giuseppe conte tafazzi

COMUNQUE VADA, UNA COSA È CERTA: CONTE CI PERDE LA FACCIA – PEPPINIELLO APPULO, CHE COME DICE DI MAIO ORA INDOSSA I PANNI DA “ASPIRANTE DI BATTISTA”, SI È INFILATO DA SOLO IN UN CUL DE SAC: SE FA CADERE IL GOVERNO SARÀ BOLLATO COME IRRESPONSABILE, SE RICUCE CON DRAGHI DA PAVIDO CACADUBBI – E GRILLO CHE DICE? UN INTERVENTO DI BEPPE-MAO POTREBBE TOGLIERE LE CASTAGNE DAL FUOCO, MA FORSE ORMAI È TROPPO TARDI…

CONTE DRAGHI

Stefano Cappellini per “la Repubblica”

 

Se il Conte uno era per autodichiarazione il premier del «populismo gentile» e il Conte due per definizione di Nicola Zingaretti (poi revocata) il «fortissimo punto di riferimento dei progressisti», il Conte tre aspetta ancora qualcuno che battezzi autorevolmente la sua nuova fase con un'immagine più generosa di quella che ne dà in privato lo scissionista Luigi Di Maio: «L'aspirante Di Battista».

 

alessandro di battista 5

Non aiuta, a scolpire il segno della nuova stagione contiana da capo politico del M5S, l'indecisione con cui in queste ore l'ex presidente del Consiglio veste e sveste i panni del barricadero, la fiducia al governo in Aula no, ma l'uscita dalla maggioranza nemmeno, però non siamo qui a portare l'acqua a Draghi e al Pd, e tuttavia la nostra responsabilità non verrà meno, purché resti chiaro che siamo contro il mainstream , e i poteri forti contro di noi.

 

MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE

Del resto, non è facile affrontare una giornata nella quale alle otto del mattino bisogna far sfogare gli umori dell'indecifrabile Consiglio nazionale 5S, all'ora di pranzo rassicurare Sergio Mattarella che non si vuole portare il Paese allo sbando, alle quattro del pomeriggio cercare da Mario Draghi una scappatoia che insieme salvi faccia, la propria, e governo, e infine alle nove della sera assicurare all'inflessibile senatrice e vicepresidente Paola Taverna che il partito non arretrerà di un millimetro dalle proprie ragioni.

 

giuseppe conte all assemblea congiunta dei parlamentari m5s 4

Il tutto sperando che il giorno dopo Marco Travaglio non resti deluso dalla performance e Di Battista, quello vero, non faccia altre battute sarcastiche sul Movimento che cala le braghe («E anche oggi il M5S esce dal governo domani», è l'ultima di qualche giorno fa). Voti la fiducia a Draghi e secedono un pugno di senatori. Non la voti e si scinde un plotone di deputati. Se fai il Conte due, ti tirano le pietre, se fai il Conte tre, pure.

 

L'ex presidente del Consiglio, sempre molto attento alla sua fortuna critica, è consapevole che comunque vada la sua immagine pubblica non resterà immacolata agli occhi di tutti, tanto che ieri, mentre arzigogolava sulla formula dello spericolato compromesso per non votare la fiducia oggi in Senato pur restando comunque al governo, già prevedeva amaro: «Mi immagino le ironie, lo so cosa dirà qualcuno adesso, che sono un temporeggiatore, ma io sono una persona responsabile».

 

GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI

E allora ecco il Conte governativo che aspetta appunto «un segnale da Draghi» cosicché il Conte tribuno possa rivendere all'assemblea dei parlamentari e alla ormai ristretta platea degli elettori una narrazione consona al partito fondato con un vaffa, lo scalpo dell'ex banchiere che ha ceduto alle richieste dei rappresentanti del popolo.

 

Uscire salvo da questa crisi-non crisi è arduo, anche perché a furia di affastellare ragioni per lasciare Draghi al suo destino, prima le armi all'Ucraina, poi la presunta offesa del premier che chiede la testa del leader a Grillo, ma anche i maltrattamenti al superbonus, la mancata difesa del reddito di cittadinanza, il salario minimo, però nella versione del programma M5S, guai se è quello di Andrea Orlando, nessuno ha più capito bene dove fosse per Conte il problema vero e quindi per Draghi la possibile soluzione.

 

ENRICO LETTA MATTEO SALVINI

Azzeccare la combinazione di parole e opere necessaria a siglare la pace è diventato più difficile di un terno al lotto, come si direbbe in un sali e tabacchi della natìa Volturara Appula.

 

Enrico Letta, per una volta d'accordo con Matteo Salvini, ha parlto chiaro: se crolla tutto, si vota. Ma Conte a votare subito non ci pensa nemmeno e i suoi pur battaglieri senatori ancora meno. Vogliono segnare il punto e andare avanti. Fuori dal governo ma dentro al Parlamento. Come dice l'amico sociologo Domenico De Masi serve il tempo di fare un po' di opposizione, recuperare due o tre punti percentuali e reimbarcare Di Battista.

GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE ARRIVANO ALLA CAMERA ARDENTE DI SASSOLI

 

Senza più Letta, nel caso, ma forse ancora con la benedizione laburista di Pier Luigi Bersani, gli scambi pensosi al telefono con Goffredo Bettini e la sintonia con il segretario della Cgil Maurizio Landini. Caro Maurizio il tuo programma è il mio programma, è il senso dell'intervento di Conte al recente convegno romano del sindacato con tutti i leader del campo largo e, in fondo, tra i voti degli iscritti Cgil ha pescato il primo Berlusconi, hanno pescato Bossi e Salvini, perché non può essere il suo turno?

 

domenico de masi foto di bacco

E Grillo che dice? Ognuno nel M5S dà una interpretazione diversa della linea di "Beppe", a Conte pare importare il giusto, cioè poco, è qui a giocare la partita anche per dimostrare di non essere eterodiretto dal Garante, per provare che non è più il facente funzioni di nessuno, come il Conte uno che esordiente dai banchi del governo a Montecitorio sussurrava deferente a Di Maio: "Questo posso dirlo?" . Subcomandante sì, ma solo nel senso chiapateco. Il primo Chiapas di lotta e forse, chissà, ancora di governo.

GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO giuseppe conte dopo l'incontro con draghi 1

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)