1. IL DEMITIANO SCALFARI CONTINUA IL SUO DUELLO CON “ZIO GIULIO” PURE DA MORTO! 2. PER EU-GENIO, “RENZI È MARGHERITA RUTELLIANA. SE NON È ANDREOTTI, POCO CI MANCA” 3. RENZI È FANFANIANO NELL’ANIMO: PER ACCENTRAMENTO DEL POTERE, TOSCANITÀ, DOPPIO INCARICO AL GOVERNO E AL PARTITO. INVECE SCALFARI LO ASSOCIA AD ANDREOTTI PERCHÉ “NESSUNO TRA I SUOI VIENE DAL PCI-PDS. TUTTA MARGHERITA RUTELLIANA” 4. MA RUTELLI NON È DEMOCRISTIANO, NÉ ANDREOTTIANO. IL DIVO GIULIO SOSTENNE FINI ALLE ELEZIONI ROMANE DEL 1993, E I VERI DC OGGI SOFFRONO L’ACCOSTAMENTO CON RENZI 5. ANDREOTTI NON SI SAREBBE ACCODATO UBBIDIENTE ALLE SANZIONI CONTRO MOSCA. SI SAREBBE OPPOSTO ALL'ELIMINAZIONE DEL SENATO, QUASI FOSSE UNA BANCARELLA ABUSIVA 6. NON AVREBBE LQUIDATO DIRIGENTI PUBBLICI E FUNZIONARI DEL PARLAMENTO SULL'ALTARE DELLA BOSCHI. E CON LA MERKEL SI SAREBBE ACCORDATO, MA IN MODO SERIO

1. IN CASA CUPIELLO IL PRESEPIO DI RENZI PIACE A POCHI

Eugenio Scalfari per “la Repubblica

 

(...)

 

Scalfari Scalfari

Ma che cos'è oggi il Pd? Questa è la domanda di fondo che bisogna porsi nel momento in cui la ribellione dell'Europa mediterranea è rientrata di fronte all'accordo della Germania con la Spagna, all'enigma scozzese che, se vincessero i "sì" alla separazione, metterebbe a rischio l'adesione alla Gran Bretagna all'Ue e riguardano la crisi francese che allontana, anziché avvicinarla, la Francia dall'Italia.

Che cos'è il Pd? Anzitutto è un partito post-ideologico.

 

renzi porta a porta renzi porta a porta

Abbiamo già affrontato altre volte il tema dell'ideologia.

 

Dai tempi dell'Urss e del comunismo staliniano per i liberali l'ideologia era una peste da cui liberarsi.

 

Perfino Albert Camus, che fu certamente un uomo di sinistra, detestava appunto come la peste l'ideologia.

 

Personalmente credo che l'ideologia sia una forma di pensiero astratto che esprime un sistema di valori e dunque penso che l'ideologia non sia eliminabile a meno che non si elimini il pensiero. Un sistema di valori è un'ideologia, le Idee platoniche sono la teoria ideologica della perfezione; le creature effettivamente esistenti sono imperfette perché relative e l'ideologia platonica è per esse un punto di riferimento. Abolite il punto di riferimento ed avrete un'esistenza day-by-day, la vita inchiodata al presente senza né passato né futuro.

LAMA, ANDREOTTI, SCALFARILAMA, ANDREOTTI, SCALFARI

 

Se torniamo ad un partito politico, la mancanza di ideologia ha lo stesso effetto: lo inchioda sul presente.

 

Nella Dc, Alcide De Gasperi era un politico con l'ideologia cattolico-liberale; Fanfani aveva un'ideologia cattolico-sociale; Moro un'ideologia cattolico-democratica. Andreotti non era ideologo, come ai suoi tempi Talleyrand. Voleva il potere subito e oggi. Con la destra, con i socialisti, con il Pci, con la famiglia Bontade, contro la famiglia Bontade.

fini, rutelli_bigfini, rutelli_big

 

Senza passato e senza futuro.

 

Ai tempi nostri Berlusconi è stato la stessa cosa. Scrive Giuliano Ferrara sul “Foglio” di giovedì scorso che al cavaliere di Arcore sarebbe piaciuto di governare la destra moderata guidando un suo partito di sinistra. Questo sarebbe stato il suo capolavoro. Del resto la sua azienda lavorava per Forlani e per Craxi: da sinistra per la destra. Non sarebbe stato un capolavoro? Per un pelo non ci riuscì e fu tangentopoli ad aprirgli le porte del potere. E Renzi? Nell’articolo intitolato (non a caso) “L’erede”, Ferrara scrive: «Renzi sta costruendo una sinistra post-ideologica in una versione mai sperimentata in Italia e volete che un vecchio e intemerato berlusconiano come me non si innamori del boyscout della provvidenza e non trovi mesta l’aura che circonda il nuovo caro leader?».

renzi rutelli domenici renzi rutelli domenici

 

Mi pare molto significativo quest’entusiasmo di un berlusconiano intemerato al caro boy-scout post-ideologico della provvidenza. Ma il Pd? Come reagisce la sua classe dirigente e soprattutto i parlamentari? I parlamentari, salvo qualche eccezione, sono molto giovani e per ora stanno a guardare. Gli interessa soprattutto andare fino in fondo alla legislatura. Ma la classe dirigente renziana ha una univoca provenienza: viene dalla costola rutelliana della Margherita. La documentazione è fornita con molta completezza (sempre sul “Foglio” dello stesso giorno) da Claudio Cerasa.

 

Non c’è un solo nome renzista che provenga dal Pci-Pds-Ds. Nessuno. Margherita rutelliana. Se non è Andreotti, poco ci manca.

 

 

RENZI MERKEL SELFIERENZI MERKEL SELFIE

2. RENZI NON È ANDREOTTI. GLI PIACEREBBE

“Il democristiano non pentito” per Dagospia

 

Eugenio Scalfari e' sempre stato in guerra con Andreotti. Fascista da ragazzo, mentre zio Giulio era al riparo del Vaticano e con De Gasperi. Poi socialista, filo-PCI e Demitiano in sevizio permanente. L'unico breve momento di contatto, forse, il governo delle larghe intese (rapimento Moro).

 

Ma oggi, nella sua carica anti-renziana, zio Eugenio esagera. Cita un gustoso articolo sul Foglio di Claudio Cerasa ("er Governo Rutelli") per poter dire: 'la classe dirigente renziana ha una univoca provenienza, viene dalla costola rutelliana della Margherita. Non c'è un solo nome renzista che provenga dal PCI-Pds-Ds. Nessuno. Margherita rutelliana. Se non è Andreotti, poco ci manca".

 

maria elena boschi 5maria elena boschi 5

Ma l'errore è blu. Renzi e' fanfaniano nell'animo: per accentramento del potere, toscanità, doppio incarico al governo e al partito.

E' rutelliano per formazione: anticomunismo, rapidità e disinvoltura tattica. Ma, diciamolo, non per la capacità di formare gruppi dirigenti: qui Cerasa ha ragione nel fare l'elenco dei dirigenti PD e al governo di estrazione rutelliana. Anzi, ne mancano: da ultimo, proprio quel Beppe Fanfani, nipote di tanto zio, appena eletto al CSM, e responsabile giustizia nella Margherita.

 

Ma Rutelli non è democristiano, e tanto meno andreottiano. Zio Giulio si rivolta nella tomba, anche perché il quindicennio rutellian-veltroniano al Campidoglio lo ha mandato in pensione dopo mezzo secolo nella roccaforte romana (gli amici ricordano il discreto sostegno dato a Fini nel 1993, e il crescente distacco nelle elezioni successive).

 

MARIANNA MADIAMARIANNA MADIA

I democristiani - siamo ancora tanti - soffrono molto a vedere Andreotti associato a Renzi. Il Divo Giulio, per dire, non si sarebbe accodato nelle sanzioni contro Mosca. Si sarebbe opposto all'eliminazione del Senato, quasi fosse una bancarella. Non avrebbe, certo, accettato la liquidazione dei dirigenti pubblici e dei funzionari del Parlamento sull'altare della Boschi. Con la Merkel si sarebbe messo d'accordo, ma davvero.

Non scherziamo.

 

Il democristiano non pentito

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DA UN PEZZO È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO E ABILITÀ DI CUI NESSUN ESPONENTE DEL CENTROSINISTRA POSSIEDE NELLA SUA LEADERSHIP... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...