berlusconi letta salvini

CERCASI PATTO DELLA CROSTATA – SILVIO SGUINZAGLIA GIANNI LETTA PER UN NUOVO NAZARENO CON IL PD DE-RENZIZZATO – SALVINI, PERO’, PUNTA ANCORA SU PALAZZO CHIGI, MAGARI CON “GIGGINO” COME VICE PREMIER. SE SCENDE A PATTI CON IL M5S, LA GIUNTA DELLA LOMBARDIA DUREREBBE COME UN GATTO IN TANGENZIALE

 

Amedeo la Mattina per la Stampa

 

GENTILONI

Ha dato appuntamento agli eletti di Forza Italia il prossimo mercoledì e nella lettera di convocazione ha precisato che intende collaborare in maniera leale con gli alleati, «fermo restando l' impegno a sostenere il candidato premier indicato dal maggiore partito della coalizione». Silvio Berlusconi non riesce a fare esplicitamente il nome di Matteo Salvini, ma tutti dentro Fi assicurano che sia scontato.

 

Non sembra che le cose stiano così. Il Cavaliere precisa che intende fare «tutto il possibile per consentire all' Italia di uscire dallo stallo, di darsi un governo, di rimettersi in cammino sulla strada della crescita nella responsabilità e nella sicurezza». E in effetti sta lavorando sotto traccia per convincere una parte del Pd a sostenere un esecutivo di centrodestra. Ha messo in moto Gianni Letta con l' obiettivo di aprire una breccia con Paolo Gentiloni e Dario Franceschini.

 

gianni letta e berlusconi

Impresa ardua, soprattutto se rimane il nome di Matteo Salvini come candidato premier. Le manovre sono all' inizio, il gioco a scacchi è alle mosse di apertura. Le cose saranno più chiare mano a mano che si avvicinerà l' insediamento del Parlamento e l' elezione dei presidenti delle due Camere. Ma qualcosa si capirà con il vertice tra Salvini, Berlusconi e Meloni (potrebbe tenersi nei prossimi giorni). Il punto è: cosa accadrebbe se Gentiloni e Franceschini, come è probabile, rispondessero di non essere interessati alla proposta oppure chiedessero di mettere da parte Salvini?

 

PAOLO GENTILONI DARIO FRANCESCHINI

Forse per questo Berlusconi continua a non citare esplicitamente con nome e cognome il capo della Lega. Vuole tenersi aperta la possibilità di dire a Matteo, «guarda che una maggioranza potremmo trovarla se a guidare il governo non sarai tu». Salvini sa che potrebbe finire così e sa pure cosa rispondere: «Non se ne parla, non mi metto da parte dopo tutti i voti che ho preso».

 

Chissà, quella che sembra oggi una posizione granitica potrebbe diventare più malleabile quando nessuno sarà in grado di dare una soluzione al rompicapo post-elettorale. Il punto però è che Berlusconi ha una sola carta da giocare, con il rischio di finire nel baratro di nuove elezioni dove Fi verrebbe definitivamente massacrata. Salvini invece ha più carte da giocare al momento opportuno.

 

DI MAIO SALVINI

La prima è l' accordo con i 5 Stelle, prima escluso ora non più. In quel caso si porrebbe il problema di chi farebbe il premier. Dicono che Salvini sarebbe disposto a condividere Palazzo Chigi con Di Maio nella veste di vicepremier, ma chiederebbe la responsabilità del ministero dell' Interno. La seconda carta è il ritorno alle urne, con un corollario non secondario: nuove elezioni con una nuova legge elettorale che preveda il premio di maggioranza. Proposta allettante per i 5 Stelle che potrebbero sperare di avere una maggioranza autosufficiente. La stessa tentazione che avrebbe Salvini, il quale si mangerebbe in un sol boccone Forza Italia.

 

ROBERTO MARONI ATTILIO FONTANA

Una prospettiva che terrorizza Berlusconi e gli azzurri (non certo il governatore ligure Giovanni Toti: dipendesse da lui avrebbe già fatto un solo partito). Ad Arcore non credono a questo scenario. Dicono che se Salvini facesse un accordo con i 5 Stelle la giunta regionale della Lombardia entrerebbe in crisi. I leghisti fanno spallucce, spiegato che sono pochi i consiglieri di Fi, che non si dimetterebbero perché sanno che verrebbero subito rimpiazzati. In Veneto nessun tocca foglia che Zaia non voglia. Idem in Liguria, a proposito di Toti.

 

Ma ogni cosa a suo tempo. Adesso ci sono una serie di passaggi da fare. Il primo è l' elezione dei presidenti di Camera e Senato. Si capirà se Lega e M5S vanno d' accordo. Sembra di sì perché Di Maio punta ad eleggere uno dei suoi (Fico?) a Montecitorio e Salvini un suo senatore nel più alto scranno di Palazzo Madama. Chi?

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…