luigi di maio, rocco casalino e giuseppe conte omaggiano vladimir putin

CONTE HA LA MOSCA AL NASO: UTILIZZA GLI STESSI ARGOMENTI DI PUTIN PER DIRE NO ALL’INVIO DI NUOVE ARMI ALL’UCRAINA - SORGI: "PER UN EX-PREMIER CHE QUANDO ERA A PALAZZO CHIGI AUMENTO' LE SPESE MILITARI IL VOTO CONTRARIO È UNA SVOLTA INAUDITA" - IL "CORRIERE": "CONTE CAVALCA L'ANTIAMERICANISMO E L'ANTIATLANTISMO. HA DENUNCIATO LA 'TOTALE ACQUIESCENZA ALLE INDICAZIONI DI WASHINGTON'" - CREPE NELLA MAGGIORANZA, IL CAPOGRUPPO IN SENATO LEGHISTA ROMEO: "CONTINUARE A INVIARE ARMI SENZA APRIRE UN CREDIBILE DIALOGO DOVE CI PORTERÀ?"

conte putin

Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

Dal dibattito parlamentare che ha dato il via per tutto il 2023 a nuovi invii di armi in Ucraina, sono uscite tre novità: la prima è la larga maggioranza, da Meloni al Pd e al Terzo Polo, a favore della continuazione degli aiuti a Kiev con il metodo dei decreti secretati: né la premier, né il ministro della Difesa Crosetto avranno bisogno di ripassare dalle Camere per andare avanti nella solidarietà con Zelenski.

 

Agli occhi della Nato e degli Usa è Meloni ad avere il merito dell'operazione, concordata con Biden nei colloqui avuti di recente. Ma Letta e Calenda - ed ecco la seconda novità - si prendono la loro parte, ottenendo che, come nel precedente dibattito, la maggioranza di destra-centro voti a favore delle loro mozioni, e cementando una sorta di nuovo super Patto Atlantico adattato alle attuali esigenze.

 

salvini putin conte

Conte è il solo - ed ecco il terzo aspetto da segnalare - insieme a Fratoianni e Bonelli, che però lo avevano già fatto in passato, a votare contro. Per un ex-premier che quando era a Palazzo Chigi non aveva esitato ad aumentare le spese militari è una svolta inaudita, alla base di un inedito faccia a faccia con Meloni che accusava il suo predecessore di essersi schierato con Mosca e muoversi a favore dell'installazione di un governo filorusso in Ucraina.

 

Naturalmente Conte non ha detto nulla di tutto ciò e ha vagheggiato una soluzione diplomatica del conflitto, pur consapevole che al momento è impossibile.

 

GIORGIA MELONI

Il leader dei 5 stelle ha scelto di massimizzare i vantaggi in termini di consenso di un'opposizione radicale e delle perplessità crescenti nell'opinione pubblica per i costi - a cominciare da quelli energetici - della continuazione della guerra. È un calcolo di medio termine, che guarda alle elezioni europee del 2024 in cui Conte si propone di superare e distanziare il Pd, recuperando tutti o quasi tutti i voti del 2018.

 

Infine la larga maggioranza manifestatasi ieri in Parlamento ha impedito a Salvini di confermare le sue riserve e lo ha costretto ad allinearsi nel voto. Sui vaccini (Ronzulli, Forza Italia) o sulle armi (Romeo, Lega), la maggioranza dà segni di fibrillazione. Ma Meloni, rivolgendosi a Conte, parlava a suocera perché nuora intenda. E non essendoci alternative, l'alleanza tiene.

 

2 - CONTE SI CHIAMA FUORI E VUOLE «DIFENDERE» LA MINORANZA RUSSOFONA

Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

 

VLADIMIR PUTIN E GIUSEPPE CONTE

I voti incrociati di ieri, tra maggioranza, Partito democratico e Terzo Polo, dimostrano che nel Parlamento italiano, nonostante le titubanze di Forza Italia e Lega, da un lato, e l'opposizione netta del Movimento 5 Stelle e dei rosso-verdi, dall'altro, l'asse atlantico regge.

 

C'è stato, da parte della premier Giorgia Meloni, del Pd, di Azione e Italia viva il tentativo di dimostrare che esistono momenti in cui l'unità nazionale non solo è necessaria, ma è anche doverosa. Perché in gioco, oltre alla sopravvivenza dell'Ucraina, c'è anche il ruolo del nostro Paese nello scenario internazionale.

 

Il ruolo e, vale la pena aggiungerlo, la credibilità. A questo hanno pensato i parlamentari di maggioranza e opposizione che ieri, con il loro voto, hanno confermato che l'Italia è, e continuerà a essere, dalla parte di Kiev, contro l'aggressore russo. Nel centrodestra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, di fronte all'intransigenza della presidente del Consiglio che su questo punto non era disposta a cedere di un millimetro, si sono dovuti adeguare.

 

Sull'altro fronte, quello dell'opposizione, Giuseppe Conte, invece, ha deciso di cavalcare non tanto l'ondata pacifista, che in Italia si sta facendo sentire, quanto l'antiamericanismo e l'antiatlantismo (anche questi, come è noto, ben presenti in alcune fasce del nostro Paese).

giuseppe conte e vladimir putin

 

Già, perché il leader dei 5 Stelle non si è limitato a esprimersi contro l'invio delle armi a Kiev, contraddicendo il voto che per ben cinque volte il Movimento aveva dato in Parlamento con il governo guidato da Mario Draghi.

 

Ieri il Conte di lotta e non più di governo, dismessi i panni di chi ha ricoperto il ruolo di premier, ha denunciato la «totale acquiescenza alle indicazioni di Washington» e ha reclamato a gran voce la «tutela delle minoranze russofone». Ed è proprio la garanzia di quella «tutela» uno dei maggiori pretesti usati da Vladimir Putin per invadere l'Ucraina.

GIUSEPPE CONTE E VLADIMIR PUTINMATTEO SALVINI CONTESTATO IN POLONIA CON LA MAGLIETTA DI PUTINGIORGIA MELONI PUTIN E L'ITALIA

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – OH, NO: VUOI VEDERE CHE ABBIAMO DI NUOVO SOPRAVVALUTATO TAJANI? PENSAVAMO CHE IL SUSSULTO SULLO IUS SCHOLAE FOSSE LO SLANCIO DI UN LEADER, PER QUANTO AL SEMOLINO, PRONTO A METTERCI LA FACCIA PER UNA BATTAGLIA DEL SUO PARTITO. E INVECE NO: NEI PALAZZI ROMANI SI MORMORA CHE DIETRO LE SUE DICHIARAZIONI (OSTILI ALLA LEGA) CI FOSSE LA ZAMPETTA DI GIORGIA MELONI, IMPEGNATA A SEMINARE ZIZZANIA NELLA LEGA DI SALVINI, ORMAI VANNACCIZZATA, CHE VEDE LO IUS SCHOLAE COME LA KRYPTONITE – UN "PIZZINO" PER GLI SCOMODI ALLEATI DEL CARROCCIO: NON TIRATE TROPPO LA CORDA - E IL "MAGO OTELMA" DI FROSINONE, TRAVESTITO DA MINISTRO, HA LANCIATO IL SASSO E POI NASCOSTO LA MANO...

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...