
DELMASTRO, UN ALTRO DISASTRO! – IL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA DI FDI FINISCE NELLA BUFERA PER AVERE PARAGONATO LE “TOGHE ROSSE” AI MAFIOSI – IL PRESIDENTE DELL’ANM, CESARE PARODI: “SONO FRASI GRAVI CHE TRASMETTONO UN'IMMAGINE DELLA MAGISTRATURA COMPLETAMENTE ERRATA. CHIEDO DI FARE NOMI E COGNOMI. IL SISTEMA NON PUÒ ESSERE RAPPRESENTATO IN QUESTO MODO” – LE OPPOSIZONI INVOCANO LE DIMISSIONI DEL FEDELISSIMO DI GIORGIA MELONI, GIÀ CONDANNATO IN PRIMO GRADO PER RIVELAZIONE DI SEGRETO D’UFFICIO. IL DEM WALTER VERINI: “SENTO UN CATTIVO ODORE DI OLIO DI RICINO OGNI VOLTA CHE DELMASTRO PARLA”. CONTE: “IL GOVERNO AVEVA PROMESSO DI COMBATTERE I MAFIOSI E INVECE INSULTA LA MAGISTRATURA CHE LA MAFIA LA COMBATTE DAVVERO...”
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A DELMASTRO E PARTITA LA FRIZIONE: PARAGONA I MAGISTRATI CRITICI CON GIORGIA MELONI AI MAFIOSI...
1. BUFERA DELMASTRO
Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “La Stampa”
«Andrea Delmastro deve dimettersi». Le opposizioni tornano a chiedere un passo indietro del sottosegretario alla Giustizia, fedelissimo della premier Giorgia Meloni. Questa volta, e non è la prima, è finito al centro della polemica politica per le sue parole a un convegno organizzato da FdI a Torino, come raccontato ieri da La Stampa.
La frase incriminata: «Il magistrato, che dovrebbe sentire pulsioni di giustizia, dice che Meloni è pericolosa perché non ha inchieste: questo lo dicono i mafiosi, non i magistrati».
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giuseppe conte alla camera foto lapresse
«Questo governo aveva promesso di combattere i mafiosi e invece insulta la magistratura che la mafia la combatte davvero ogni giorno – attacca Giuseppe Conte –. Siamo ormai al ribaltamento di ogni logica. Delmastro e il suo governo agiscono sistematicamente per demonizzare e indebolire i magistrati – aggiunge il presidente del Movimento 5 stelle – mentre i criminali brindano con le loro leggi, che smantellano le intercettazioni e consentono agli indagati di essere avvisati prima dell'arresto».
Conte sottolinea anche il fatto che il sottosegretario sia stato «già condannato per aver rivelato notizie delicatissime coperte dal segreto al suo compagno di partito Donzelli». Senza dimenticare la vicenda del colpo di pistola sparato durante la festa di Capodanno 2024 e un'altra frase di Delmastro che aveva fatto molto discutere, quella sulla sua «intima gioia» nel non «lasciare respirare» i detenuti dentro i blindati.
«Non da oggi pensiamo che Delmastro debba lasciare il ministero di via Arenula – dice Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana –. La presidente del consiglio non può continuare a difendere il suo cerchio magico così inadeguato, imbarazzante e anche pericoloso». [...]
sciopero dei magistrati - protesta davanti alla cassazione a roma
Dal Pd sono in tanti a intervenire, a cominciare dal presidente del partito, Stefano Bonaccini, che parla di «affermazioni gravi e inaccettabili, ancor più alla luce del ruolo istituzionale che ricopre Delmastro. Credo che debba intervenire la premier». Per la responsabile Giustizia, Debora Serracchiani, il paragone con i mafiosi è «un insulto non solo alla magistratura, ma alla legalità e alla dignità dello Stato di diritto. Le sue parole sono incompatibili con il ruolo che ricopre».
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E Walter Verini, capogruppo Pd in commissione Antimafia, sente «un cattivo odore di olio di ricino ogni volta che Delmastro esterna». Mentre il senatore Filippo Sensi non ha «mai considerato Delmastro un esponente di governo. Ho troppo a cuore il nostro Paese per pensare che uno così possa in alcun modo rappresentarlo».
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Alla commemorazione di quell'attentato ha partecipato anche Matteo Renzi, convinto che Delmastro sia «un pericolo pubblico per la violenza verbale che esprime quotidianamente. Lui non è il sottosegretario alla Giustizia, è il sottosegretario del giustizialismo – attacca il leader di Italia viva – e prima o poi qualcuno dovrà chiedere conto ai tanti funzionari che nei vari dipartimenti lo stanno aiutando nei suoi comportamenti spesso sopra le righe». [...]
2. CESARE PARODI: "GRAVE ACCOSTARCI AI MAFIOSI CI ATTACCANO PERCHÉ SCOMODI"
Estratto dell’articolo di Irene Famà per “La Stampa”
sergio mattarella cesare parodi
irene famà roma «Le frasi del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro sono gravi e trasmettono un'immagine della magistratura completamente errata».
Il decreto sicurezza? «Ci preoccupa il metodo. Crea un precedente, da valutare con attenzione». Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Cesare Parodi, senza perdere l'aplomb, ribatte punto per punto alle dichiarazioni dell'onorevole di Fratelli d'Italia. E riflette sulle nuove norme sulla sicurezza.
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GIORGIA MELONI ANDREA DELMASTRO
Si riferiva a una famosa email in cui un magistrato ha definito la premier «più pericolosa di Berlusconi». Cambia qualcosa?
«I singoli rispondono delle loro singole affermazioni. Io sono presidente dell'Anm, analizzo i macrofenomeni, e sinceramente posso dire che i magistrati, né nel loro insieme né specificatamente, non hanno mai assunto un linguaggio nemmeno lontanamente vicino a quello mafioso. Disconosco nella maniera più assoluta la fondatezza di questa affermazione».
Sempre il sottosegretario Delmastro: «I magistrati vogliono tramortire la riforma della giustizia perché avrà effetto devastante sul potere delle toghe rosse». È vero?
«Questa è un'affermazione che si iscrive in una più ampia logica di pensiero, che vorrebbe la magistratura divisa, manichea, con la magistratura di sinistra che controlla e condiziona anche i moderati. Ed è funzionale a dare un'immagine politicizzata del nostro atteggiamento critico rispetto alla riforma sulla Giustizia».
Non siete divisi?
giorgia meloni e cesare parodi - incontro tra anm e governo a palazzo chigi
«Al contrario. Siamo straordinariamente uniti negli obiettivi e nella condivisione dei valori fondamentali. Questa è la verità ed è scomoda. La prova più tangibile di questa unità sono io».
Cosa significa?
«Sono magistrato di un gruppo moderato e sono a capo della magistratura associata».
Difficile darle della toga rossa. Sempre Delmastro dichiara che i giudici vengono promossi per affiliazione alle correnti e non per bravura.
«Io chiedo di fare nomi e cognomi. Il sistema non può essere rappresentato in questo modo. Sono accuse vecchie».
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Il ruolo che ricopre aggrava le esternazioni dell'onorevole?
«Non userei il termine aggravante. Da quel ruolo, certo, ha una particolare credibilità e la possibilità di raggiungere molte persone. In questo senso possiamo dire che sono parole pesanti perché arrivano da chi ricopre un ruolo importante».
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L'Anm non ha risparmiato critiche sul Dl sicurezza. È preoccupato?
«Al di là del merito, sul quale abbiamo già espresso la nostra opinione, quello che davvero preoccupa è il metodo».
Perché?
ANDREA DELMASTRO - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI
«Un provvedimento che era in discussione da un anno, improvvisamente è diventato urgente. Non solo. Degli emendamenti proposti dall'opposizione, non ne è stato preso in considerazione quasi nessuno. Il dibattito parlamentare è stato vanificato».
Si è creato un precedente?
«Che è sempre qualcosa che cambia le prassi costituzionali, parlamentari e come tale va analizzato con molta attenzione. Va da sé, che applicheremo le nuove norme».
È stato detto che saranno positive per il sistema giustizia.
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Il ministro della Giustizia Nordio ha difeso l'onorevole Delmastro dopo la condanna in primo grado per violazione di segreto. Ed è intervenuto anche nel caso Garlasco. C'è un'ingerenza della politica nelle questioni della giustizia?
«Sogno e combatto per un mondo dove ognuno fa bene il suo mestiere, rispetta il ruolo degli altri e le critiche hanno argomenti fondati, non sono solo strumentali. Lei mi dirà che sono un illuso, ma è per questo che, nonostante tutto, non voglio chiudere la porta al dialogo».
Spera in una tregua?
incontro tra anm e governo a palazzo chigi - cesare parodi
«Credo che se ci fosse la possibilità di capirsi su certi aspetti, tutto sarebbe più facile per tutti. Se questo oggi non è possibile, magari in futuro lo sarà».
CESARE PARODI E CARLO NORDIO CON LA SIGARETTA AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
ANDREA DELMASTRO