dago piazzapulita meloni

DAGO FA “PIAZZAPULITA” DELLE SPARATE DA “FASCIO TUTTO IO” DI GIORGIA MELONI: “SA BENISSIMO CHE IL MES ANDRÀ FIRMATO E DOVRÀ CONTRADDIRE QUELLO CHE HA DETTO ALL’OPPOSIZIONE” – “IL PREMIERATO È UN MEZZO DI DISTRAZIONE DI MASSA. UNA STRONZATA: LAGGENTE, CON DUE G, NON SA UN CAZZO DI COS’È IL MES, IL PATTO DI STABILITÀ, MA QUANDO LE TASCHE INIZIANO A SVUOTARSI, CI METTE UN ATTIMO A CAMBIARE SEGNO SULLA SCHEDA ELETTORALE” – “ALL’ESTERO FA GLI OCCHIONI DOLCI, IN CASA RIMETTE IL FEZ. ALLORA I DUE PARTITI ALLEATI SI RIBELLANO” – I FUORIONDA DI GIAMBRUNO, L’UNICA OPPOSIZIONE (SALVINI) E IL COLLANTE DEL GOVERNO: IL POTERE…  - VIDEO

 

 

 

D’AGOSTINO: «MELONI NON VOLEVA ANDARE AL GOVERNO IN QUEL MOMENTO»

Da www.la7.it/piazzapulita

 

DAGO A PIAZZAPULITA

«La riforma costituzionale? È un mezzo di distrazione di massa. Il vero incubo di Meloni è la situazione economica. La gente, quando le tue tasche cominciano a svuotarsi, quando la rata del mutuo raddoppia, i prezzi dei prodotti aumentano, a quel punto devi arrivare a fine mese e la gente ci mette un attimo a cambiare il segno sulla scheda elettorale». Roberto d'Agostino analizza un anno di governo Meloni, tra faide interne alla maggioranza e prospettive future della coalizione.

 

GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES

TRASCRIZIONE DELL’INTERVISTA RILASCIATA DA DAGO A CORRADO FORMIGLI – “PIAZZAPULITA”

 

CORRADO FORMIGLI: Eccoci qua. D'Agostino detto Dago, allora cominciamo. Cominciamo da una fotografia, la fotografia è questa, qui Giorgia Meloni all'hotel Amigo di Bruxelles, informalmente in compagnia ieri sera di Scholz e Macron. Foto rubata, foto di propaganda, cosa ci racconta?

 

DAGO: No, è una foto autentica, non è assolutamente un fake. Sta in quell'albergo. Stava erano tutti lì. Aqquartierati

 

CF: E che cosa ci racconta questa fotografia? Cosa ci vuole comunicare? Secondo secondo D'Agostino.

 

giorgia meloni in senato 1

D: Beh, intanto va detto subito che hanno discusso del Patto di stabilità, ma hanno discusso in un certo modo, diciamo. L'accordo sul patto c'è, anzi, lo poteva firmare lo stesso ministro dell'Economia Giorgetti, ma lei l'ha stoppato perché vuole essere lei a programmare, a sbandierare la vittoria con la sua trattativa: il famoso pacchetto Mes- Patto di stabilità.

 

CF: cioè io ti ratifico il MES, ma tu mi fai il patto di stabilità

 

D: Sì, ma chiaramente è una supercazzola delle sue. Solo per allocchi, perché si sa benissimo che poi il MES andrà firmato e lo dovrà firmare. Lei è in crisi: dovrà contraddire quello che ha detto quando era all'opposizione. L’ha dette di tutti i colori, all'opposizione contro l'Europa.

 

dago a piazzapulita 6

CF: Contro il Mes, che non si poteva firmare contro l'Europa, contro l’euro addirittura.

 

D: Lei disse a un certo punto. No, l'Europa è preoccupata. La pacchia è finita, sai le famosi frasi così, poi lei ovviamente sa benissimo che il voto in Parlamento sul MES scatenerà il suo alleato, perché l'opposizione della Meloni non è a sinistra ma è all’interno

 

CF: È Salvini.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

D: Salvini, che ha capito che la strategia della Meloni, che è quella di assorbire e/o emarginare. A questo punto lui aspetta nient'altro che Fratelli d'Italia voti a favore del MES per sbandierare a tutti: vedete io la Lega è l'unico che non tradisce, l'unico coerente dei partiti, mentre Fratelli d'Italia è un traditore, è un servo degli europoteri.

 

CF: Verrebbe però da obiettare una questione: Sì, Salvini può fare, così come la Meloni fa la scena sul MES. Però anche Salvini non va da nessun'altra parte. Deve rimanere in questa maggioranza, può mica far cascare il governo.

 

LA DATA SUL FAX DI LUIGI DI MAIO SVENTOLATO DA GIORGIA MELONI

D: Attento, non è questo il problema qui, perché il collante di questo governo è il potere. Assumi questo, assumi quest'altro dai soldi a uno, dai soldi all'altro, il collante è il potere. Ma quello che Salvini rischia, dopo aver perso la gallina dalle uova d'oro, che era la Regione Lombardia, rischia di essere assorbito da questo camaleontismo di Giorgia Meloni che ha tante maschere tutte insieme.

 

Lei quando va all'estero fa gli occhioni dolci , eccola lì, fa gli occhioni. Allora il problema è questo. Il camaleontismo di Giorgia Meloni, perché c'è una Giorgia Meloni che va con una faccia all'estero, con una maschera all'estero è una Giorgia Meloni che ritorna a casa.

 

il nuovo fuorionda di andrea giambruno striscia la notizia 4

Quando va all'estero, da Biden, da Macron, da Scholz,, fa gli occhioni, la vediamo lì nella foto, fa gli occhioni con i poteri forti stranieri, filo atlantismo, l'appoggio incondizionato all'Ucraina, poi quando arriva in Italia si rimette il fez e comincia a dire, qui comando io. Allora, quando si ribellano i due partiti alleati a lei parte l'embolo e comincia a dire: “Ah, la sindrome di assedio…”

 

dago a piazzapulita 4

CF: E quindi li rimette in riga o cerca di farlo

 

D: No. È cominciata la battaglia.

 

CF: Che battaglia riparte?

 

D: Per la verità, è una guerra che è iniziata dal giorno in cui Salvini, Ronzulli, in collegamento con la Fascina, portarono Berlusconi a dare la sfiducia al governo Draghi. Cosa che la Meloni non voleva assolutamente fare, perché lei sapeva benissimo, era luglio, che aveva davanti a sé una legge finanziaria, PNRR, tante rogne e non voleva prendersele.

 

scherzo telefonico giorgia meloni - joe biden - vignetta by osho

CF: Non era il momento giusto di andare al governo.

 

D: Bravo, a questo punto che succede che loro quando Salvini vede che Fratelli d'Italia l'aveva scavalcato, superato, sorpassato, sa benissimo che a quel punto la rendita di stare all'opposizione della Meloni l'avrebbe completamente cancellato. Andava sempre più avanti.

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI - MEME BY OSHO

La Meloni a questo punto loro devono dire no. A questo punto loro dicono: bisogna fermare sto governo Draghi, perché noi andiamo a finire che diventiamo dei vassalli, dei giullari della Meloni. Lo fanno cadere. Lei diventa ovviamente col voto Presidente del Consiglio, e a quel punto scoppia una guerra vera.

 

Perché lei che non voleva andarci, quando arriva il momento ad esempio del grande ritorno di Berlusconi in Parlamento dopo le note vicende giudiziarie, Berlusconi, si aspettava l'arco di trionfo, invece cosa ha ricevuto? Un ordine da parte della Meloni di votare presidente del Senato la Russa.

 

SILVIO BERLUSCONI CON GLI APPUNTI SULLA MELONI AL SENATO

Ora, avendo già la Lega ottenuto il presidente della Camera, Fontana, lei ovviamente a Palazzo Chigi, era ovvio che Berlusconi si aspettava un gesto, come dire di rispetto e tutto quanto. Certamente non era nelle condizioni fisiche di poter fare il presidente del Senato, però, era lui voleva fare il king maker ancora e dire stare o no.

 

CF: E invece viene, diciamo estromesso dal gioco.

 

D: E da lì parte e da lì parte quella guerra veramente che oggi abbiamo i vari risultati. Quando lui accusa. Quando lui, Berlusconi fa quel famoso foglietto e poi dice in faccia il tuo compagno è un mio dipendente e lei replica, io non sono ricattabile.

 

dago a piazzapulita 5

CF: Ecco il caso Giambruno, arriviamo al caso Giambruno. Il caso Giambruno, secondo D'Agostino è una, diciamo una conseguenza di questa guerra o è soltanto non è una uscita estemporanea di Ricci e di Striscia la notizia?

 

D: Ma quale uscita estemporanea, quello è oltre tre mesi che stava nel cassetto. Che succede? Che Forza Italia, i cui proprietari sono la famiglia Berlusconi comprende, vista, diciamo, l'energia di un peluche che ha Tajani, che il partito Forza Italia era diventato irrilevante, insignificante. Che fa? Questi qua pensano, vabbè piano piano, invece cosa si trovano? Si trovano la famigerata tassa sugli extra profitti bancari.

 

FASCIO TUTTO IO - VIGNETTA BY MACONDO

CF: Eccola qua. Vediamo il video un attimo, perché questo è un momento importante. L'annuncio con cui Giorgia Meloni si mostra la donna contro i poteri forti, no, e contro i poteri delle banche? Vediamo.

 

D: Lei ovviamente lo poteva fare in una maniera diciamo di dialogo, di incontro, parlarne con la Banca d'Italia, all'epoca c'era Visco, poteva parlarne con i vertici degli istituti bancari. No, lo fa nottetempo. Quello di cui oggi lei accusa Conte, quel favore delle tenebre con cui ha firmato il MES, lei col favore delle tenebre ha deciso quella tassa sulle banche, senza avvisare nessuno.

 

Fazzolari Meloni

CF: Tra le banche c'è anche quella della famiglia Berlusconi. Ricordiamolo, Mediolanum no.

 

D: Ecco, esatto, però perché fa questo? Perché Fazzolari, no, il Rocco Casalino della Meloni, pensa che legnare le banche sia un acchiappa consenso, tutti odiano le banche, banche usuraie di qua e di là.

 

GIORGIA MELONI MARINA BERLUSCONI - MEME BY EDOARDO BARALDI

Come l'ha presa questa decisione? Durante una cena in una trattoria di Bolgheri, insieme con Salvini, dove hanno fatto uno scambio, tu ottieni, otterrai, chissà quando, l'autonomia differenziata, cara alla Lega e in cambio tu dai l'ok per la tassa sulle banche.

 

Ovviamente a quel punto i Berlusconi dicono: “Eh no , mo’ te stai a allargà, stai esagerando. E a quel punto interviene Marina Berlusconi. A un certo punto arrivano, poi guarda caso, i fuori onda sul compagno della Meloni Andrea Giambruno.

 

giorgia meloni sventola il fax di luigi di maio sul mes in senato

CF: Questo e questo è il è il racconto che ci fa da Agostino su quelli che sono le vere tensioni che non si.

 

D: Nessuno può pensare che Antonio Ricci possa mandare fuori onda, come cazzo gli pare.  Quello è poco ma sicuro quello.

 

CF: È quello che sostiene lui, però di essere completamente libero. Lì c'è una tradizione, a Striscia la notizia, no?

 

D: Sì, ma quello so trent’anni che sta dentro Mediaset, lì sono tutti autorizzati, allora a questo punto è un bell'avviso. Quello è un antipasto, guarda un avviso. Partendo con Giambruno.

 

CF: La tassa sugli extra profitti nel frattempo però, è stata smontata sostanzialmente.

 

D: Lei ha dovuto rinculare, perché quelli avevano nei cassetti qualsiasi cosa.

dago a piazzapulita 2

 

CF: L'ultima domanda che ti voglio fare riguarda l'arma che ha ancora in mano Giorgia Meloni, che è quella della riforma costituzionale. Lei dice, voi diffidate, io però sfido il sistema per fare l’elezione diretta del premier

 

D: Quella è veramente un mezzo di distrazione di massa. Smettiamola con queste minchiate. È un mezzo di distrazione di massa. Ricorda, il vero incubo della Meloni è la situazione economica, soldi.

 

il nuovo fuorionda di andrea giambruno striscia la notizia 6

La gente non sa un cazzo di che cos'è il MES, il patto di stabilità, ma quando le tue tasche cominciano a svuotarsi, quando vedi che la rata del mutuo si raddoppia, i prezzi dei prodotti aumentano, a questo punto deve arrivare a fine mese. A quel punto la gente, come abbiamo visto con Renzi, Salvini, Conte, ci mette un attimo a cambiare il segno sul partito sulla scheda elettorale, davvero?

 

CF: E quindi anche a punirsi eventualmente al referendum sulla riforma costituzionale che è un'arma.

 

dago a piazzapulita 3

D: Quella non ci sarà mai. Lei continuamente spara ‘ste stronzate, ma il vero problema è quello dell'economia, dello Stato delle cose, perché col Patto di stabilità, non pensare che oggi riusciamo con il cuneo fiscale, 15 miliardi, rimetto a posto le tasche degli italiani.

 

L'unica cosa che convince la disaffezione a questo governo, perché tu sai che l'intellighenzia, l'elite, i poteri forti, le banche sono tutte contro la Meloni, il Deep State. L’unico che manca sono quelli che hanno votato a Meloni, cioè il popolo, cioè i cittadini. Laggente, con due g, a un certo punto, quando avrà dei problemi per andare a comprarsi un panettone, avrà un problema per andare in vacanza, solo lì che avviene il punto, perché a volte il discorso che noi facciamo noi devono fare i conti con la serva.

MARIO DRAGHI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI

 

CF: Appuntamento alle europee, grazie a Roberto D'Agostino.

dago a piazzapulita 1LA DRAGHETTA - MEME MELONI DRAGHI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO