elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

DAGOREPORT

elly schlein alla direzione del pd foto lapresse.

Bisogna fare una precisazione sulla parola ''riarmo'', che è la questione principale che ha spinto Elly Schlein a schierarsi contro il progetto di Ursula Von der Leyen, Rearm Europe. La segretaria multigender si è opposta al piano di Bruxelles sostenendo di preferire ''la difesa europea rispetto al riarmo dei singoli Stati''.

 

Ma con 27 Paesi membri, dalla Ungheria filo-putiniana di Orban all'Italia della camaleontica filo-trumpiana Meloni,  il "ReArm" è l’inevitabile primo passo. Portare la spesa militare al 3% del Pil significa rimettere in moto la struttura difensiva di ogni singolo Paese, colpevolmente trascurata negli ultimi anni dall’Europa, fin troppo comodi nel godere sotto l’ombrello americano.

romano prodi elly schlein

 

Ma ora che Trump minaccia di portare gli Stati Uniti fuori dalla Nato, chiudere le basi americane in Europa e disinteressarsi al suo destino, Il “Vecchio Continente”  non può ignorare la minaccia rappresentata dalla Russia di Putin, che ha aggredito e invaso un paese sovrano e democratico come l’Ucraina.

 

Se l’Italia confinasse con la Russia, probabilmente, non ci sarebbero tutti questi pacifisti in piazza a dire no al riarmo. La difesa dei propri confini diventa un "male necessario".

 

putin trump

E infatti, chi i russi li conosce sulla propria pelle come la Polonia, i paesi Baltici, la Finlandia, che confinano con il Paese di Putin, tremano davanti alle pulsioni neo imperialiste del Cremlino (mentre un altro stato confinante, come l'Ungheria di Orban, ha preferito trasformarsi in un vassallo di ''Mad Vlad)''.

 

Quel che l’Italia investirà nella difesa servirà anche ad assolvere agli impegni, colpevolmente trascurati, previsti dagli accordi Nato: il nostro Paese spende soltanto l’1,5% del Pil in difesa, mentre la Polonia quest’anno si avvicinerà al 5% (l’alleanza prevede, al momento, il 2%, con la previsione di raggiungere nei prossimi anni il 3%).

 

elly schlein alla direzione del pd foto lapresse

Partendo dal riarmo dei singoli stati si potrà costruire una futura difesa europea, attraverso meccanismi di coordinamento della spesa, omologazione degli armamenti, e una maggior addestramento congiunto dei soldati. D’altronde, l’Italia, che si tuffa nel Mediterraneo, non può ignorare l’importanza di una difesa moderna ed efficiente, vista la strategicità del suo ruolo di Paese-ponte verso l’Africa.

 

Africa da cui i russi, attraverso l’alleanza con il generale Haftar in Libia, e con la presenza della famigerata brigata Wagner che ha il potere in mano paesi come Congo e Burkina Faso, possono far arrivare a Lampedusa decine di migliaia di migranti, come e quando vogliono. Un’arma umana che potrebbe venir usata contro l’Italia e l’Europa.

brigata wagner

 

Gli investimenti in difesa servono a irrobustire la deterrenza verso Mosca che non parla altra lingua che quella della forza (il finto pacifista Putin, infatti, ha speso centinaia di milioni per dotare il suo paese dei missili ipersonici che né Stati Uniti, né l'Unione Europea hanno mai pensato di produrre).

 

nardella franceschini

 

 

E poi, investire in difesa significa mettere una fiche sulla ricerca in alta tecnologia. Se oggi Elon Musk dispone di migliaia di satelliti attraverso la sua Starlink, e l’Europa invece s’attacca, è perché Bruxelles e i paesi membri hanno per anni trascurato un intero comparto industriale, come quello aerospaziale, preferendo occuparsi di lunghezza dei cetrioli e tappi di plastica. Non è la supremazia tecnologica ad aver creato il gap tra Usa e Ue, ma la pochezza di investimenti.

 

paola belloni ed elly schlein vanno a votare

 

 

Sono concetti che un partito di “sistema” come il Pd dovrebbe avere ben chiari. Negli ultimi anni ha governato sia in Italia che in Europa, e non può non sapere che il riarmo dei paesi membri è solo il primo passo per una futura difesa europea.

 

Dopo l’imbarazzante spaccatura nel partito all’europarlamento (unica voce dissonante dall’interno del Pse) sul piano von der Leyen, nel Pd è iniziata la resa dei conti con la richiesta di un congresso. Elly Schlein, bontà sua, sarebbe disposta  a concedere un congresso “tematico” incentrato sulla questione armi.

 

zanda

L’ex senatore Luigi Zanda e il fondatore dell’Ulivo Romano Prodi sono contrari: voglio cacciarla dal Nazareno con un confronto profondo con gli iscritti (quelli che avevano scelto Bonaccini per la segreteria e non Schlein, premiata dai gazebo) sulla direzione di marcia del partito.

 

Elly sa di essere traballante: sul voto a Bruxelles, d’altronde, si è salvata per il rotto della cuffia: se il rapporto di forza fra astenuti e favorevoli fosse stato inverso (10 a 11 e non 11 a 10), si sarebbe dovuta dimettere.

 

zingaretti schlein

Ed è stata così forte la paura di perdere poltrona, partito e cucuzzaro, che la segretaria con tre passaporti e una fidanzata ha pensato di orientare il voto dei suoi europarlamentari trasformando, di fatto, la consultazione in un referendum sulla sua segreteria.

 

Senza le sue telefonate strappacuore, e vista la mala parata, la conseguente laboriosa mediazione di Nicola Zingaretti, il risultato finale, infatti, sarebbe stato molto diverso.

 

ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI

Ci sarebbero stati 16 sì, 2 no e tre astenuti. Dopo il voto, qualcuno ha chiesto allo stesso Zingaretti, ormai totalmente coinvolto nella Fort Alamo schleiniana, di dimettersi da capo-delegazione del Pd. l’ex governatore del Lazio, però, ha avuto gioco facile nel rintuzzare i suoi critici, dicendo: ma se non si dimette Elly, perché dovrei farlo io?

 

Il risultato finale di questo bailamme in salsa dem è che il partito è in uno stato di confusione totale in cui Franceschini fa il pesce in barile, cambiando casacca ad ogni giro del vento, Dario Nardella e Lucia Annunziata ripetono il mantra dell’unità a tutti i costi (“Non dobbiamo spaccarci”) e la stessa giornalista è talmente spaesata da aver ammesso di aver votato sì per errore.

LANDINI ZANDA ZINGARETTI

 

Bonaccini, che pure aveva difeso Elly Schlein in un ‘intervista di qualche giorno fa alla “Stampa”, alla fine ha votato contro la segretaria, allineandosi ai “suoi” riformisti. E a Palazzo Chigi, la Meloni gode!

lucia annunziata al parlamento europeo elly schlein alla direzione del pd foto lapresse luigi zanda foto di baccoprodi schlein ROMANO PRODI E ELLY SCHLEIN romano prodi elly schleinschlein prodi franceschinischlein mattarella

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...