamini, «in che condizioni si ritroverà il Pd dopo la legge elettorale?». Forza Italia è quasi meravigliata della velocità con cui si è messo in moto l'istinto cannibalesco nel partito che regge la maggioranza di governo.

Sta scoprendo in questi giorni alla Camera che la crisi interna al Pd è più ampia di quanto si potesse immaginare. Come questo si ripercuoterà sulla tenuta di Renzi sarà il tema delle prossime settimane. E questo chiama in causa l'atteggiamento che dovrà tenere il partito del Cavaliere, che non esclude il «soccorso azzurro». Quel soccorso che il Cavaliere avrebbe promesso a Renzi nel colloquio a quattr'occhi durante le consultazioni per la formazione del governo.

«È presto per dire che Forza Italia sarà la stampella di Renzi - spiega un dirigente azzurro - perché dipende da come finisce la partita della legge elettorale al Senato e che proposte porterà Renzi in Parlamento su fisco, mercato del lavoro, contro la burocrazia. Bisognerà vedere dove trova i soldi per fare tutto quello che ha promesso». Già oggi il Consiglio dei ministri sarà un banco di prova di primissimo piano. «Renzi - sostiene Giovanni Toti - deve tirare fuori il famoso coniglio dal cilindro. Vediamo come sarà fatto questo coniglio e quanti miliardi di euro porterà nella pelliccia».

Il punto focale è il taglio al cuneo fiscale annunciato dal governo. «Vediamo se ci saranno i fondi per fare queste misure, se l'Europa ce le farà fare. Noi - precisa il consigliere politico di Berlusconi - ci auguriamo che Renzi ce la faccia. I conti sono quelli che sono, come ci ha ricordato l'Europa, e la maggioranza è la stessa che sosteneva Letta».

Una maggioranza che potrebbe non bastare. Renzi potrebbe avere bisogno di voti del Cavaliere, di quel «soccorso azzurro» che rimane sullo sfondo. «Non è da escludere niente - ammette Maria Stella Gelmini. Quello che noto stando in aula tutto il giorno e seguendo da vicino le dinamiche del Pd, posso dire che sulla legge elettorale sta tenendo l'asse tra Renzi e Berlusconi. Questo è l'asse vero, anche dal punto di vista culturale. Renzi non è un comunista: su molte questioni è più vicino a noi. Vedremo cosa farà e cosa il Pd gli consentirà di fare su fisco e lavoro».

È ancora presto per scenari di ribaltamento dell'attuale maggioranza e alla fine nel Pd potrebbe prevalere l'istinto di autoconservazione, evitando che il Cavaliere diventi il king maker di nuovi equilibri politici. «Ma se il Pd si spacca - ipotizza Osvaldo Napoli - e si porrà il problema di sostenere la linea moderata di Renzi contro la sinistra massimalista, non c'è dubbio che Berlusconi dirà "siamo tutti renziani". Si potrebbe addirittura formare una nuova maggioranza e un nuovo governo. A quel punto ad Alfano verrebbe un coccolone».

 

 

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