joe biden xi jinping silicon valley bank svb

UN TASSO INDIETRO – IL CRAC DELLA “SILICON VALLEY BANK” POTREBBE CONVINCERE LA FEDERAL RESERVE A SOSPENDERE IL PROSSIMO RINCARO DEI TASSI DI INTERESSE – RAMPINI: “C’È ANCHE UNO SFONDO GEOPOLITICO. NELLA CRISI DEL 2008 LA DIRIGENZA DEL PARTITO COMUNISTA CINESE SI CONVINSE CHE IL CAPITALISMO AMERICANO ERA UN MALATO TERMINALE. XI JINPING COMINCIÒ LA SUA ASCESA VERSO IL POTERE. OGGI È ALLA RISCOSSA: ‘FIRMA’ IL DISGELO TRA IRAN E ARABIA, TENTA DI PRESENTARSI COME MEDIATORE PERFINO IN UCRAINA. OGNI SEGNALE DI DIFFICOLTÀ DEL SISTEMA AMERICANO È UN PUNTO A FAVORE DI PECHINO…”

1. PERCHÉ IL CRAC DELLA SVB È ANCHE UN GRAN MONITO PER LE BANCHE CENTRALI

Estratto dell’articolo di Stefano Cingolani per “il Foglio”

 

silicon valley bank

E adesso, le banche centrali aumenteranno ancora il costo del denaro? Il crac della Silicon Valley Bank (Svb) […] rimette in discussione la stretta monetaria e potrebbe spingere la Federal Reserve a sospendere il prossimo rincaro dei tassi d’interesse.

 

[…] Tra gli analisti cresce la convinzione che la Fed farà una pausa. […] Come si comporterà la Bce che giovedì dovrebbe annunciare un nuovo rialzo di mezzo punto percentuale, nonostante i dubbi delle “colombe mediterranee” guidate dalla Banca d’Italia?

 

JOE BIDEN

[…] Il caso Svb [...] diventa emblematico: le imprese si erano indebitate quando il credito non costava nulla e la banca si era riempita di obbligazioni a reddito fisso che rendevano bene con interessi al minimo. Ora che il vento è cambiato le aziende hanno bisogno di denaro liquido, ma la Svb per ricoprirsi può vendere solo bond che oggi valgono molto meno, creando una voragine nei propri conti.

 

La stretta monetaria non è un capriccio, serve per portare l’inflazione entro il tetto del 2% l’anno prossimo, ma i prezzi calano meno rapidamente del previsto [...], l’economia cresce, le aziende continuano ad assumere e aumentano i salari (più negli Usa che nella Ue), si crea così una pressione che tiene alta la febbre anche ora che i costi dell’energia e delle materie prime sono scesi in modo spesso drastico.

 

SILICON VALLEY BANK

L’inflazione da domanda si sta sostituendo all’inflazione da offerta. […] Questo disallineamento tra economia reale e politica monetaria può creare una reazione pericolosa spingendo le banche centrali a tirare la corda fino a provocare una severa recessione, unica condizione necessaria e sufficiente a ridurre l’inflazione. In una situazione normale. Ma lo scenario internazionale non è affatto normale […].  Una recessione in occidente avrebbe un effetto elettrizzante su Zar Vlad e King Xi. Davvero Jay Powell e Christine Lagarde non se ne rendono conto? […]

 

joe biden janet yellen

2. IL PESO DELLA CRISI DELLE BIG TECH LE ACCUSE INCROCIATE SUL SALVATAGGIO

Estratto dell’articolo di Federico Rampini per il “Corriere della Sera”

 

[…] Quando rinasce l’inflazione — fenomeno che conobbero i genitori o i nonni degli start-upper — le banche centrali devono alzare i tassi d’interesse per contrastarla. Addio al denaro che non costava niente e aiutava a finanziare i progetti arditi delle start-up con il venture capital .

 

vignetta di osho sui ferragnez e i palloni-spia con vladimir putin e xi jinping

Con i tassi che salgono succede un’altra cosa, automatica: i vecchi titoli a reddito fisso che rendevano poco, perdono valore perché sul mercato arrivano titoli nuovi con rendimenti superiori. Qui non ci vuole un algoritmo, è algebra da terza media. La regola implacabile si applica anche agli investimenti sicuri, i Buoni del Tesoro americano.

 

La Silicon Valley Bank aveva una clientela di start-up tecnologiche e si è sbilanciata a fargli credito. Quando è arrivata la crisi di Big Tech alcuni dei suoi investimenti sono andati all’aria. Ma altri investimenti erano sicuri. A differenza di Lehman nel 2008, la Silicon Valley Bank non ha investito in «finanza tossica», marchingegni sospetti. Aveva la pancia piena di Buoni del tesoro. Però un Treasury Bond emesso anni fa quando i rendimenti erano all’un per cento, vale meno oggi che lo stesso Tesoro Usa paga interessi molto superiori.

FEDERICO RAMPINI

 

Se una banca vive in una situazione tranquilla, può aspettare che i titoli arrivino alla loro scadenza naturale, e il Tesoro li rimborserà per il valore ufficiale. Se è costretta a venderli in anticipo per fare cassa, ci perde. Ecco il meccanismo banale di questa crisi.

 

[…] L’intervento di Joe Biden, della segretaria al Tesoro Janet Yellen, del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, è stato rapido e robusto perché hanno percepito il rischio del contagio. Quand’anche dovessero fallire altre banche, la Fed ha una potenza di fuoco illimitata per riportare la calma. Ogni banca centrale è «prestatrice di ultima istanza» con il dovere di garantire la stabilità del sistema del credito.

 

vladimir putin xi jinping a samarcanda

Quella americana ha una prerogativa in più: può stampare dollari senza limiti visto che questa moneta ha uno status «imperiale», è accettata in modo universale. Però per dedicarsi alla stabilità del sistema bancario la Fed può essere costretta a una pausa nell’altra missione, la lotta all’inflazione. I mercati si aspettano che Powell rinvii il prossimo aumento dei tassi d’interesse, nell’attesa che questa tempesta sia domata. Ci saranno polemiche politiche.

 

silicon valley bank

La sinistra accusa Donald Trump di avere rilassato alcune regole prudenziali varate nel 2008, esentando proprio quelle banche medio-piccole che oggi sono nell’occhio del ciclone. La destra accusa Biden di aver salvato a spese del contribuente tutti i clienti della Silicon Valley Bank, anche quelli molto ricchi (con depositi ben oltre il limite assicurato dei 250.000 dollari). Il sospetto di un trattamento di favore è legato al fatto che il mondo Big Tech della West Coast è di sinistra, finanzia il partito democratico, promuove la cultura del politicamente corretto.

silicon valley bank 1

 

C’è lo sfondo geopolitico. Nella crisi del 2008 la dirigenza del partito comunista cinese si convinse che il capitalismo americano era un malato terminale. Xi Jinping cominciò allora la sua ascesa verso il potere, all’insegna di una restaurazione socialista, statalista e dirigista. Oggi Xi è alla riscossa: «firma» il disgelo tra Iran e Arabia, tenta di presentarsi come mediatore perfino in Ucraina. Ogni segnale di difficoltà del sistema americano è un punto a favore di Pechino.

sede della silicon valley bank 1SILICON VALLEY BANKsede della silicon valley banksilicon valley bank 1

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” – VIDEO

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…