cecilia sala iran teheran amabasciata americana

TUTTI I REGIMI PRATICANO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI", MA QUELLO IRANIANO È IL "MIGLIORE" DI TUTTI - CECILIA SALA È L'ULTIMA DI UNA LUNGA SERIE DI PERSONE ARRESTATE CON UNA SCUSA DALLE AUTORITÀ DI TEHERAN, DAL 2010 SONO ALMENO 66 GLI STRANIERI FINITI IN MANETTE E USATI COME MONETA DI SCAMBIO DAL REGIME PER OTTENERE IL RILASCIO DI PRIGIONIERI: IL PRIMO CASO NEL 1979, QUANDO 52 DIPLOMATICI AMERICANI RIMASERO SOTTO SEQUESTRO PER 444 GIORNI - LO STESSO FANNO CINA, RUSSIA, TURCHIA E COREA DEL NORD...

 

Articoli correlati

CECILIA SALA SI E TROVATA NEL POSTO SBAGLIATO NEL MOMENTO SBAGLIATO - IL GIORNALISMO NON ...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per "La Repubblica"

 

CECILIA SALA

La chiamano “diplomazia degli ostaggi”, con una definizione che ingentilisce quel che in realtà spesso nasconde: sequestri di Stato. La praticano tutti i regimi, Cina, Russia, Turchia, Nord Corea, ma nessuno come la Repubblica islamica dell’Iran l’ha resa una consolidata strategia di politica estera, la risposta asimmetrica a sanzioni, isolamento diplomatico e indagini internazionali.

 

Non per caso a Teheran ogni anno si celebra la prima presa d’ostaggi avvenuta in piena Rivoluzione iraniana, come a considerarla uno degli atti fondativi: il 4 novembre 1979 un gruppo di studenti occupò l’ambasciata americana dopo l’ordine dell’ayatollah Khomeini di colpire gli interessi del “Grande Satana” e 52 diplomatici americani rimasero sotto sequestro per 444 giorni. Fu il primo, eclatante, episodio: ne sono seguiti molti altri.

 

ambasciata americana a teheran presa d assalto

Cittadini stranieri, o con doppio passaporto, possono essere giornalisti, operatori umanitari, ricercatori, sostanzialmente chiunque, arrestati con un pretesto qualsiasi (Cecilia Sala è stata prelevata nel suo hotel senza neppure una contestazione formale) e poi accusati di spionaggio o di tramare per il rovesciamento del governo in carica.

 

Gli elementi di prova sono inesistenti, irrilevanti o costruiti ad hoc, comunque utili ai diplomatici della teocrazia per giocarseli in negoziati segreti e ottenere ora il rimpatrio di soggetti incriminati dai tribunali occidentali, ora vantaggi in trattative economiche o militari. Dal 2010 ad oggi, secondo le associazioni dei diritti umani, risultano 66 arresti di stranieri (o con doppia cittadinanza) in Iran, a novembre di quest’anno si contavano ancora una decina di occidentali imprigionati.

 

CECILIA SALA

L’ultimo scambio è quello di Johan Floderus, diplomatico svedese dell’Unione Europea fermato nell’aprile del 2022 all’aeroporto di Teheran. Poco più che trentenne, era lì per una vacanza di una settimana con amici: le autorità iraniane lo hanno incolpato di reati che prevedono la pena di morte (spionaggio, attività contro la sicurezza dello Stato, collusione con Israele) e lo hanno tenuto nel carcere di Evin per due anni, fino al momento in cui hanno ottenuto ciò che volevano: la liberazione di Hamid Nouri, condannato in Svezia perché ritenuto responsabile delle esecuzioni di massa di dissidenti politici iraniani nel 1988.

 

Johan Floderus - arrestato in iran

Prima di Floderus, nel settembre 2015 aveva rivisto il cielo dopo otto anni a Evin Siamak Namazi, uomo d’affari iraniano-americano, arrestato il 13 ottobre 2023 per “aver collaborato con un governo straniero”. Il rilascio è avvenuto anche qui con uno scambio tra detenuti ma dopo che gli Stati Uniti hanno acconsentito allo sblocco di 6 miliardi di dollari di rendite petrolifere per Teheran ferme dal 2018 in Sud Corea.

 

E ancora: Clotilde Reiss, studentessa francese di 23 anni, in prigione in Iran nel 2009 perché accusata di sostenere il Movimento verde che contestava la rielezione di Ahmadinejad, rimpatriata dopo la scarcerazione in Francia di Vakili Rad, l’assassinio di Shapur Bakhtiar, ultimo premier sotto lo scià; Olivier Vandecasteele, operatore umanitario b elga, sentenza a 40 anni e 74 frustate perché ritenuto falsamente una spia, 455 giorni in un penitenziario fino allo scambio, mediato dall’Oman, con il terrorista Assadolah Assadi.

 

EVAN GERSHKOVICH ABBRACCIA LA MADRE DAVANTI A JOE BIDEN

[…] L’Occidente accusa la Cina di aver fatto “diplomazia degli ostaggi” su due canadesi, Michael Spavor e Michael Kovrig, incarcerati per 1.019 giorni e liberati solo dopo la decisione del governo canadese di rimettere in libertà Meng Wanshou, dirigente finanziaria di Huawai su cui pendeva un mandato d’arresto Usa.

 

Una settimana prima dell’invasione dell’Ucraina, poi, la cestista americana Brittany Griner è stata fermata all’aeroporto di Mosca con dell’olio di hashish nel bagaglio: condannata a 9 anni e liberata l’8 dicembre 2022 in cambio del trafficante d’armi Viktor But.

 

Stessa sorte per Evan Gershkovich, inviato del Wall Street Journal , nel 2023 condannato dalla Russia a 16 anni in una colonia penale e infine rilasciato in uno scambio con Vadim Krasikov, “il killer di Berlino” caro a Putin […]

VLADIMIR PUTIN - DRONI - IRAN RUSSIAevan gershkovich in tribunale 1cecilia sala cecilia sala 7EVAN GERSHKOVICH cecilia sala 8CECILIA SALA STORIES cecilia sala 9cecilia sala la trattativa di khamenei per cecilia sala il giornalone la stampa

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?