antonio tajani giorgia meloni

ANTONIO TAJANI COME MASSIMO SEGRE: IL MINISTRO DEGLI ESTERI SI SENTE “TRADITO” DA GIORGIA MELONI, CHE L’HA TRATTATO PEGGIO DELLA SERVA TORNANDO A FLIRTARE CON SALVINI, E MEDITA VENDETTA: LO SHOWDOWN POTREBBE ARRIVARE CON LA FINANZIARIA LACRIME E SANGUE DI OTTOBRE – LA NUOVA POSIZIONE “ATTIVA” DEL CAPO DI FORZA ITALIA SI È SUBITO RIVERBERATA SULLE PAGINE DEL “GIORNALE”, ANCORA NELLE MANI DI ARCORE, CON UN EDITORIALE ACIDISSIMO DI MINZOLINI – IL MESSAGGIO È CHIARO: CARA MELONI, NON FARE LA MARCHESA DEL GRILLO (“IO SO GIORGIA E VOI NUN SIETE UN CAZZO”). SENZA DI NOI NON GOVERNI, E POTRESTI TORNARE A CASA – LE MOSSE DI LICIA RONZULLI, CHE A SETTEMBRE DARÀ VITA UFFICIALMENTE ALLA SUA CORRENTE, E LA PAZZA IDEA DI FINANZIARE IL PONTE SULLO STRETTO CON CAPITALI ESTERI…

DAGOREPORT

giorgia meloni antonio tajani

“Anto’….fa caldo!”. A dispetto dello celebre spot con Luisa Ranieri, Antonio Tajani trasuda collera verso la Sora Giorgia che l’ha tradito con il Capitone leghista, come un Massimo Segre qualunque. Ma come, io che ti ho amato alla follia e non mi dici un cazzo sulla tassa sugli extraprofitti delle banche?

 

Io, che sono l’erede di Silvio B., presidente del terzo partito della coalizione di governo nonché vicepremier e ministro degli Esteri, trattato peggio della serva?

 

salvini meloni

Io, che ti ho presentato il presidente del Partito Popolare Europeo Manfred Weber e le sto provando tutte per farti entrare nella stanza dei bottoni della Commissione Europea, dicendogli che Fratelli d’Italia non ha più nulla a che vedere con il passato di estrema destra e tu spari quella risposta del cazzo sull’amica di Salvini, Marine Le Pen: “Non metto veti su nessuno, ma è troppo presto per decidere”?

 

Ma vuoi ficcartelo nella tua testolina tinta di biondo che Le Pen è anti-Unione Europea? Che il PPE mai e poi mai accetterà di aver a che fare con la gerarca in gonnella francese? A questo punto, Tajani ha finalmente capito che la sua identità di ‘’zerbino della Meloni’’ non poteva non portare all’inglorioso destino di finire calpestato.

 

MANFRED WEBER INCONTRA GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI - 11 NOVEMBRE 2022

E il “cornuto” ha iniziato a ritagliarsi una identità diversa da quella di “cameriere” della Ducetta: “Forza Italia ha una storia liberale", ha dichiarato al Corriere della Sera. "Un'economia statalista non è la nostra... Troppo Stato nell'economia non è una buona cosa".

 

Una nuova posizione “attiva” che potrebbe trasformarsi in una rottura in vista della finanziaria di ottobre che si prospetta imbottita di sangue sudore e lacrime, mancano risorse per quasi 30 miliardi, e tutti i nodi del populismo arriveranno al pettine (come incassare la quarta tranche del Pnrr, come trovare le risorse per la riforma fiscale, che fare sul salario minimo, e poi Mes, Via della Seta, eccetera). Pensate un po’: stanno ideando di far finanziare il Ponte sullo Stretto attraverso capitali esteri….

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini a cutro

Una nuova identità per Forza Italia è necessaria da subito: a settembre infatti dovrebbe nascere ufficialmente la corrente della capogruppo del Senato Licia Ronzulli, con i paggi Mulè e Cattaneo, che ovviamente vuol togliersi dalle palle, Berluscones permettendo, la politica pasta frolla di Tajani - il congresso è in agenda ad aprile del 2024.

 

Un cambio di copione che si è subito riverberato su “Il Giornale”, fino al 7 settembre ancora interamente nelle mani di Arcore, poi con l’arrivo di Angelucci, col duo Sallusti-Feltri, chissà se Augusto Minzolini potrà ancora editorialeggiare come ha fatto martedì 15 agosto nei confronti della Meloni in modalità Ducetta del Grillo (io so’ io e voi non siete un cazzo).

 

LICIA RONZULLI ANTONIO TAJANI

ALCHIMIE E SCELTE

Augusto Minzolini per “il Giornale” - Estratto

 

Giorgia Meloni ha rivendicato con il piglio che la contraddistingue il provvedimento che tassa gli extra-profitti delle banche. «È stata una mia decisione», ha rimarcato. Come ha difeso la scelta di non aver avvertito tutti i partner della maggioranza, a cominciare da Forza Italia, per ovvie esigenze di discrezione vista la delicatezza dell’argomento: comportamento che si mette in atto quando è necessario, ma che normalmente non si rimarca pubblicamente in una coalizione.

 

ARTICOLO DEL GIORNALE SUL SETTEMBRE CALDO DI GIORGIA MELONI - 15 AGOSTO 2023

Detto questo, si è trattato di un esempio di quel sano decisionismo che caratterizza le leadership: una qualità che in un premier non guasta. Tutt’altro. Il tipo di scelta, ovviamente, ha reso più evidente l’imprinting del governo che, per chi non lo avesse capito, non è un governo di centro-destra ma di destra-centro, che affronta i temi sociali con una cultura diversa da quella più puramente liberale.

 

Il che non deve meravigliare: la Meloni si è formata alla scuola della destra sociale, che è cosa ben diversa della scuola liberale. A cominciare dai rapporti con le banche e con il mercato. ….. I piccoli risparmiatori, ad esempio, sono parte integrante di quell’universo che ha permesso alla coalizione capeggiata dalla Meloni di affermarsi alle ultime elezioni. Il Cav è sempre stato attento ai dosaggi in quella complessa alchimia che mescola il decisionismo con la rappresentanza. Non per nulla è durato trent’anni.

 

giorgia meloni matteo salvini daniela santanche in versione barbie

L’attuale premier, sia pure da posizioni diverse, deve avere la stessa capacità. Perché si può avere anche un tratto identitario che è prevalente nella politica di una coalizione di governo, ma devi tenere conto anche di chi è diverso da te nell’alleanza e, in particolare, degli interessi di cui è portatore.

 

Altrimenti si corre il rischio di perdere qualche pezzo proprio mentre sul versante della sinistra stanno esorcizzando le divisioni con Calenda che torna a dialogare con i grillini e, anche se solo per disperazione, provano a rimettere in piedi l’armata Brancaleone: in fondo anche una compagnia di matti com’era l’Unione di Prodi, ha vinto un’elezione.

GIORGIA MELONIgiorgia meloni in versione barbie 4GIORGIA MELONI E I GIORNALISTI

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