giorgia meloni albania migranti

“LE SENTENZE EUROPEE SONO VINCOLANTI PER GLI STATI MEMBRI” – LA CORTE DI GIUSTIZIA UE HA SMONTATO LA RAFFAZZONATA NORMA TAMPONE SUI "PAESI SICURI", APPROVATA DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI LUNEDÌ – COSA SUCCEDE ADESSO? LA MELONI VUOLE TIRARE DRITTO E FAR PARTIRE ALTRI MIGRANTI VERSO L’ALBANIA, AMMETTENDO RECLAMI IN APPELLO. OLTRE A INTASARE I TRIBUNALI, RISCHIA DI ESSERE UNA CAPORETTO TOTALE (A SPESE DEI CONTRIBUENTI): I GIUDICI POTRANNO ANNULLARE DI NUOVO I TRATTENIMENTI E I MIGRANTI SARANNO RIPORTATI IN ITALIA. A QUEL PUNTO…

giorgia meloni edi rama - hotspot per migranti in albania

1. LA UE SMONTA IL DECRETO MIGRANTI: “SENTENZE VINCOLANTI PER GLI STATI”

Estratto dell’articolo di Vincenzo Bisbiglia per “il Fatto Quotidiano"

 

Neanche il tempo di farlo approvare dal Quirinale che la Corte di Giustizia Ue ha già smontato il cosiddetto decreto legge “Paesi sicuri”. Per la Corte di Lussemburgo, infatti, le sentenze europee “sono immediatamente vincolanti per gli Stati membri”. E così pare nato già morto il provvedimento che, tra l’altro, va a intasare le Corti d’appello italiane, inserendo un grado di giudizio intermedio sui trattenimenti dei migranti nei cpr e scatenando la rabbia unanime dei 26 presidenti dei tribunali di 2° grado.

 

migranti ALBANIA

Una caporetto su tutto il fronte […]. È arrivato ieri in serata il testo definitivo del dl studiato da Chigi per superare il decreto del Tribunale di Roma che venerdì ha annullato il trattenimento di 12 migranti, di nazionalità egiziana e bangladese, presso il cpr di Shengjin, in Albania. Per i giudici romani, infatti, quelli di origine non possono essere definiti “paesi sicuri”. La fonte della sentenza è la direttiva Ue 2013/32 per cui non si può definire “sicuro” uno Stato “qualora talune parti del suo territorio non soddisfino le condizioni sostanziali”.

 

IL DECRETO LEGGE SUI PAESI SICURI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

È basilare la norma del diritto pubblico che le leggi di un ente sovranazionale prevalgono sempre su quelle nazionali. Ma Giorgia Meloni e i suoi sono comunque andati allo scontro.

Nel testo sono richiamate la sentenza Ue e la direttiva del 2013. Viene quindi stilata una lista di 19 “paesi di origine sicuri” per legge […]

 

Alle 21 di ieri il testo definitivo del decreto non era ancora arrivato al Quirinale per il vaglio, anche se dal Colle è trapelata l’intenzione sostanziale di procedere al via libera.

 

La possibilità per il Viminale di ricorrere in appello è stata introdotta in extremis nonostante ieri i 26 presidenti delle Corti d’appello abbiano diffuso un documento molto critico, lamentano un sovraccarico eccessivo del lavoro – […] e il rischio di non raggiungere gli obiettivi del Pnrr per il comparto giustizia.

centro migranti DI GJADER IN ALBANIA

 

Ma la beffa maggiore per il governo è arrivata proprio dal Lussemburgo, dove ieri pomeriggio all’Ansa un portavoce della Corte di Giustizia Ue ha precisato che “le sentenze della Corte di Giustizia Ue sono immediatamente vincolanti per gli Stati membri”. Tradotto: nessuna legge nazionale potrà mai aggirare il pronunciamento della Corte, specie se ha come fonte una direttiva Ue.

 

Lo scontro si sostanzierà quando la Cassazione valuterà il ricorso presentato ieri dal Viminale contro il decreto del Tribunale di Roma sui 12 trattenimenti in Albania. Per il ministero, i migranti avrebbero dovuto “invocare” l’appartenenza alla categoria dei soggetti “a rischio” nei rispettivi paesi – comunità Lgbtq+, minoranze etniche e religiose, ecc. – cosa che invece non è avvenuta. […]

 

migranti in albania - vignetta by vukic

2. LA UE: “RISPETTATE LE SENTENZE” MA NEL DECRETO MIGRANTI SPUNTA IL RICORSO PER I RIMPATRI

Estratto dell’articolo di Viola Giannoli per "la Repubblica"

https://www.repubblica.it/politica/2024/10/23/news/migranti_nuovo_decreto_corte_ue-423571654/

 

[…] «Il decreto funzionerà, non esiste un piano B perché non ce n’è bisogno», spiega una fonte di governo all’Adnkronos. Tuttavia il timore di un remake dello stop dei giudici di Roma al fermo dei migranti a Gjader è palpabile.

 

La nave Libra della Marina militare è ancora ferma al porto siciliano di Augusta. Ma quando salperà alla volta dell’Albania il decreto andrà alla prova dei fatti. Perché al momento — questo è il parere dei giuristi — la norma partorita dal governo non sospende la mancata convalida del fermo e dunque, davanti a un nuovo “no” del tribunale di Roma, i migranti dovranno essere riportati in Italia come è già accaduto.

 

rendering del centro italiano per migranti di shengjin in albania

I giudici, sin qui convinti che la sentenza della Corte di giustizia europea debba essere rispettata, avranno davanti a loro diverse strade: cambiare idea e convalidare i fermi contro il parere Ue, disapplicare il decreto, rimandare la questione alla Corte costituzionale, sollevare un rinvio pregiudiziale alla Corte europea. […]

 

3. IL GOVERNO SFIDA LE PROCURE LE NAVI RITORNANO IN ALBANIA

Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti e Francesco Olivo per “La Stampa”

 

giorgia meloni edi rama – costi dei migranti in albania - vignetta by osho

La Libra è ferma al porto. «È pronta a partire», dicono fonti del governo. La nave della Marina militare salperà presto verso l'Albania per trasferire i migranti nei nuovi centri. È l'effetto del decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che, secondo le intenzioni dell'esecutivo, bloccherà le sentenze che non convalidano i fermi dei migranti.

 

La reazione del governo allo choc dei provvedimenti che hanno demolito il progetto Albania è racchiusa in due mosse: un decreto approvato così di getto il cui testo è spuntato soltanto ieri sera e un ricorso in Cassazione contro le decisioni del tribunale di Roma.

 

vignetta sui migranti in albania

Quello che appare chiaro […] è che il Consiglio dei ministri di lunedì sera ha approvato un decreto solo abbozzato, che è stato poi sistemato per tutta la giornata di ieri, prima di inviarlo al Quirinale. Il Colle ha seguito con discrezione tutta la macchinosa procedura di scrittura. E, così, un testo molto scarno, che conteneva di fatto soltanto un aggiornamento sulla lista dei cosiddetti Paesi sicuri, nei quali avviare le procedure accelerate di espulsioni, si è arricchito ieri con la norma che prevede la possibilità di fare ricorso alla Corte d'Appello contro le ordinanze dei giudici sul trattenimento dei migranti nei Cpr, che attualmente possono essere impugnate solo in Cassazione.

 

Era un aspetto fondamentale per Giorgia Meloni, che lunedì si era mostrata largamente insoddisfatta del testo arrivato al Consiglio dei ministri. Secondo la premier, infatti, agire solo sull'aspetto dei Paesi sicuri rischiava di non risolvere l'ostacolo posto dalle sentenze alla strategia dei rimpatri accelerati e dell'hotspot albanese.

 

vignetta migranti in albania 1

L'impugnazione in Appello, invece, comporta una rivalutazione della causa nel merito.

«L'efficacia esecutiva del provvedimento impugnato può essere sospesa - si legge nel testo - su istanza di parte, con decreto motivato, quando ricorrono gravi e circostanziate ragioni». Altro elemento di novità è che nella cosiddetta «procedura di frontiera» non deciderà più un giudice monocratico, ma un collegio di tre e gli atti sono, così, impugnabili. Si estende, così, la procedura ordinaria anche ai richiedenti asilo con iter accelerato.

Il decreto, per paradosso, avvicina le posizioni tra governo italiano e Corte di Giustizia europea di Strasburgo.

 

agenti di polizia davanti all hotspot per migranti di shengjin in albania

Roma in fondo ha recepito una delle due principali osservazioni della famosa sentenza europea del 4 ottobre, riducendo l'elenco dei cosiddetti Paesi Sicuri da 22 a 19, ed estrapolando Nigeria Colombia e Camerun perché vi sono pezzi del territorio fuori controllo. E questa disponibilità non è sfuggita al Quirinale.

 

[…] Resta però la seconda fondamentale osservazione della Corte europea: non può essere considerato "sicuro" quel Paese dove sono a rischio le minoranze etniche, religiose, sessuali, o anche i dissidenti politici. E qui c'è la seconda sfida alla magistratura.

 

Il ministero dell'Interno ha dato mandato all'Avvocatura dello Stato di presentare ricorso in Cassazione contro le mancate convalide di trattenimento per i 12 trattenuti in Albania.

Il canovaccio del ricorso è chiaro: secondo il Viminale non sono state adeguatamente motivate, caso per caso, le mancate convalide.

 

vignetta migranti in albania

Il ministero ritiene, infatti, che non sia sufficiente rifarsi alla sentenza del 4 ottobre e che ogni mancata convalida doveva essere motivata. In pratica il giudice avrebbe dovuto spiegare se il singolo straniero rischia ad essere rimpatriato. Per la sua appartenenza religiosa o etnica. Per l'orientamento sessuale o il suo credo politico.

 

Sullo sfondo, si profila comunque una nuova sfida alla magistratura. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è stato sprezzante in conferenza stampa quando ha sostenuto che ora l'elenco è una norma primaria e quindi «i magistrati sono tenuti a rispettarla, altrimenti devono ricorrere alla Consulta».

ALBANO E ROMANA - MEME BY EMILIANO CARLI

 

Sa benissimo che le cose sono diverse. Come insegna il caso Apostolico, decreto o non decreto, è facoltà del magistrato disapplicare la legge italiana quando ravvisi una violazione con la giurisprudenza europea. Facile ipotizzare, a questo punto, che la nave militare "Libra" riprenderà presto il mare, non appena il decreto sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, e che un altro gruppo di disperati sarà portato quanto prima nell'hotspot in Albania. E se il tribunale di Roma darà nuovamente torto alle disposizioni del ministero dell'Interno, riesploderà un caso di primissima grandezza.

NUOVI CENTRI PER I MIGRANTI IN ALBANIACENTRO PER MIGRANTI IN ALBANIA NUOVI CENTRI PER I MIGRANTI IN ALBANIANUOVI CENTRI PER I MIGRANTI IN ALBANIA

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