francesco tedesco depone sul caso stefano cucchi

''CHIEDO PERDONO'' - VIDEO: LA DEPOSIZIONE DEL CARABINIERE FRANCESCO TEDESCO SUL PESTAGGIO DI STEFANO CUCCHI: '' IL MARESCIALLO MI DICEVA 'TU DEVI DIRE CHE NON È SUCCESSO NIENTE, CHE CUCCHI STAVA BENE. SE VUOI CONTINUARE A FARE IL CARABINIERE DEVI SEGUIRE LA LINEA DELL’ARMA'. AVEVO DAVANTI UN MURO INSORMONTABILE'' - ECCO COME SECONDO LUI ANDÒ QUELLA NOTTE: ''CUCCHI DISCUTEVA COI MIEI COLLEGHI, CHE LO PRESERO A CALCI. QUANDO LO TIRAI SU MI DISSE…''

 

 

 

Giovanni Bianconi per il ''Corriere della Sera''

 

francesco tedesco depone sul caso stefano cucchi

«Tu devi dire che non è successo niente, che Cucchi stava bene. Se vuoi continuare a fare il carabiniere devi seguire la linea dell’Arma». Il vice brigadiere Francesco Tedesco — 37 anni, imputato per l’omicidio preterintenzionale del detenuto romano arrestato la sera del 15 ottobre 2009 e morto una settimana più tardi — attribuisce a questa frase del maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca comandante supplente della stazione Roma-Appia, i nove anni di omertà con cui lui stesso ha taciuto e coperto il «violentissimo pestaggio» di Stefano Cucchi confessato al pubblico ministero Giovanni Musarò solo l’estate scorsa, con una versione che accusa delle botte i suoi colleghi coimputati, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.

 

 

 

«Vissi quell’esortazione come una minaccia, insieme a tanti altri comportamenti», racconta Tedesco davanti alla Corte d’Assise in una deposizione-fiume cominciata con la richiesta di perdono rivolta alla famiglia Cucchi e agli agenti della polizia penitenziaria processati e assolti in passato: «Chiedo scusa per i nove anni di silenzio, ma avevo davanti un muro insormontabile». Il muro costruito con intimidazioni mascherate da consigli che gli avrebbero impedito di svelare prima ciò che adesso racconta sollecitato dalle domande del pm e dei suoi avvocati difensori, Eugenio Pini e Stefano Petrelli.

francesco tedesco all'udienza del processo sulla morte di stefano cucchi

 

 

È la storia di un arresto notturno per droga uguale a tanti altri, trasformatosi prima in dramma e poi in uno scandalo. «Dopo la perquisizione domiciliare — ricorda Tedesco, offrendo il proprio volto a telecamere e fotografi — siamo andati alla caserma Casilina per il fotosegnalamento di Cucchi, ma al momento di prendere le impronte digitali Stefano ha avuto un battibecco con Di Bernardo, perché non voleva sporcarsi le mani con l’inchiostro. Hanno cominciato a insultarsi, Cucchi ha fatto il gesto di dare uno schiaffo a Di Bernardo. Era più una violenza verbale che altro.

 

francesco tedesco depone sul caso stefano cucchi

A quel punto D’Alessandro ha chiamato Mandolini, il quale ci ha ordinato di rientrare perché, essendo un italiano fornito di documenti, non c’era bisogno del fotosegnalamento. Mentre uscivamo Cucchi e Di Bernardo hanno continuato a offendersi, finché Di Bernardo gli ha dato uno schiaffo abbastanza violento.

 

Poi D’Alessandro, che stava chiudendo il computer, gli ha dato un calcio all’altezza del sedere, facendolo cadere. Io ho detto “ma che cazzo fate?”. Poi ho spinto Di Bernardo, e D’Alessandro gli ha dato un secondo calcio, mi pare in faccia. Io l’ho spinto via dicendo “non vi avvicinate, non vi permettete”, ho preso sottobraccio Cucchi che mi ha detto “non ti preoccupare, sto bene, sono un pugile”».

francesco tedesco all'udienza del processo sulla morte di stefano cucchi 1

 

 

 

Da quel momento, rientrati tutti nella caserma Appia, è cominciato il calvario di Cucchi che l’indomani mattina è stato accompagnato in tribunale dallo stesso Tedesco: «Camminava lentamente, trascinando una gamba, e aveva gli occhi arrossati. Si capiva che era stato picchiato». Una settimana più tardi Cucchi morì nel reparto carcerario dell’ospedale Sandro Pertini.

 

E cominciò ad alzarsi il «muro impenetrabile» costruito anche con le bugie e i silenzi del vicebrigadiere che decise di attenersi alla «linea dell’Arma» emersa intorno a lui giorno dopo giorno: «In più occasioni mi fu fatto capire che non dovevo fare azioni isolate, né discostarmi dal comportamento degli altri. Per esempio quando davanti a me Mandolini chiamò un superiore della stazione di Tor Sapienza per dirgli che la relazione di servizio del piantone sulle condizioni di Cucchi non andava bene, dopo dieci minuti è arrivata quella modificata, e lui ha strappato la prima; io ho vissuto quell’episodio come una violenza».

 

Non l’unica. «Quando seppi che Cucchi era morto — continua Tedesco —, scrissi un’annotazione di servizio in cui ricostruii ciò che avevo visto. Ne stampai due copie, ma dopo qualche giorno mi accorsi che nel fascicolo dove le avevo inserite non c’erano più».

 

ilaria cucchi

A questa versione c’è il riscontro di un registro che appare manomesso, come fu manomesso quello del fotosegnalamento dal quale fu cancellato il nome di Cucchi: «Erano tutti tranquilli». Poi Tedesco partì per la Puglia per un periodo di ferie prontamente concesso dal Mandolini, e ricevette una telefonata sospetta: «Mi chiamarono Di Bernardo e D’Alessandro per chiedermi come stavo, e D’Alessandro disse, a proposito della vicenda Cucchi, “mi raccomando, fatti i cazzi tuoi, occhio”».

 

 

 

Tedesco si adeguò, anche dopo aver saputo di essere indagato nell’inchiesta-bis, nel 2015. Con un programma per ripulire il computer fece sparire le tracce della relazioni di servizio che oggi vorrebbe tanto ritrovare, e dalle intercettazioni risulta che fosse d’accordo con D’Alessio e Di Bernardo nel concordare le versioni e continuare a coprire la verità.

 

udienza del processo sulla morte di stefano cucchi 2

«Mi fingevo loro amico per non destare sospetti, avevo paura di loro e delle conseguenze che potevo subire», spiega. Il controesame condotto dall’avvocato Bruno Naso, difensore di Mandolini, cerca di mettere in luce contraddizioni e smagliature nel racconto del carabiniere «pentito», che però si mostra granitico nella sua ricostruzione. E aggiunge: «Non dissi nulla ai superiori perché ebbi la sensazione che si volesse coprire tutto».

 

La «linea dell’Arma» ha retto fino al luglio scorso quando Tedesco — evidentemente per alleggerire la propria posizione processuale e distinguerla da quella di chi oggi accusa essere i picchiatori di Cucchi, fornendo una versione che trova conferme nel racconto di un detenuto che parlò con Cucchi dopo l’arresto, a Regina Coeli — ha denunciato la scomparsa della relazione e accusato i colleghi del pestaggio. Proprio mentre il comando generale gli comunicava l’avvio della procedura disciplinare che potrebbe portarlo alla destituzione. Interrotta solo in seguito, in attesa della fine del processo.

stefano cucchiilaria stefano cucchi

 

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…