POLVERE DI 5 STELLE - CURRÒ CORRE VERSO RENZI TRA GLI INSULTI DEI SUOI COLLEGHI: “MARCHETTARO”, “NUOVO RAZZI”, “RENZI, LO HAI PAGATO, EH?” - BEPPE-MAO ATTACCA IL PAPA PER NON AVER RICEVUTO IL DALAI LAMA

Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera

tommaso curro tommaso curro

 

I colleghi lo apostrofano così: «Marchettaro», «traditore», «rumore di fondo», «nuovo Razzi», «marcio». Sui social va anche peggio: «Lecchino della casta», «fai schifo», «bastardo», «verme» e giù con insulti e minacce.

 

Tommaso Currò è uscito dal gruppo ed è questa la sorte che gli tocca, come agli altri reprobi. È il 23esimo parlamentare ad abbandonare il Movimento 5 Stelle, tra espulsi e dimissioni. Lo fa con un appoggio esplicito al governo, votando a favore della risoluzione di maggioranza sul Consiglio europeo.

 

dalai grillodalai grillo

E con l’annuncio di «un’uscita dolorosa ma non più evitabile», al termine di un discorso emozionante e teso, tra lo sconcerto dei colleghi e la standing ovation dei deputati del Pd. Applaude anche Matteo Renzi («lo hai pagato, eh», gli urla contro Carlo Sibilia), pronto a replicare alle contestazioni che gli vengono fatte quando parla: «Il fatto che perdiate pezzi ogni giorno, non vi autorizza a interrompere. Siamo solidali con voi e capiamo la vostra difficoltà e la vostra frustrazione». 
 

 

Alle dimissioni dai 5 Stelle segue una quasi rissa tra Ignazio La Russa, che accusa Currò di non essersi dimesso da deputato, Walter Rizzetto (5 stelle dissidente) e Adriano Zaccagnini (tra i primi ad abbandonare il Movimento), che lo difendono: le agenzie registrano parole come «maiale» e «animale», anche se i protagonisti smentiscono. 
«E ora che si fa?».

CARLO SIBILIACARLO SIBILIA

 

La domanda di un dissidente, uno dei molti che ancora circolano tra Camera e Senato, la dice lunga sulla disgregazione senza fine del Movimento. Perché le voci si rincorrono. C’è chi parla di 10-20 deputati pronti a lasciare (ma più verosimilmente sono 5). Altri sostengono che non lo faranno ora, «meglio combattere dall’interno».

 

Quello che è certo è che i dissidenti ci sono e non si vergognano più a dirlo. Rizzetto, a sera, discute animatamente con Currò in un’enoteca di piazza di Pietra. Altri fanno capannelli alla Camera. La spaccatura è nei fatti, ma non ancora sancita. Renzi è soddisfatto. Poco prima del discorso aveva detto: «Stop con le cialtronate, recuperate la passione o ne perdete altri». Dopo l’addio, commenta: «Ho fatto un’apertura ed è stata capita». 
 

papa francesco ghyblj lombardi e il pappagallo amore 4papa francesco ghyblj lombardi e il pappagallo amore 4

I duri e puri del Movimento non si mostrano scossi. Anzi, festeggiano la fuoriuscita del «marcio» con una «ola». «Dovevamo cacciarlo prima», commenta Daniele Del Grosso. «Finalmente», dice Manlio Di Stefano. Barbara Lezzi: «È chiaro che Renzi sta facendo scouting, i pezzi marci se li prendesse pure». Nicola Morra: «Deo gratias. Porte aperte a chi vuole andarsene». I vertici fanno filtrare la loro versione: «La slavina mette in sicurezza la montagna». Perché i fuoriusciti riducono l’area del dissenso dentro il partito. Ed è per questo che gli altri dissidenti sembrano intenzionati a non seguire le orme di Currò, almeno non singolarmente. 
 

dalai lama beppe grillodalai lama beppe grillo

Anche perché la partita si sposta al Quirinale. È su questo terreno che Renzi potrebbe trovare una sponda: negli ex dei 5 Stelle ma anche in chi resta nei ranghi, pur contestando la linea. Lo strappo è rimandato. Per ora è tempo di veleni. Danilo Toninelli affida a un tweet il suo commento: «Ha appena lasciato il Movimento un certo Currò. Di lui ricordo solo una marchetta alla Stabilità che dava soldi al parco naturale della sua città». Beppe Grillo, sempre loquace, ignora per ora l’ennesima defezione e se la prende con il Pontefice per non aver ricevuto il Dalai Lama. 

 

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