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DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

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giorgia meloni e matteo salvini come rosa bazzi e olindo romano meme by 50 sfumature di cattiveria

A che punto è la notte di Matteo Salvini, ora che il sole splende sui successi della signorina Meloni? Mentre la premier si fa benedire da Donald Trump, vanta la personale amicizia con Elon Musk, si bea degli onori che le sono stati tributati dopo la liberazione di Cecilia Sala, il povero “Capitone” non ne imbrocca più una.

 

Il ministro della “malavoglia” (copyright Filippo Ceccarelli), è da anni in difficoltà (a partire dell'era del governo Draghi), e oggi è talmente fragile politicamente da permettere a Giorgia Meloni di rifilargli tre ceffoni uno dopo l’altro senza battere ciglio: il congelamento dell’Autonomia differenziata, l’opposizione a qualunque apertura sul terzo mandato dei governatori e infine il no secco alla sua richiesta di voler tornare al Viminale.

 

MATTEO SALVINI AL PAPEETE

Il fu truce del Papeete sogna ancora di riprendere la poltrona di ministro dell’Interno, non solo perché immagina di recuperare voti, come fu nell’anno pazzo del primo Governo Conte (2018-19), quando la Lega volò al 34,3%. Ma anche perché il ministero dei Trasporti e Infrastrutture, che immaginava essere un eldorado fatto di fondi Pnrr e tagli di nastro, si sta rivelando un inferno senza fine: dalle ferrovie alle autostrade.

 

Senza contare che l’opera principe, che il Mit dovrebbe portare a casa è il ponte sullo Stretto, un progetto faraonico e costosissimo per le casse al verde dello Stato, di cui non frega una suprema mazza agli ex militanti del secessionismo padano dell'era Bossi.

 

Salvini, da navigato mestierante della politica, incassa, fa buon viso a cattivo gioco, ma sa che corre il serio rischio di saltare in aria con l'implosione della Lega. E deve trovare assolutamente un'exit strategy per uscire dall’angolo in cui lo ha costretto, a forza di cazzotti, la Ducetta. 

 

luca zaia salvini

L’anestesia totale con cui la premier ha sostanzialmente bloccato l’Autonomia differenziata ha toccato un nervo scoperto nel Carroccio, visto che la riforma era l’ultimo simbolo ideologico e collante di potere che teneva insieme le varie anime del partito (Zaia arrivò a dire: “Senza l’autonomia salta tutto”).

 

Sul capoccione del genero di Denis Verdini aleggiano molte nubi: nella Lega ormai sono in molti a soffrire per una gestione del partito considerata suicida. Un ex fedelissimo di Salvini, come Massimiliano Romeo, è uscito allo scoperto e ha apertamente contestato la linea politica del suo segretario, arrivando a sfidarlo per la segretaria della Lega Lombarda (cuore del partito), costringendo Salvini, per la prima volta nella sua carriera da leader, a fare un passo indietro e a ritirare il suo candidato, il capogruppo al Pirellone, Luca Toccalini.

 

ROBERTO VANNACCI MATTEO SALVINI

Il “viagra” politico che alle Euopee ha mantenuto l'erezione di Salvini al 9%, il generale Roberto Vannacci, si sta ritagliando una autonomia ideologica di ultradestra sempre più distante anche dalla stessa linea leghista. Forte delle sue 500mila preferenze, valse un +3% alla Lega alle Europee, il trombettiere del "Mondo al contrario" ha apertamente sconfessato, per la gioia dei governatori Zaia, Fontana, Fedriga, la linea della Lega sul terzo mandato: “Due sono sufficienti”.

 

Che i nervi dei big del partito siano tesi come una corda di violino, lo dimostra anche l’aspro botta e risposta tra Roberto Calderoli e Giorgia Meloni. In Cdm, il ministro degli Affari Regionali si è incazzato con la premier per la decisione di impugnare la legge della Campania sul terzo mandato: “Io questa responsabilità non me la prendo. deve essere l’intero Cdm a darmi il mandato”.

 

ATTILIO FONTANA MATTEO SALVINI

Persino il sempre mite Attilio Fontana ha tirato fuori la testa dal sacco e, in un’intervista a difesa del terzo mandato per i governatori, ha cucinato qualche polpetta avvelenata al suo leader, come il riferimento alla classe dirigente del territorio e all’autonomia che va rimessa all’ordine del giorno, ma soprattutto il siluro al ministro dei Trasporti e alla sua opera prediletta: “Il ponte sullo Stretto è un’iniziativa molto bella, ma c’è anche il Nord”.

 

Al coro di malcontento, ha aggiunto la sua voce il governatore del Friuli Venezia-Giulia, Massimiliano Fedriga, che in un’intervista alla “Stampa” ha mollato un calcione alle ambizioni di Salvini di tornare al Viminale elogiando il lavoro dell’attuale ministro, Matteo Piantedosi: “Sta facendo un ottimo lavoro, il ministero dell’interno è in buone mani”.

 

luca zaia e massimiliano fedriga 4

Ultima e non meno importante spina nel fianco per il vicepremier è il guazzabuglio che è venuto a crearsi in Veneto: l’impossibilità per Luca Zaia di ricandidarsi a governatore, e la bramosia di Fratelli d’Italia di conquistare la Regione chiave per la Lega, stanno esacerbando gli animi della base.

 

La Liga Veneta potrebbe, in aperta frattura con Giorgia Meloni e i suoi fratellini, presentare una “Lista Zaia”, con un candidato governatore vidimato dal “Doge” (si vocifera possa essere il sindaco Treviso, Mario Conte, suo fedelissimo).

luca zaia alla fiera del folpo di noventa padovana 2

Considerato il consenso di cui gode Zaia, una lista civica capitanata da un suo candidato, potrebbe addirittura vincere senza il sostegno di altri partiti: 4 anni fa la lista civica del presidente ottenne il 44,57% contro il 16,92% della Lega e il 9,55 di Fratelli d’Italia.

 

Davanti a un’opzione simile, cosa farebbe Matteo Salvini? Schiererebbe la Lega a supporto degli Zaia-boys, sfanculando il centrodestra, o resterebbe allineato e coperto al fianco della Giovanna d'Orco della Garbatella, perdendosi un grossissimo pezzo di partito? Certo, ogni analisi e possibile scenario sul Carroccio non possono prescindere da una considerazione di partenza. La fu Lega Nord non è e non sarà mai un partito “normale”.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI COME ALICE E IL CAPPELLAIO MATTO - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Un partito nato sotto la guida carismatica di Umberto Bossi, è pasciuto con le idee secessioniste di Gianfranco Miglio e con Roma nemica numero uno. Correva l'anno 1996 quando a Venezia Bossi dichiarò: "Noi, popoli della Padania, solennemente proclamiamo: la Padania è una Repubblica federale indipendente e sovrana. Noi offriamo, gli uni agli altri, a scambievole pegno, le nostre vite, le nostre fortune e il nostro sacro onore".

 

Dopodiché, da contenitore del malcontento del Nord, passando alle sfuriate antimeridionaliste fino agli anni di governo con Berlusconi e allo stradominio nelle regioni più ricche, è successo di tutto sul Carroccio, condito dalla parentesi del Trota, Belsito, le scope di Maroni, scandali e scandalucci fino al sogno salviniano di creare una Lega nazionale.

 

Fermo restando uno spirito staliniano di obbedienza cieca al capo, che in 34 anni ha permesso l’avvicendarsi di soli tre segretari (Bossi, Maroni, Salvini). Un unicum assoluto nel panorama italiano.

Morale della fava: non sappiamo quali saranno le mosse di Matteo Salvini nei prossimi mesi. Resterà a fare da punching ball per gli sfoghi muscolari di Giorgia Meloni o avrà un sussulto d’orgoglio e di sopravvivenza?

 

ATTILIO FONTANA - VINCENZO DE LUCA - LUCA ZAIA

Di certo, dopo il ''golpetto" sulla spiaggia del Papeete, con cui, invocando ''pieni poteri'', fece saltare il governo gialloverde con Giuseppe Conte nell’estate del 2019, nessuno può sottovalutare l’imprevedibilità delle sinapsi del “Capitone”.

 

Una bella spada di Damocle che sballonzola sulla testolina della "Giorgia dei Due Mondi" che, all’apogeo internazionale e domestico, tra i salamelecchi della quasi totalità dei media e l'impotenza delle opposizioni, si ritrova in casa una bomba a orologeria pronta a esplodere.

 

Ps. La questione terzo mandato potrebbe trasformarsi in un boomerang anche per Elly Schlein. Se Liga Veneta supportata da Zaia ha ottime probabilita di portarsi a casa la Regione Veneta; viceversa, una lista civica messa su da Vincenzo De Luca con un suo fedelissimo come candidato, spaccando così il voto del centrosinistra, un sicuro risultato lo porterebbe a casa: che il Pd perderebbe la Campania. (Meloni ringrazia)

romanzo viminale meme by emiliano carli il giornalone la stampaAPPALTARE DELLA PATRIA - MEME BY EMILIANO CARLI matteo salvini con il plastico del ponte sullo stretto di messina ROBERTO VANNACCI E MATTEO SALVINI - MEME BY GRANDE FLAGELLOPONTE SULLO STRUTTO - BY EMILIANO CARLI antonio tajani matteo salvini meme by edoardo baraldi incontro tra matteo salvini e pierpaolo bombardieri 2matteo salvini con il plastico del ponte sullo stretto di messina matteo salvini comizio a piazza santi apostoli roma roberto vannacci matteo salvini comizio a piazza santi apostoli roma MATTEO SALVINI - MEME BY EDOARDO BARALDI SALVINI AL PAPEETEarianna polgatti matteo salvini al papeete 1CRITICA DELLA REGION PURA - MEME BY EMILIANO CARLI MATTEO SALVINI E IL PONTE SULLO STRETTO - MEMEMATTEO SALVINI VIGNETTA ELLEKAPPAROBERTO VANNACCI - MATTEO SALVINI - MEME BY EDOARDO BARALDI trumpeete meme by rolli il giornalone la stampa MEME SUL CAOS TRENI E SALVINIROBERTO VANNACCI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI - MEME BY MACONDO MANIFESTO ELETTORALE DI MATTEO SALVINI - MEMEMEME SU MATTEO SALVINI E IL CAOS FERROVIARIO I CHIODI DEGLI ALTRI - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPAmatteo salvini e giorgia meloni temptation island meme by emiliano carli GUARDIA PASTIERA - MEME BY EMILIANO CARLI

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