donald trump giorgia meloni almasri husam el gomati osama njeem almasri giovanni caravelli

DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI? - COME È POSSIBILE CHE UN DISSIDENTE LIBICO, HUSAM EL-GOMATI, PUBBLICHI SU TELEGRAM DOCUMENTI E NOTIZIE DEI RAPPORTI SEGRETI TRA LA MILIZIA LIBICA DI ALMASRI E L'INTELLIGENCE ITALIANA, SQUADERNANDO IL PASSAPORTO DEL CAPO DELL’AISE, CARAVELLI? - CHI VUOLE SPUTTANARE L'AISE E DESTABILIZZARE IL GOVERNO MELONI POSTANDO SUI SOCIAL LA FOTO DEL TRIONFALE RITORNO A TRIPOLI DI ALMASRI CON ALLE SPALLE L'AEREO DELL'AISE CON BANDIERA ITALIANA ? - CHE COINCIDENZA! IL TUTTO AVVIENE DOPO CHE TRUMP HA DECAPITATO L'INTELLIGENCE DI CIA E FBI. UNA VOLTA GETTATI NEL CESSO GLI SPIONI DELL'ERA OBAMA-BIDEN, E' INIZIATO UN REGOLAMENTO DI CONTI CON I PAESI GUIDATI DA LEADER CHE TIFANO TRUMP? - VIDEO

 

DAGOREPORT

Husam el Gomati

Come è possibile che un dissidente libico, Husam el-Gomati, possa pubblicare nella sua chat Telegram documenti e notizie dei rapporti tra la milizia che controlla i porti libici capitanata da Almasri e i servizi segreti italiani, impegnati a contrastare l'immigrazione clandestina, squadernando addirittura il passaporto del direttore dell’Aise, Giovanni Caravelli?

 

L’attivista Husam al-Gomati, residente in Svezia, è salito alla ribalta non solo perché è uno dei 90 bersagli, tra cui sette attivisti e giornalisti italiani, infettati dal software Graphite, utilizzato in quattordici paesi europei, creato dalla Paragon Solution dell'ex premier israeliano Ehud Barak e venduto a due agenzie governative di intelligence italiane (una è l'Aise, l'altra non si sa).

 

GIOVANNI CARAVELLI - FOTO LAPRESSE

Il dissidente libico è anche colui che ha scattato e fatto circolare via social la famigerata foto di Almasri al suo arrivo a Tripoli, con alle spalle il Falcon 900 con bandiera tricolore alle sue spalle, diventata l’immagine simbolo dello scontro tra Palazzo Chigi e la Corte penale internazionale.

 

Bene, chi c'è dietro a questo “attacco politico” al governo Meloni? Chi ha contattato il dissidente libico per screditare l’intelligence estera di Caravelli (Aise), mentre quella interna (Aisi) è già impelagata nei misteriosi casi dell’ex compagno della premier, Andrea Giambruno (“cimici” nella sua auto), e del capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio, Gaetano Caputi (accesso abusivo sui suoi conti bancari)?

 

Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli

Sul caso Almasri il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un momento di lucidità, ha dichiarato: “Non vorrei ci fosse un attacco politico anche con il sostengo di qualcun altro, all'estero”. Ben detto. Intanto, Cina e Russia sono da escludere dal banco degli imputati.

 

Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, Paragon Solutions, oggi posseduta da un fondo con sede negli Stati Uniti, vende lo spyware Graphite esclusivamente a 35 governi democratici "alleati degli Stati Uniti", tra cui l'establishment della sicurezza israeliano e l'Fbi. In Italia "lavora con un'agenzia di polizia e un'organizzazione di intelligence".

 

Husam el Gomati

Non basta: dato che Graphite ha un livello di intrusione "di tipo militare", Paragon Solutions fornisce lo spyware solo per indagini su terrorismo, mafia e altri reati gravi.

 

Intanto, tra i sette italiani spiati, il terrorismo è da escludere: Francesco Cancellato è il direttore di Fanpage, sito che fa girare le palle ai Fratelli d’Italia, seguono i vertici e gli operatori umanitari di Mediterranea Saving Humans, tra cui il capomissione Luca Casarini, già tra i leader del movimento no-global italiano, che ha annunciato un esposto alla magistratura. "La Stampa" racconta che a essere spiati ci sarebbero anche Beppe Caccia, l’armatore della nave di Mediterranea, e un rifugiato sudanese.

 

spyware Paragon

Altro passo avanti: in appena tre settimane, l’ordine mondiale è stato maciullato dall’arrivo di un nuovo inquilino alla Casa Bianca. Tra i tanti e quotidiani terremoti, Trump ha decapitato i servizi segreti, Cia e Fbi, che considera il cuore di quel deep state che, secondo lui, lo perseguita fin dall’elezione del 2016.

 

Via con l'epurazione: John Ratcliffe è il nuovo capo della Cia col compito di far fuori gli assunti negli ultimi due anni dall’amministrazione Biden.

 

francesco cancellato

Dopo la Cia, Trump ha descapitato l’Fbi: licenziati i sei dirigenti apicali e diversi capi di uffici sul campo in tutto il Paese. Tra questi c'è il direttore dell'ufficio di Washington, David Sundberg, coinvolto nell'inchiesta sul ruolo del presidente americano nella rivolta del 6 gennaio 2021. Ciliegina sulla torta: chi ha scelto il Trumpone come direttrice dell’intelligence nazionale Usa? Nientemeno che Tulsi Gabbard, soprannominata “la fidanzata di Mosca”.

 

Una epurazione mai vista e senza pietà nella transizione da un presidente all’altro che non poteva non avere conseguenze. Così, una volta che sono stati gettati nella pattumiera gli spioni americani dell'era Obama-Biden, è iniziato il regolamento dei conti.

John Ratcliffe

 

E carichi di documenti e “pennette”, stanno cominciando a prendersi le loro rivincite clandestine. Occorre aggiungere che, a differenza dello stretto rapporto con Gran Bretagna e Australia, tra Cia e i nostri servizi i rapporti sono stati sempre buoni ma non al punto di condividere i segreti più importanti…

David Sundbergluca casariniaudizione di tulsi gabbard in senato 6LA DIFESA DI ALMASRI BY CARLO NORDIO - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA audizione di tulsi gabbard in senato 7LO SPIONAGGIO SUI GIORNALISTI - VIGNETTA BY ELLEKAPPAGIORGIA MELONI E IL CASO ALMASRI - MEME BY FAWOLLOluca casariniprotesta dei deputati pd sull assenza di giorgia meloni all informativa sul caso almasri foto lapresse 2ALMAASTRICHT - MEME BY EMILIANO CARLI GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY MANNELLI SUL FATTO QUOTIDIANOGIOVANNI CARAVELLI - FOTO LAPRESSE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”