mario draghi enrico letta giuseppe conte matteo renzi salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL GIRO DELLE NOMINE RAI SI È RISOLTO COME IL GIOCO DELL'ORTOLANO: IL CETRIOLO, GIRA GIRA, È FINITO AL LEADER PIÙ DEBOLE, CIOÈ CONTE - LA FAIDA TRA PEPPINIELLO APPULO E DI MAIO BOLLATA CON TERMINI DURISSIMI ANCHE DA TRAVAGLIO - CONTE CHIAMA MA GRILLO SI SMARCA DALLE POLEMICHE SULLA DEBACLE RAI: "NON MI INTERESSA, FATE VOI" - PARTITI IN TILT SUL QUIRINALE: NESSUNO HA UN NOME CREDIBILE DA PROPORRE - LA MELONI SFANCULA TUTTI: BERLUSCONI, SALVINI, ORBAN E LE PEN - GLI OCCHI DEI "CENTRISTI" SULLA LEOPOLDA: QUANTO ANCORA PESA LA LEADERSHIP DI RENZI?

Dagoreport

 

mario draghi giuseppe conte

Il giro delle nomine Rai si è risolto come il gioco dell'ortolano: il cetriolo, gira gira, è finito al leader più debole, cioè Giuseppe Conte. Con il più prevedibile dei risultati: riattizzare la faida interna al Movimento Cinquestelle.

 

Per mesi raccontata da Dagospia, la contrapposizione Di Maio-Conte ora è esplosa nella sua virulenza. Lo certifica con durezza Marco Travaglio nel suo articolo di oggi sul "Fatto quotidiano": "Conte, oltreché dalla sua correttezza che lo rende inabile a certi giochetti, è stato indebolito dalle contromanovre di Di Maio, che ha avallato le nomine antigrilline, mentre le destre difendevano i loro avamposti".

di maio conte

 

Nel saloon grillino Peppiniello Appulo è accerchiato ed è finito nel posto peggiore: quello dove fischiano le pallottole. Logorato da Di Maio e avversato dai gruppi parlamentari legati all'ex bibitaro, Conte ha pianto (telefonicamente) sulla spalla di Beppe Grillo, l'unico in grado di fargli da scudo. "L'Elevato" non s'è sciolto davanti al pianto greco del suo amministratore delegato, anzi se n'è lavato le mani: "La questione Rai non mi interessa, fate voi". Amen.

carlo fuortes foto di bacco (1)

 

Nella prosa politica, è una porta sbattuta in faccia. Neanche una parola di conforto dopo l'umiliazione ricevuta dal tandem Draghi-Fuortes. Grillo, da garante del Movimento, tace e osserva: lascia che la leadership già sbrindellata di Conte si usuri definitivamente per cambiare cavallo. Tanto in scuderia già scalpita una inviperita Virginia Raggi.

 

I contiani di complemento, che hanno il viso gonfio per i ceffoni ricevuti da Draghi, sono costretti a incassare in silenzio. Anche perché quando Conte parla, come quando ha annunciato la sospensione delle presenze grilline nelle trasmissioni Rai, viene smentito dopo 24 ore: oggi il suo fedelissimo vicepresidente Mario Turco era al Tg2 delle 13.

 

conte grillo ristorante marina di bibbona

L'Avvocato di Padre Pio non può lasciare la maggioranza, senza spalancare una gravissima crisi di partito, di governo e di Sistema. Ha, per ora, le mani legate. Ma il voto per eleggere il prossimo presidente della Repubblica si avvicina. Quale migliore occasione per consumare una possibile vendetta? Soprattutto perché nel caos attuale, dove nessun partito ha un candidato credibile da proporre agli altri, ogni contromossa puo' essere devastante.

GIORGIA MELONI BRUNO VESPA ENRICO LETTA

 

Alla presentazione del libro di Bruno Vespa, Giorgia Meloni e Enrico Letta si sono trovati d'accordo sul no alla legge proporzionale. Agli "addetti ai livori" quella del segretario del Pd è sembrata una tattica. Difendere il maggioritario è un modo per mostrare i muscoli, per ostentare la sicurezza che la (inesistente) coalizione di centrosinistra possa vincere le elezioni.

MARIO TURCO AL TG2

 

Dire sì al proporzionale avrebbe certificato la difficoltà a costruire un fronte riformista ampio e solido e una implicita ammissione di andare verso la sconfitta. Della serie: non abbiamo i voti per vincere, andiamo alle urne e poi cerchiamo intese per un governo con chi ci sta. Mentre con il maggioritario le alleanze vanno costruite e annunciate prima del voto.

 

calenda renzi

Nell'area "liberal-moderata-forchettona" si sgomita e si scalpita per ricavare uno strapuntino all'affollata mensa del Centro. Calenda, pezzi di Forza Italia, Brugnaro, Toti, +Europa: un assembramento lombrosiano nel ripostiglio elettorale centrista che, per ora, ha più azionisti che voti. E tutti loro hanno lo sguardo rivolto alla Leopolda renziana del prossimo weekend.

 

luigi brugnaro e giovanni toti

Cosà dirà Renzi si sa già. È quello che ha ripetuto in loop su ogni frequenza radio-tv. Le sue invettive anti-grilline, anti-pm, anti-Travaglio e via sentenziando sono arcinote. Quello che i "centrini" vogliono testare è la sua capacità di attrarre. Renzi può essere un socio utile per la "Cosa" centrista? Dopo gli scandali, dalla fondazione Open ai rapporti con Bin Salman, Matteuccio ha ancora qualche carta da giocare sulla scena nazionale o la sua leadership è finita nel carrello dei bolliti? Chi ci sarà in platea ad ascoltarlo? E ad applaudirlo? Chissà.

STRACHE SALVINI LE PEN

 

Ps: Se il centrosinistra piange, il centrodestra non ride. Giorgia Meloni è sempre più lontana da Berlusconi ma anche da Salvini, dopo aver letto le dichiarazioni di Orban e Marine Le Pen che vogliono il "Capitone" alla guida della coalizione di sovranisti in Italia. Col cazzo, avrà pensato la "Ducetta". E infatti ha ripreso a smarcarsi chiedendo al Cav di farsi da parte nella corsa al Quirinale.

 

 

matteo salvini giorgia meloni assemblea nazionale federmanager 2

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? INNANZITUTTO L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO BLOCCA DI FATTO OGNI POSSIBILE ASSALTO DELL’ARMATA “CALTA-MELONI” AL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI – CERTO, I MANAGER DECADONO SOLO DOPO UNA SENTENZA DEFINITIVA, MA GIÀ DA ADESSO LOVAGLIO E E COMPAGNIA POTREBBERO ESSERE SOSPESI DAL CDA O DALLA VIGILANZA DI BANKITALIA - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DEI PM DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE FAVORITA DA PALAZZO CHIGI DELLA COMBRICCOLA ROMANA, SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO'') - OGGI IN BORSA MONTE PASCHI SIENA HA CHIUSO PERDENDO IL 2,12%, MEDIOBANCA -0,15% MENTRE, ALLONTANANDOSI CALTARICCONE, GENERALI GUADAGNA LO +0,47%...

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?