matteo renzi carlo calenda marcello pittella vito bardi elly schlein

SENZA IL CENTRO, IL PD È SPACCIATO – LA LEZIONE DELLA BASILICATA: VITO BARDI HA VINTO GRAZIE AI 38MILA VOTI RACCOLTI DA “AZIONE” E LA LISTA RENZIANA “ORGOGLIO LUCANO”, CHE HANNO SFIORATO IL 15%. MERITO DEI “CACICCHI” INVISI A ELLY SCHLEIN: LA SEGRETARIA MULTIGENDER DEL PD HA MESSO ALL’ANGOLO MARCELLO PITTELLA, EX GOVERNATORE DIMESSOSI PER UN’INCHIESTA, POI ASSOLTO MA NON RICANDIDATO DAI DEM. “MI HANNO SBATTUTO LA PORTA IN FACCIA, SAI COSA…”

1. BASILICATA, I 38 MILA VOTI AL CENTRO CHE HANNO FATTO VINCERE BARDI

Estratto dell'articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

VITO BARDI

«In Basilicata si vince al centro. Vito Bardi ha scelto noi e ha vinto. Il Pd ha scelto il Movimento 5 Stelle e ha perso. Tutto il resto è noia». Matteo Renzi gira il coltello nella piaga. Il governatore del centrodestra è stato infatti riconfermato con l’apporto decisivo di Italia viva (con il simbolo di Orgoglio Lucano) e di Azione di Carlo Calenda.

 

I 153.088 voti di Bardi, senza i 19.646 di Azione e i 18.371 di Orgoglio Lucano sarebbero 115.071. Poco più di mille voti in più dei 113.979 dello sfidante di campo largo, Piero Marrese. Un conto basico, forse, ma il tema è lì davanti agli occhi: i centristi, includendo anche Forza Italia, in Basilicata hanno superato il 30%. Con un contributo di sostanza dagli ex Pd. Per rimanere ai freddi numeri, fa bene Vito Bardi a sottolineare il successo elettorale: «Rispetto alle elezioni del 2019 in termini assoluti si tratta di oltre 28 mila voti in più».

 

VITO BARDI - ANTONIO TAJANI

Ma appunto, assai meno dei 38 mila voti raccolti dalle due formazioni nate in area Dem.

Ma di quel che sarà tra centristi e il resto del centrodestra forse è ancora presto per parlare. Raffaella Paita, la coordinatrice Iv, la dice così: «Senza il centro […] questa vittoria non ci sarebbe stata. Bardi se ne è reso conto e ha avuto la capacità di allargare le alleanze. Queste forze superano ampiamente Lega e Fratelli d’Italia». Significa «che c’è uno spazio grande al centro, e noi l’abbiamo utilizzato bene».

 

Carlo Calenda […]  è assai più cauto: «Non è perché siamo andati bene in Basilicata allora siamo decisivi per qualcosa». Soprattutto, «non vogliamo essere decisivi per la perpetuazione di questo bipolarismo. E non vogliamo essere decisivi per la costruzione di un governo incapace come quello della Meloni».

 

CARLO CALENDA E MATTEO RENZI

[…] Dal Pd, Lorenzo Guerini non vuole dare la battaglia per persa: «Bisogna fare in modo che l’alleanza sia la più larga possibile, con i veti non si va nessuna parte». E così, «la rinuncia a fare davvero il campo largo ha viziato l’esito. Si è deciso di chiudere la collaborazione con le forze centriste, che là hanno un peso e un radicamento fatto di nomi e cognomi».

 

Nel centrodestra, l’umore migliore è in Forza Italia: «Sono molto soddisfatto per quanto riguarda il mio partito — dice il segretario (e vicepremier) Antonio Tajani — perché aver superato il 13% e aver avuto un risultato analogo all’Abruzzo è la dimostrazione che l’obiettivo del 10% alle Europee è assolutamente raggiungibile». Anche perché «in Basilicata siamo aumentati non solo in percentuale, ma anche in voti nonostante il calo dei votanti».

VITO BARDI

 

Ma riguardo ai rapporti con i centristi, per Maurizio Gasparri meglio non correre: «Un accordo per le regionali non è indicatore di alcuna azione di natura nazionale. La sinistra doveva fare un campo largo e non lo ha fatto, noi abbiamo allargato il campo del centrodestra ma si tratta di alleanze locali. […]»

.

Fratelli d’Italia, sui social, si limita ad annotare: «Campo largo battuto 8-1, ed è solo il riscaldamento». […]  Mentre la Lega dice grazie ai 20 mila elettori che «hanno scelto la Lega, che supera M5S e Calenda. Avanti così!”. […]

 

2. LA «VENDETTA» DI PITTELLA, L’EX GOVERNATORE PD CHE SPOSTA IL PESO A DESTRA

Estratto dell’articolo di Claudio Bozza per www.corriere.it

 

raffaella paita

La vendetta politica contro il Pd, suo ex partito, il lucano doc Marcello Pittella l’ha pianificata nei dettagli per mesi. E alla fine se l’è gustata più che fredda, virando sul candidato governatore del centrodestra Vito Bardi e trasformandosi nell’ago della bilancia centrista, con la casacca di Azione.

 

In sintesi: Pittella e l’altra lista di centro Orgoglio lucano (vicina a Renzi) sono state fondamentali per la vittoria del centrodestra. Insieme l’area di centro che fu Terzo Polo in Basilicata vale 15%, con un lieve vantaggio di Azione. […]

 

CARLO CALENDA E MATTEO RENZI

Ma come è stato articolato il diabolico piano di Pittella? L’allora governatore del Pd, […] costretto a dimettersi per un’inchiesta sulla sanità regionale e poi assolto 3 anni dopo il passo indietro, non ha mai digerito la mancata candidatura con i dem alle Politiche del 2022. «Mi hanno sbattuto la porta in faccia, lo sai cosa allora...», sbottò. Cambio di casacca e candidatura con Azione al Senato. Niente elezione, ma l’aveva messo in conto.

 

Perché i voti di Pittella sono di Pittella. Pochi social, tante strette di mano, a cena casa per casa di tutti gli elettori nella provincia di Potenza, un feudo dove non manca compleanni, comunioni e feste di paese. Un vecchio modo di fare politica, […] che funziona ancora benissimo da queste parti: non a caso «Maurizio Marcello Claudio» […] è stato il più votato con oltre 7 mila preferenze.

 

VITO BARDI - MARCELLO PITTELLA

E poco o niente sembra avere influito il divorzio politico dal fratello Gianni, altro recordman, già vicepresidente del Parlamento Ue e oggi sindaco di Lauria (come peraltro fu Marcello), che per niente ha gradito la capriola verso il centrodestra del fratello […]. […]

 

L’altro tassello del boom centrista, gestito anche qui dalla renziana Lella Paita reduce da un’operazione analoga pro centrodestra con Bucci a Genova, è arrivato grazie all’attivismo di Mario Polese, avvocato 42enne, consigliere regionale del Pd, poi passato con Italia viva. Polese, grazie al contenitore civico Orgoglio lucano, ha incassato i frutti dell’attivismo per stabilizzare i precari Covid nella sanità e quelli dell’operazione che ha esteso il «bonus gas» anche alle imprese, e non solo agli utenti privati.

 

MARCELLO PITTELLA

Una strategia […] che ha consentito al governatore Bardi di ipotecare la sua rielezione a governatore, visto che grazie alle royalties pagate dalle compagnie petrolifere per estrarre idrocarburi nel «Texas d’Italia» è riuscito ad azzerare le bollette del gas. E si appresta a fare altrettanto per quelle dell’acqua.

GIANNI E MARCELLO PITTELLA giorgia meloni vito bardi

 

 

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?