renzi zingaretti di maio conte

CONTE, LA CONTA NON TORNA - SE TUTTO VA BENE IL VOLPINO DI PALAZZO CHIGI ARRIVERÀ A 155-156 VOTI AL SENATO, E AVRÀ LA MAGGIORANZA SOLO GRAZIE ALL’ASTENSIONE DI “ITALIA VIVA” - UN GOVERNICCHIO CON QUESTI NUMERI NON PUÒ REGGERE SUL LUNGO PERIODO, SENZA CONSIDERARE CHE TRASCINARE PER SETTIMANE LE TRATTATIVE CON I TRANSFUGHI RISCHIA DI FAR INCAZZARE ANCORA DI PIÙ I CITTADINI. ALLARGARE LA MAGGIORANZA SENZA RENZI È COMPLICATO, ANCHE PERCHÉ L’UNICA STRADA ACCETTATA DAL PREMIER AL MOMENTO È UN CONTE-TER SENZA DIMISSIONI (SE LE RASSEGNASSE, RISCHIEREBBE DI FINIRE SUBITO IN PELLICCERIA)

Marco Conti per “il Messaggero”

conte zingaretti

 

 

Da un rimpasto che avrebbe dovuto rafforzare il Pd nel governo, alla caccia ai costosi responsabili da reclutare magari dopo il voto. Nicola Zingaretti tiene l'ennesima segreteria, ma il partito è in fermento.

 

Gli hasthtag «avanti con Conte» hanno fatto storcere il naso a molti che lamentano come dal confronto siano spariti tutti gli argomenti di critica ad un esecutivo pressocché immobile e che - sostengono i più critici, «se si leva la gestione della crisi pandemica, in un anno e mezzo è riuscito, e a fatica, a raddrizzare solo i decreti-Salvini». Alle pressioni interne Nicola Zingaretti risponde riaprendo la porta a Renzi, ma «a patto che voti la fiducia».

NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTE

 

L'ASTICELLA

Svanita la strada di un ingresso dell'Udc di Lorenzo Cesa nella maggioranza, l'unica strada resta quella di Italia Viva. L'obiettivo di riportare in maggioranza tutti i senatori di Iv, tranne uno, resta ma viene rimandato a dopo i due voti di fiducia. Si inizia oggi alle 12 alla Camera con il discorso del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e si proseguirà domani alle 9 a palazzo Madama.

 

L'asticella a palazzo Madama della maggioranza si ferma a 150-151 senatori ai quali si aggiunge qualche senatore sparso, ma non si va oltre i 155-156. Lontani quindi dalla soglia dei 161 che rappresenta anche l'asticella che Giuseppe Conte era sicuro di poter superare solo a metà della scorsa settimana. Nel Pd continua ad esserci chi vorrebbe che Conte tornasse al Quirinale già questa sera.

GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI

 

Tommaso Nannicini, senatore dem, invita il suo partito ad accompagnare Conte alle consultazioni «per capire se esistono i margini politici per ricostruire un accordo all'interno dell'attuale maggioranza o eventualmente per costruirne una allargata». Ma ufficialmente i vertici di Pd e 5S ripetono da giorni il mantra del «mai più con Renzi».

 

MURALES A MILANO – MATTEO RENZI E MATTEO SALVINI ACCOLTELLANO GIUSEPPE CONTE GIULIO CESARE

Il diretto interessato è andato anche ieri in tv a dirsi disponibile a discutere anche di un Conte-ter a patto però che si rivedano alcune questioni già elencate, a cominciare dall'attivazione del Mes ai cantieri dell'Alta Velocità. Sul dopo voto in molti si interrogano sia nel Pd che nel M5S dove la lista di coloro che non intendono «morire per Conte» si allunga anche perché il rischio delle elezioni anticipate inizia a farsi concreto e lo stesso premier le accarezza qualora dovesse non riuscire a raddrizzare la maggioranza.

RENZI CONTE

 

Ieri pomeriggio il ministro D'Incà ha riunito i capigruppo di maggioranza per fare il punto sui numeri dell'aula di oggi e di domani. Il serrate i ranghi è partito anche a Montecitorio dove M5S, Pd e Leu hanno i numeri per arrivare a quota 320, ma devono muoversi compatti per evitare sorprese. Al Senato la situazione è più tragica per dem e grillini.

 

conte renzi

La conta inizierà domani pomeriggio, dopo il discorso di Conte e nove ore dibattito e le sorprese non mancheranno. L'astensione di Iv, ammesso che venga confermata, dovrebbe permettere a Conte di superare la prova, ma sul dopo voto le ipotesi si infittiscono. La strada di un governo di minoranza, che al Nazareno non si esclude qualora Conte non dovesse arrivare a 161 voti al Senato, è però molto più complicata di quanto si creda.

 

Dem e grillini confidano molto sul discorso che farà Conte in Parlamento per allargare la maggioranza in modo da poter sostituire il leader di Iv. L'obiettivo di allargarla dopo il voto delle Camere dovrebbe avere tempi rapidi anche per evitare che l'opposizione inizi ad appellarsi al Presidente della Repubblica chiedendo che Conte si dimetta. Il tentativo che potrebbe partire già mercoledì resta sempre quello di costruire una quarta gamba in grado di sostituire Iv.

RENZI MATTARELLA

 

Trascinare per settimane il tentativo rischia di allungare ancora i tempi di una crisi iniziata in maniera strisciante da un paio di mesi ed esplosa sul Recovery Plan. Allargare la maggioranza ai responsabili europeisti, senza ampliare il numero delle poltrone di governo o ridurle ai danni di Pd, Leu o M5S è complicato, ma la strada di fatto di un Conte-ter senza dimissioni è l'unica accettata dal diretto interessato che, in questi giorni, è riuscito a compattare le tre forze della maggioranza annullando anche i problemi pre-esistenti alle dimissioni delle ministre di Iv.

 

zingaretti conte

Non essendoci rimedi costituzionali al tirare a campare o al governo fragile e alla maggioranza risicata, molto poco può fare Mattarella se non incrociare le dita anche se c'è il rischio che a breve si riprenderà a parlare di rimpasto, della necessità di «un cambio di passo», se è possibile o meno tornare a dialogare con Renzi e se è meglio continuare a lavorare per un gruppo europeista che però non chieda mai l'attivazione del Mes, escludendo quindi l'Udc di Cesa, Azione di Calenda e +Europa di Bonino e Della Vedova.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...