dalema conte draghi

OGGI SUL “CORRIERE” D’ALEMA ATTACCA DRAGHI, DIFENDE CONTE E LODA BETTINI. OK, MA IN QUALE RUOLO E' STATO INTERVISTATO, VISTO CHE FORMALMENTE SI E' RITIRATO DALLA POLITICA? COME PRESIDENTE DELL’ADVISORY BOARD DI ERNST & YOUNG ITALIA? O MAGARI COME “PADRONE” LEU, CHE TELECOMANDA SPERANZA E BERSANI? FORSE PERCHE' A SUO TEMPO, COME CONSIGLIORI DI CONTE, BAFFINO GLI PRESENTO’ IL “SUO” ARCURI? OPPURE COME INTERMEDIARIO CON AZIENDE CINESI PER L'ACQUISTO DI SANITARI COVID? AH, SAPERLO...

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

MASSIMO DALEMA GIUSEPPE CONTE

Presidente D' Alema, il mese scorso lei è risultato positivo al Covid-19. È guarito?

«Sì. Sono stato fortunato perché ho avuto una carica virale molto bassa. Sono rimasto in isolamento, mi sono curato con gli anti-infiammatori e dopo due settimane sono risultato negativo».

 

Ha già fatto il vaccino?

«Ho fatto la prenotazione, seguendo le indicazioni destinate alla mia fascia d' età dalla Regione Lazio, che tra l' altro si sta muovendo molto bene sui vaccini. L' appuntamento è per la settimana prossima».

 

Sa già quale vaccino le inietteranno?

mario draghi giuseppe conte

«Credo che nell' hub in cui mi sono prenotato usino Pfizer. Ma, come tutti, non posso saperlo con certezza finché non mi sarà somministrato».

 

Che cosa pensa degli attacchi della Lega e di Salvini al ministro Speranza?

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

«Il ministro Speranza ha gestito bene una crisi difficile, drammatica e inaspettata, che ha messo in difficoltà tutto il mondo. È stato scrupoloso, attento principalmente all' obiettivo di mettere in sicurezza le vite umane, ha collaborato con la comunità scientifica.

 

d'alema speranza

Ed è forse per questo che è finito nel mirino di quelli che evidentemente, se fossero stati al governo, avrebbero usato il metodo di Bolsonaro, con i risultati che purtroppo per il popolo brasiliano sono sotto gli occhi del mondo. Mi lasci dire che l' aggressione a Speranza ha molto a che fare con una certa cultura di destra, rozza e squadristica, che comprende l' insulto e gli attacchi fino a innescare minacce personali».

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

 

Dal suo punto di vista, Draghi ha difeso a sufficienza l' operato di Speranza?

«Il presidente del Consiglio si è assunto la responsabilità di una linea di condotta orientata alla difesa della salute degli italiani, che poi è la linea di Speranza. Per cui la risposta è sì. Entrambi i premier con cui ha lavorato hanno difeso il suo lavoro.

 

Io rimango però preoccupato per la spinta di una destra molto becera, di cui la campagna contro il ministro della Salute è una spia evidente, che rischia di logorare rapidamente l' azione del governo Draghi, vittima di continui contrasti. La legge elettorale in vigore potrebbe portare molto presto questa destra a governare da sola. Perché agevola l' aggregarsi pasticciato e dannoso di soggetti che hanno lucrato una qualche legittimazione europea per aver scelto di sostenere questo governo, come la Lega, e forze che sono andate all' opposizione, come Fratelli d' Italia».

 

GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE

Che bilancio dà dei primi due mesi di governo Draghi?

«Le rispondo da militante di una delle forze politiche che sostiene il governo. Il governo Draghi è nato da uno stato di necessità: il governo precedente non aveva più la maggioranza e quindi il presidente della Repubblica, ritenendo con molte ragioni che non ci fossero le condizioni per tornare alle urne, ha scelto di affidare l' incarico a una personalità di grande valore. Questo si riflette in modo significativo nei rapporti internazionali del nostro Paese. Ma all' interno oggi sta emergendo con grande nettezza, com' era prevedibile, che una maggioranza più larga è anche, giocoforza, una maggioranza più divisa. Quello che guadagni in stabilità aritmetica lo perdi in stabilità politica. La società democratica si nutre di conflitti, funziona così.

goffredo bettini dopo tre ore di dibattito con renzi e d'alema

 

 

Il vero problema di Draghi è stata la campagna di opinione contro i partiti e contro il Parlamento che ha esaltato la funzione salvifica del grande tecnico, anche con l' obiettivo di denigrare il governo precedente e il presidente Conte.

 

In questo modo si sono create aspettative che non potevano che essere deluse, anche perché nessun tecnico può cancellare le differenze politiche delle forze che sostengono questo governo.

Draghi di questo non ha alcuna colpa; capisco la difficoltà del suo lavoro quotidiano e ha la mia viva solidarietà per il compito gravoso che gli è toccato».

 

goffredo bettini guarda la diretta di giuseppe conte

Bettini è convinto che il governo Conte sia caduto per una «convergenza di interessi italiani e internazionali».

«Da quello che ho letto, credo che in tanti non abbiano capito il pensiero di Bettini.

Preferisco quindi non commentare i commenti altrui, che hanno oscurato l' importantissimo lavoro che Goffredo sta portando avanti e di cui abbiamo un grande bisogno.

 

La rifondazione della sinistra deve ripartire dal lavoro, dall' attenzione alle diseguaglianze prodotte dallo sviluppo di questi anni e che la che la pandemia ha aggravato, dalla sofferenza sociale che cresce in tante parti del Paese.

 

massimo d'alema convegno zte su zoom

 

Tutto questo richiede una risposta forte e non solo congiunturale. Guardiamo alla massiccia azione di investimenti pubblici inaugurata da Biden negli Stati Uniti, che sarà ripagata col debito ma anche con un significativo aumento delle tasse ai ricchi. Qui da noi avrebbero preso l' inquilino della Casa Bianca per un pericoloso sovversivo, per un incallito statalista».

 

Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, lei avrebbe avuto alcuni interessi diretti o indiretti nella diffusione di ventilatori made in China, l' anno scorso. Che cosa risponde?

«Nel momento più drammatico della pandemia, in virtù delle mie buone relazioni internazionali coi cinesi, mi è stato chiesto di dare una mano a recuperare dei ventilatori. Il problema era che lo Stato italiano poteva pagare alla consegna mentre i cinesi chiedevano che si saldasse al momento dell' ordine. Un' associazione internazionale, di cui faccio parte, si fece carico di comprare questi ventilatori per conto del governo italiano, anticipando di fatto i soldi».

 

 

Pare che i ventilatori fossero difettosi.

WALTER VELTRONI E MASSIMO D ALEMA

«Non ho assolutamente idea di come sia maturata questa convinzione dopo un anno, tuttavia le modalità dell' acquisto furono assolutamente trasparenti e documentate sul sito della Protezione civile. I cinesi mostrarono la documentazione relativa ai modelli reperibili sul loro mercato e la Protezione civile scelse il prodotto di cui si parla; che, fra l' altro, era il più ricercato e di cui, negli stessi giorni, il comune di New York comprò mille esemplari. A quel punto, i ventilatori furono acquistati e inviati in Italia.

 

Ritengo che chi si è attivato per il nostro Paese vada ringraziato; per quanto mi riguarda, ho solo messo in contatto le due parti. Tutta questa procedura, come ho già detto, è documentata sul sito della Protezione civile. A volte basterebbe saper leggere. E, ovviamente, aver voglia di farlo».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND GIORGETTI, TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...