berlusconi tajani ronzulli meloni salvini

DAGOREPORT - E’ ANDATO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MELONI E TAJANI - IL COORDINATORE DI FORZA ITALIA HA CHIESTO UN MINISTERO TRA ECONOMIA, INTERNI O ESTERI (CHE SONO I DICASTERI-CHIAVE CHE LA DUCETTA DEVE CONCORDARE CON IL QUIRINALE) - POI HA PROPOSTO LICIA RONZULLI, INFERMIERA PRESTATA ALLA POLITICA, MINISTRO DELLA SANITA’ O DELL’ISTRUZIONE - BOCCIATA L'IDEA DELLA DUCETTA  DI LASCIARE LA PRESIDENZA DELLA CAMERA ALL’OPPOSIZIONE, COME VUOLE LA PRASSI: “NON SONO D’ACCORDO, NE PARLERO’ CON BERLUSCONI…”

GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINI

DAGOREPORT

La corsa di Giorgia Meloni verso palazzo Chigi è in salita, ripida e scivolosa. Un percorso ad ostacoli in cui non dovrà farsi azzoppare dalle paure dei mercati, dallo scetticismo internazionale, dalle difficoltà economiche dell’Italia o dalle minacce degli Europoteri. In questa gincana, la trappola più pericolosa è rappresentata dai suoi stessi alleati.

 

Lega e Forza Italia, bastonati dagli elettori, hanno un disperato bisogno di coprire i lividi, magari incassando, nei posti di governo, più di quanto i voti gli suggeriscano di chiedere. Non è un mistero che Berlusconi senta di avere in tasca la “golden share” del governo che verrà. I suoi parlamentari, soprattutto al Senato, sono determinanti. D’altro canto Salvini, dal basso del suo consenso, non puo’ più giocare da playmaker ma deve sgomitare da outsider.

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani a catania 1

Il ruolo in commedia che gli è rimasto è quello del guastatore capriccioso che puo’ usare quel poco che ha in Parlamento per disturbare il manovratore. Si capisce allora perché per Giorgia Meloni la strada sia in salita, al netto dei sorrisi di circostanza e delle dichiarazioni confortanti. Il suo faccia a faccia con Antonio Tajani, che le agenzie hanno descritto come “uno scambio di idee”, in realtà è stata una mini-scazzottata.

 

Tajani ha prima intessuto un pippardone sulla necessaria “rappresentatività” che tutte le forze della coalizione dovranno avere nel futuro governo e poi ha presentato la lista delle richieste: ministeri pesanti per Forza Italia (uno tra Economia, Esteri o Interni).

 

La Ducetta ha rintuzzato le suggestioni dell’ex monarchico Tajani facendo presente che i tre dicasteri, che rappresentano il cuore del potere dello Stato, vanno “discussi” (e possibilmente concordati) con il presidente della Repubblica Mattarella. Parola d’ordine: evitare subito conflitti con il Colle.

 

LICIA RONZULLI

Il coordinatore di Forza Italia si è un po’ stizzito per il rifiuto. Ha masticato amaro e fatto trapelare il suo malcontento. Della serie: così non andiamo lontano.

 

Il boccone è diventato ancora più indigesto quando Giorgia Meloni ha detto di voler seguire la prassi per l’elezione dei presidenti delle Camere, ovvero lasciare la guida di Montecitorio all’opposizione. Tajani si è irrigidito: “Non penso sia il caso, ma ne parlerò con Berlusconi”.

 

Nel botta e risposta che ne è seguito, l’ex presidente del Parlamento europeo ha provato a scucire alla Ducetta qualche nome per il futuro governo. La Meloni si è fatta Sfinge: “Finché non avrò ufficialmente l’incarico, preferisco non sbilanciarmi”.

 

Tajani ha insistito ma davanti a tanta pervicace ostinazione, il nome alla fine lo ha fatto lui. Ha proposto, tra gli altri, il profilo di Licia Ronzulli, infermiera prestata alla politica, come ministro della Sanità. In alternativa, visto lo spessore culturale della “badante” del Cav, ministro dell’Istruzione. Risposta della Meloni? Silenzio e gelo.

IL FOTOMONTAGGIO DI SALVINI MELONI E TAJANI CON UN MALATO DI CORONAVIRUS

 

La Ducetta è consapevole di avere due strade, strettissime, da percorrere. Trovare rapidamente un accordo con gli alleati e assecondare il Quirinale che chiede formare il governo il più in fretta possibile (la dead line fissata dal Colle è per il 31 ottobre).

 

INCONTRO MELONI-TAJANI, SCAMBIO DI IDEE SU IMPOSTAZIONE GOVERNO

(ANSA) - ROMA, 27 SET - Nessun nome o richiesta particolare ma, a quanto si apprende da ambienti di Forza Italia, l'incontro tra Giorgia Meloni e Antonio Tajani è servito per fare un primo giro di orizzonte sui prossimi appuntamenti: elezione dei presidenti delle Camere e formazione della squadra di governo. Uno scambio di idee, viene spiegato, per impostare il percorso da avviare per l'esecutivo.

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini 2 giugno 2020

 

GIORGIA MELONI AL LAVORO A MONTECITORIO

(ANSA) - La leader di Fdi è a lavoro negli uffici del gruppo di Fdi alla Camera. Giorgia Meloni è giunta alla Camera in tarda mattinata. Avvistati negli uffici del gruppo di Fratelli d'Italia anche il capogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio, Francesco Lollobrigida e il responsabile dell'organizzazione del partito Giovanni Donzelli.

 

In giornata la leader di FdI dovrebbe incontrare il segretario della Lega, Matteo Salvini dopo il confronto avuto ieri con Antonio Tajani di Forza Italia. Un'ora fa Nunzia De Girolamo, ex parlamentare di Forza Italia ed ex ministra nel governo Letta ha chiesto ai commessi di incontrare Meloni. Uscendo, si è limitata a dire ai cronisti: "Siamo unite da un legame di amicizia, non fatemi dire di più".

 

ANTONIO TAJANI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

GOVERNO: MELONI-SALVINI, COLLABORAZIONE E UNITÀ INTENTI

(ANSA) - ROMA, 28 SET - "Grande collaborazione e unità di intenti". E' quanto si legge in una nota congiunta della Lega e Fdi al termine dell'incontro tra Meloni e Salvini. "Entrambi i leader - si legge - hanno espresso soddisfazione per la fiducia data dagli italiani alla coalizione e hanno ribadito il grande senso di responsabilità che questo risultato comporta. Meloni e Salvini hanno fatto il punto della situazione e delle priorità e urgenze all'ordine del giorno del governo e del parlamento, anche alla luce della complessa situazione che l'Italia sta vivendo".

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)