IL DE PROFUNDIS DI FELTRI CHE HA SEPOLTO IL PDL E FATTO ARRABBIARE LA BADANTE DEL BANANA, LA TETTUTA MARIA ROSARIA ROSSI - “IL PRINCIPALE ERRORE DEL CAVALIERE È QUELLO DI ESSERSI CONTORNATO DI GENTE MEDIOCRE DALL’INCHINO FACILE MA INABILE AD ALTRE ATTIVITÀ, OPPURE DOTATA DI TETTE ECCELLENTI MA DI MENINGI DEBOLI” - “PERCHÉ NON CREA UN ALTRO PARTITO? PERCHÉ NON HA IL CORAGGIO DI SCARICARE LE CARIATIDI? LA SUA BARCA È PIENA DI ZAVORRA E RISCHIA DI AFFONDARE”….

di Vittorio Feltri per Il Giornale

Ernesto Galli della Loggia è un professore universitario colto e intelligente. Ma questo è ovvio. Altrimenti egli non sarebbe in cattedra, quantomeno nessuno darebbe tanta importanza a ciò che scrive e dice.

La sua prosa al servizio del Corriere della Sera è educata e profonda, un po' curialesca com'è giusto che sia per un pensatore che, volendo dare del cretino a qualcuno, glielo deve dare con garbo, sennò non sarebbe preso sul serio. Ieri, sul giornalone di via Solferino, non ha dato dei cretini ai cortigiani di Silvio Berlusconi, peggio: ha detto di loro che non contano nulla, non hanno mai contato nulla, non conteranno mai nulla. Facevano numero quando Forza Italia, prima, e il Pdl, poi, avevano percentuali importanti. Ora che le cose sono cambiate perché è cambiato il vento, sono soltanto pesi morti.

Il partito personale del Cavaliere ha perso lustro e potenza, ma rimane il partito del fondatore. Senza di lui varrebbe zero. Hanno voglia i peones di darsi da fare per dimostrare il contrario e garantirsi il domani, a prescindere dal capo. Non hanno le carte in regola. Privi di personalità, incapaci di imporsi, psicologicamente sudditi del leader, non riescono non dico a costruirsi un futuro, ma neppure a immaginarlo: sono gregari di Berlusconi.

Contro il quale talvolta lanciano un sasso, ma subito nascondono la mano, terrorizzati di essere scoperti. In faccia non gli dicono mai niente che lo possa irritare. Non osano contraddirlo, salvo disubbidirgli non appena usciti dalla sua stanza. Lui dà un ordine, loro subito lo eseguono, però al contrario. Poi si giustificano affermando che non avevano capito bene. Quindi allargano le braccia sconsolati, invocando perdono. Se lo ottengono, ne approfittano per mendicare qualcosa: di solito, una poltrona.

I partiti a guida carismatica sono tutti uguali e tutti fanno la stessa fine: tengono finché tiene il manico; quando questo non regge più, ciascun militante diventa un potenziale ammutinato. La disgregazione comincia così: l'interesse generale passa in secondo piano, prevale il desiderio di ogni individuo di pararsi le terga.

I furbi cercano un'intesa col nemico, dal quale pretendono di essere salvati e riciclati; i fessi cercano di trarre qualche vantaggio dal caos: un posto, una carica, un osso da spolpare. Il Pdl, come fu concepito dal Cavaliere, poteva essere un colosso, anzi lo è stato. Infatti nel 2008 vinse le elezioni politiche con largo margine. Il Pd di Walter Veltroni andò a schiantarsi. Ma un anno dopo, il gigante era già un nano, ridimensionato dall'uscita di Gianfranco Fini con i suoi fedelissimi del Fli.

Il seguito è noto. Un lento e progressivo smottamento condusse i berlusconiani al fallimento di un progetto ambizioso: la rivoluzione liberale. Complice anche la crisi economico- finanziaria, il gioco in attacco del Cavaliere si trasformò in gioco difensivo con qualche sortita in contropiede, sempre più timida, velleitaria. La partita si concluse con una sconfitta.

I berluscones si sono rivelati inconsistenti. Lo erano anche in precedenza, ma il gruppo compatto sopperiva al deficit dei singoli. Ora che lo squadrone si è ridotto a rappresentativa di vecchie glorie senza gloria, si avverte la sua inadeguatezza. Non riesce neppure a contrastare i dilettanti allo sbaraglio di Mario Monti, ancora convinti che l'Europa e l'euro siano i fari della politica italiana. Non si accorgono che invece sono fuochi fatui, lumini cimiteriali.

La moneta unica e la Ue sono disgrazie, iatture. Carlo Azeglio Ciampi e Romano Prodi le vollero a ogni costo e gli italiani, che hanno pagato un prezzo enorme per soddisfare quei capricci infantili, oggi boccheggiano. L'Inghilterra, che ha sputato in faccia all'euro, è in salute, sia pure con qualche acciacco dovuto alla situazione internazionale.

E Berlusconi? Lui, che non ha mai creduto alle chimere europee, adesso è qui con un'Armata Brancaleone a recitare la parte di coscienza critica della maggioranza. Però nessuno lo ascolta, neppure i suoi fanti. I quali, quando egli parla, si guardano l'un l'altro, incerti se dargli retta o no.

Nel dubbio, si astengono dal fare qualsiasi cosa. Traccheggiano. Chi scuote la testa, chi sorride, chi sacramenta sottovoce per non farsi udire. Già.L'ex premier incute ancora timore, ma non ispira più fiducia.

Il Cavaliere non è stupido. In certi momenti ha consapevolezza dei propri errori; il principale è quello di essersi contornato di gente mediocre dall'inchino facile (salvo alcune eccezioni) ma inabile ad altre attività, oppure dotata di tette eccellenti ma di meningi deboli. Troppo tardi per pentirsi, troppo presto per rimediare.

E allora? Silvio alterna attimi di malumore ad attimi in cui medita di buttare all'aria il partito e di crearne un altro, nuovo, bello giovane, forte. Perché non lo crea? Non ha il coraggio di scaricare le cariatidi. Il suo limite è che non sa gettare a mare chi non serve, cosicché la sua barca è piena di zavorra e rischia di affondare. Un leader carismatico che preferisce dire ni piuttosto che no, a lungo andare viene rifiutato dagli elettori.

 

 

Maria Rosaria Rossi VITTORIO FELTRI SILVIO BERLUSCONI GIANFRANCO FINI CARLO AZEGLIO CIAMPI - copyright PizziROMANO PRODI

Ultimi Dagoreport

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO

donald trump

COME STA IN SALUTE DONALD TRUMP? DOPO LE FOTO HORROR DELLE CAVIGLIE FORMATO ZAMPOGNA DEL PRESIDENTE, ANCHE NEGLI STATES INIZIANO A FARSI DELLE DOMANDE - C’È UNA CORRENTE DEL PARTITO DEMOCRATICO, VICINA A BERNIE SANDERS, CONVINTA CHE LA SALUTE DI TRUMP SIA PIÙ TRABALLANTE DI QUANTO I MEDICI DELLA CASA BIANCA NON VOGLIANO AMMETTERE. I PUGNACI DEPUTATI DEM STAREBBERO VALUTANDO DI CHIEDERE L’ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE MEDICA INDIPENDENTE PER VALUTARE LE REALI CONDIZIONI DEL PRESIDENTE… - TRA INSUFFICIENZA CARDIACA E DEMENZA SENILE, SUI SOCIAL I COMPLOTTARI MORMORANO: "QUALUNQUE COSA NASCONDA, STA PEGGIORANDO"

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO