regeni al sisi

LA VERITÀ, VI PREGO, SU GIULIO REGENI - PER LA PRIMA VOLTA, DOPO UN ANNO E MEZZO DI RELAZIONI DIPLOMATICHE CONGELATE, UNA DELEGAZIONE ITALIANA VOLA AL CAIRO - I SENATORI OGGI INCONTRANO IL PRESIDENTE AL-SISI. L'EGITTO INVITA I GENITORI DEL GIOVANE RICERCATORE. MA LA VERITA' SULL'OMICIDIO QUANDO CE LA RACCONTANO?

Francesca Schianchi per “la Stampa”

 

REGENIREGENI

«La nostra opinione pubblica si aspetta che la verità possa essere raggiunta al più presto». E' dopo pochi minuti di convenevoli che il presidente della commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre, affronta di petto l' argomento che aleggia nella stanza fin da quando una snella delegazione italiana si è seduta nella grande sala del Parlamento egiziano a incontrare il suo presidente, Ali Abd el-Aal, e il capo della commissione difesa, il generale Kamal Amer: il caso Regeni.

REGENIREGENI

 

«Ristabilire pienamente relazioni tra i nostri due Paesi, anche dal punto di vista diplomatico, è importante - scandisce Latorre - ci auguriamo che questo possa essere realizzato con ulteriori sforzi sul piano della cooperazione giudiziaria, che bisognerebbe implementare ancora di più».

 

E' la prima volta, da un anno e mezzo, che una delegazione parlamentare italiana viene in visita in Egitto. L'ultima volta che accadde erano i primi di febbraio 2016, era guidata dall'allora ministro Federica Guidi: venne interrotta quando fu ritrovato il corpo torturato e ucciso di Giulio Regeni.

 

Giulio RegeniGiulio Regeni

Ora, dopo che da oltre un anno anche le relazioni diplomatiche sono congelate, con il nostro ambasciatore richiamato a Roma, per la prima volta arriva una delegazione della commissione Difesa del Senato. Il presidente Pd Latorre, il forzista Maurizio Gasparri, il M5S Vincenzo Santangelo: «Rappresentiamo le maggiori forze politiche italiane, perché tutto il Parlamento ha interesse che si crei un clima di piena collaborazione fra i nostri due Paesi», spiega Latorre.

 

VIGNETTA GIANNELLI - AL SISI COLLABORA SUL CASO REGENIVIGNETTA GIANNELLI - AL SISI COLLABORA SUL CASO REGENI

Oggi, la stessa richiesta di un «segnale» di maggiore cooperazione giudiziaria, probabilmente facendo riferimento a ulteriori richieste avanzate dalla Procura di Roma, la porranno ancora più in alto: al presidente Al-Sisi. In un appuntamento fissato per stamattina, gli ricorderanno l' intervista in cui ha dichiarato di volere la verità sulla morte del nostro connazionale, chiedendogli di accelerare la ricerca.

 

«Non abbiamo nessun interesse a nascondere la verità», è la risposta del presidente del Parlamento Ali Abd el-Aal; il collega della commissione difesa Amer fa di più: promette che «quando avremo la verità, inviteremo la mamma di Regeni in Parlamento».

 

Per arrivarci, «c' è una collaborazione giudiziaria in atto», ricorda Ali Abd el-Aal, secondo cui «tutto quel che viene chiesto dal procuratore italiano viene esaudito dal procuratore egiziano: l' ultima richiesta è stata la testimonianza di un ufficiale di polizia», ma, giustifica, «siamo un Paese di un milione di chilometri quadrati, quasi 100 milioni di abitanti, tutto ciò rende l' inchiesta molto complicata».

PASSAPORTO DI GIULIO REGENI PASSAPORTO DI GIULIO REGENI

 

E, anzi, ci tiene ad aggiungere che «ci sono state vittime egiziane in Italia, in Francia, negli Stati Uniti, ma noi non richiamiamo l'ambasciatore» e sposta il discorso anche su altro: il ruolo dell' Egitto nella lotta all' immigrazione clandestina e al terrorismo, che «contribuisce a tutelare la sicurezza italiana ed europea», e «nonostante le nostre condizioni economiche, noi non ricattiamo i partner come fanno altri Paesi e non chiediamo nulla in cambio», chiaro riferimento all' accordo fra Turchia e Ue.

 

I TUTOR INGLESI DI REGENI PROTESTANO CONTRO AL SISII TUTOR INGLESI DI REGENI PROTESTANO CONTRO AL SISI

La delegazione italiana è venuta qui anche per parlare di emergenza migranti e di stabilizzazione della Libia - con un Paese che ha possibilità di incidere grazie al rapporto strettissimo col generale Haftar. Ma ogni discorso è difficile da affrontare, finché non ci sarà chiarezza sulla vicenda Regeni. Oggi la domanda verrà posta direttamente ad Al-Sisi.

il manifesto prima pagina con gli articoli di giulio regeni dopo la morteil manifesto prima pagina con gli articoli di giulio regeni dopo la morteFUNERALE REGENIFUNERALE REGENI

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...