LO SMEMORATO DI GEMONIO - IL TRAMONTO DEL CAPO, LASCIATO SOLO DA TUTTI NEL SUO UFFICIO A VIA BELLERIO - C’È CHI PER IL TROTA VORREBBE L’ESPULSIONE, MA MARONI NON RIESCE A PRENDERE UNA DECISIONE CONTRO IL PRESIDENTE A VITA DEL CARROCCIO - IL RISCHIO DI RITROVARSI UN PRESIDENTE CHE NON POTRÀ PARLARE DI SOLDI, DI FIGLI, DI FAMIGLIA, DI SCUOLA, DI NIENTE…

1- COME
Jena per "La Stampa"
Maroni non ne ha mai saputo nulla, come Amato ai tempi di Craxi.


2- E IL SENATUR RESTA SOLO NEL FORTINO DI VIA BELLERIO
Giovanni Cerruti per "La Stampa"

«Roberto, hai visto che roba...». Al telefono con Bobo Maroni, a fine mattina, Umberto Bossi non sa che altro dire. Da tre ore è nella sua stanza di via Bellerio, solo, con il suo sigaro e quest'avviso di garanzia che non poteva non arrivare. Truffa ai danni dello Stato.

I soldi dei cittadini italiani, e della Lega, che finiscono a figli e famigli, per vizi e sfizi. Fosse capitato a un Clemente Mastella ne avrebbero impiccato il fantoccio sul pratone di Pontida. Ma succede al Capo. Ai figli del Capo. E a giorni potrebbe aggiungersi la moglie del Capo. Che fino a sera resta chiuso lì, nella solitudine di via Bellerio. Che roba...

L'avevano visto arrivare alle 9,30. Presto, troppo presto per le sue abitudini. Mezz'ora più tardi hanno bussato con l'avviso di garanzia. «C'è anche per i miei figli?». Che pure loro l'hanno lasciato solo. La golf nera di Riccardo ieri non ha dato i soliti due colpi di clacson per farsi aprire la porta carraia.

E Renzino, con un trolley verde leghista, l'hanno fotografato a Malpensa quelli de «Linkiesta.it», all'imbarco del volo per Marrakesh, Marocco. Se Bossi, alle sei del pomeriggio, ha acceso «Radio Padania» avrà sentito il tormentone del Dj, la canzone «Casablanca» degli Squallor, «dedicata a Renzo in vacanza»: «Casablanca Casablanca/non è il grano che mi manca».

Fuori da via Bellerio cronisti e tv aspettano una dichiarazione, un commento, un qualsiasicosa. Arriverà niente. Anche perché non c'è nessuno che entra, i parlamentari sono a Roma, Maroni è in giro per comizi. Per molto meno qualche mese fa ci sarebbe stata la gara a chi arrivava primo, a chi accende il sigaro, a chi regge il posacenere. Sì, certo, una dichiarazione d'affetto per il vecchio capo non la negherà nessuno, e solo Giancarlo Gentilini andrà fuori dal coro: «Meglio che non si facciano vedere né ai congressi né ai comizi, e questo vale anche per Bossi. Bisogna avere il coraggio di mandarli a casa».

«Per faccendieri, ladri e ciarlatani non c'è posto nella Lega del futuro». Quando Bobo Maroni mette queste righe sulla sua pagina di Facebook non sa ancora degli avvisi di garanzia. Appena lo sa, appunto, chiama il vecchio e malandato amico. «Mi sembra un atto dovuto, quello della magistratura». Bossi sarà presidente della Lega a vita, secondo l'accordo che i due hanno firmato venerdì scorso. Non lo può abbandonare: «Sono strasicuro della sua buonafede. Penso che avrà firmato i bilanci e le carte che gli preparava Belsito. Quello sarà stato il suo errore, aver scelto ed essersi fidato della persona sbagliata».

Dall'inchiesta, al momento, sembra uscire altro e di più. I 5 mila ero al mese, a testa, per Renzo, Riccardo e gli alimenti alla ex moglie Maruska Abbate. Una paghetta ben robusta. Con le distinte di pagamento firmate da Umberto Bossi, come ha confermato la segretaria amministrativa Nadia Degrada. E il vecchio papà Bossi ora è nei pasticci. O dice che sapeva o deve dire che non aveva capito, far la parte del malato svagato e smemorato: e questo fosse sarebbe peggio, anche per la Lega. Perché da otto anni, dopo l'ictus, sia pure attraverso il Cerchio Magico che l'ha imprigionato, Bossi la Lega l'ha comandata, ha trattato con Silvio Berlusconi, ha governato e dato ordini incontestabili ai suoi.

Oppure è tutta colpa di figli e famigli. E ora babbo Bossi lo si può anche immaginare carico di sensi di colpa. «Ho sbagliato a mandarlo in politica, a farlo diventare consigliere regionale. Ora Renzo sta male», aveva confidato una notte di fine aprile, dopo un comizio in Veneto. Renzo che da grande voleva diventare come Umberto. Renzo che, per la mamma Manuela, doveva diventare come Umberto. Renzo che alle elementari, nella letterina di Natale, scriveva: «Come regalo voglio il mio papà a casa con me». Giuseppe Leoni, amico, senatore e fondatore della Lega, difende il vecchio amico: «Per la Lega quell'uomo lì ha sacrificato la famiglia».

E poi Riccardo, il più grande, 33 anni, figlio del primo matrimonio con Gigliola. Per lui via Bellerio è una seconda casa, va e viene quando gli pare, e adesso si capisce perché: 5000 euro. La voglia di andare all'Isola dei Famosi stroncata dal padre: «Lo prendo a calci in culo». Una virilità rivendicata anche nel momento dei guai, quando nelle carte di Belsito compare una richiesta per una cosa blu: «Per scopare non ho bisogno di Viagra». La passione per le auto e i rally. «Mio figlio è pilota ufficiale dell'Audi», ha ripetuto Bossi nell'ultimo anno di comizi. Non era vero. Ma è vero che gliel'hanno raccontata così.

Renzo che dà interviste politiche a «Diva e Donna», Riccardo che concede esclusive a «Novella 2000». Che roba... Ma quando il gioco si fa duro, devono giocare. «Non ho mai preso soldi dalla Lega», aveva dichiarato Renzo al suo settimanale di riferimento. E così, quando cala il tramonto sull'orizzonte di Marrakesh, ecco che Renzo telefona ad Alessandro Franzi dell'agenzia Ansa. «Sono qui con la mia compagna per una vacanza che avevo dovuto rinviare per motivi di lavoro. Sono sereno e confido nella magistratura. Avrò finalmente la possibilità di difendermi e mostrare la mia totale estraneità alle accuse che mi verranno mosse».

Si è dimesso da consigliere regionale, Renzo. Ma adesso nella Lega c'è chi vorrebbe di più, chi invoca l'espulsione: «Non lo so», risponde Maroni dal comizio di Senago, nel Milanese, dove la Lega è al ballottaggio «e queste cose certo non ci aiutano». E un «non lo so» che può valere anche per il futuro della Lega, che vorrebbe liberarsi di inchieste e forse anche di Bossi, ma non può. Con il rischio di ritrovarsi un presidente che non potrà parlare di soldi, di figli, di famiglia, di scuola, di niente. E per salvarsi dalle accuse, magari, dovrà pure accettare la parte dello smemorato di Gemonio. E questa è la roba più triste.

 

UMBERTO BOSSI IN LACRIME CON ROBERTO MARONI SUL PALCO DI BERGAMO MARONI E BOSSIBOSSI E MARONIBOSSI E MARONIBOSSI E MARONI RENZO BOSSI CON LA MAGLIETTA DEL TROTARENZO BOSSI - TROTA Riccardo Bossi RENZO, RICCARDO E UMBERTO BOSSI

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…