grillo marchese del grillo

BORDELLO A 5 STELLE - IL MARCHESE BEPPE GRILLO: "IO SO' IO E VOI NUN SIETE UN CAZZO" - PRIMA C’ERA IL PRINCIPIO DELL’”UNO VALE UNO", DOPO IL CASO GENOVA SI E’ TRASFORMATO NELL’"UNO VALE ZERO” – GIANNINI E SERRA: IL GRANDE INGANNO DEL CLIC DEMOCRATICO

1. AMACA

AMACA

Michele Serra per la Repubblica

 

Sandro Veronesi e Michele Serra

La situazione genovese comincia a farsi appassionante. C' è una candidata sindaco, Cassimatis, che ha vinto le cliccarie dei cinquestelle, ma non è più cinquestelle perché Grillo dice che la signora non gli piace e l' ha sospesa dal movimento.

 

Però lei, che ha fatto ricorso in tribunale e ha vinto, dice di essere la candidata effettiva dei cinquestelle e si rivolge agli elettori cinquestelle dicendo, grosso modo, che se sono dei veri cinquestelle devono votare per lei anche se non è più cinquestelle, perché anche se non può presentarsi sotto il simbolo dei cinquestelle, lei è molto più cinquestelle di quelli che sono rimasti cinquestelle.Cassimatis grillo

 

I cinquestelle, a loro volta, possono decidere di presentare una lista cinquestelle però senza il simbolo dei cinquestelle, perché la sentenza lo assegnerebbe a Cassimatis, che però non lo può usare perché Grillo non vuole. Dunque a Genova potrebbero esserci due liste di cinquestelle, una della candidata Cassimatis una dei grillini di rito ortodosso, ma entrambe senza il simbolo cinquestelle, che a questo punto resta vacante, ma non disponibile per chi, spiritosamente, volesse approfittarne. Dico solo una cosa: neanche il Pd sarebbe riuscito a mettere in piedi un comparabile bordello.

 

MARIKA CASSIMATISMARIKA CASSIMATIS

2. IL GRANDE INGANNO DEL CLIC DEMOCRATICO

Massimo Giannini per la Repubblica

 

In tre giorni, lungo l' asse Genova- Ivrea, si è consumato il grande cortocircuito a Cinque Stelle. Nella città di Olivetti, sabato scorso, il Movimento ha tenuto a battesimo l' homo novus, il neo-nato "cittadino assembleare", cuore e motore dell' autogoverno degli attivisti. Nella città della Lanterna, ieri mattina, un tribunale ha celebrato il funerale della leadership monocratica e onnipotente di Beppe Grillo, "garante" che tutto può e tutto decide.

 

L' ordinanza dei giudici genovesi fissa un principio essenziale. Grillo non ha "potere di veto sulle decisioni delle assemblee telematiche". Non può sconfessare il risultato delle "comunarie", cioè il voto degli iscritti che su Internet (come prevede il non-statuto del Movimento) hanno votato la candidata sindaca Marika Cassimatis. Meno che mai può farlo opponendo ragioni che tradiscono la natura cesarista (e tutt' altro che "garantista") del comando grillino.

 

marika cassimatismarika cassimatis

Cassimatis non ha rubato e non ha corrotto, non ha violato norme penali né codici morali. L' unica sua colpa (come si evince dalla "lettera" che spiega la sua esclusione dalle liste) è quella di aver postato qualche "like" di troppo alle dichiarazioni di un altro "dissidente" ligure. Di aver espresso un legittimo dissenso dalla linea del capo sull' espulsione di Pizzarotti. O addirittura di aver lodato la gestione dei rifiuti adottata dal sindaco di Parma. Eccole, le "gravi responsabilità" che la renderebbero incompatibile con "i valori del Movimento".

 

Il Tribunale di Genova fa giustizia di questa fiera dell' intolleranza. Ma al tempo stesso rivela la contraddizione profonda che accompagna i Cinque Stelle fin dalla nascita. Il conflitto insanabile tra la "dittatura della Rete" (cioè il potere orizzontale e indistinto dei "cittadini" che si esprimono solo sul Web), e la "dittatura del garante" (cioè lo strapotere verticale e indiscusso di Grillo che si consulta solo con Casaleggio). Alla fine il diktat del garante ha quasi sempre prevalso sul verdetto della Rete. Il "costo" parlamentare è stato alto: l' espulsione (coatta o volontaria) di 38 parlamentari solo negli ultimi due anni. Il "costo" simbolico è stato ancora più alto: la sconfessione (latente ma patente) di uno dei principi fondanti del Movimento. "Uno vale uno" trasformato in "uno vale zero".

BEPPE GRILLO marcheseBEPPE GRILLO marchese

 

E il capo-comico travestito non più da Beppe ma da Marchese del Grillo ("io so' io, e voi nun siete un"), Tutto questo è ancora più sorprendente, se si pensa che l' appuntamento "governista" di Ivrea è stato concepito come l' esatto opposto del provvedimento "dirigista" di Genova. La non-Leopolda del non-partito Cinque Stelle, officiata dal non-leader Davide Casaleggio in memoria del padre, è un' operazione pretenziosa sul piano "filosofico".

 

Un confuso "manifesto futurista", con il quale i Cinque Stelle provano a spiegarci che il regno di Gaia, che sicuramente Casaleggio & Grillo porteranno su questa terra, non ha "distopie". Intelligenza artificiale, nuove professioni, l' uomo nella via lattea: la tecnica ci salverà, e chi saprà padroneggiarla (cioè il Movimento) avrà il potere e impedirà "i salari cinesi". Dunque, non solo la riedizione di Rousseau, ma anche la rivisitazione di Kant: la legge morale dentro di me, il cielo pentastellato sopra di me.

 

beppe grillo davide casaleggiobeppe grillo davide casaleggio

Ma Ivrea è un' operazione più ambiziosa sul piano politico. Serve a fissare due obiettivi, in vista delle elezioni. Il primo obiettivo è scalare la montagna del 40%. In base ai sondaggi, è a circa 8 punti dal traguardo. Può tentare, ma deve allargare molto l' area del consenso. Deve rinverdire la sua vocazione di forza trasversale "piglia-tutti" (come ha scritto Ilvo Diamanti ieri). Deve ridiventare "l' aspirapolvere della politica italiana" (come diceva Grillo nel 2012). All' Officina H dell' Olivetti ha provato a farlo. Abbozzando un dialogo con un pezzo di classe dirigente. Rassicurando i famosi "ceti medi riflessivi". Promettendo meno lotta e più governo, meno piazza e più istituzione, meno pancia e più cervello.

 

GRILLO CASALEGGIOGRILLO CASALEGGIO

Bella idea. Peccato che finora si sia scontrata con un fragoroso disordine programmatico. Sull' Europa e sull' euro. Sulla globalizzazione e sull' immigrazione. L' unico cavallo di battaglia, buono per tutti gli usi, è il solito "reddito di cittadinanza", su cui è giusto ragionare, purché si eviti la rituale scorciatoia populista usata dal giovane Casaleggio per indicare i 18 miliardi di copertura: «Cominciamo tagliando i vitalizi e le pensioni d' oro». Una risposta che non accontenterebbe gli avventori del mercato rionale, figuriamoci gli operatori del mercato finanziario.

 

beppe grillo vaffa beppe grillo vaffa

Il secondo obiettivo è consacrare proprio la nascente "democrazia diretta" (di cui il Movimento sarebbe il sommo "maieuta") in contrapposizione con la morente "democrazia rappresentativa" (di cui i vecchi partiti sarebbero gli esecutori testamentari). E promuovere l' infrastruttura materiale che renderà possibile questa "rivoluzione culturale". Come ha spiegato Casaleggio Jr al Fatto Quotidiano: «Su Rousseau abbiamo circa 140 mila iscritti certificati che partecipano attivamente alla scrittura e alla proposta delle leggi, alla stesura del programma e in autunno saranno chiamati a scegliere il nostro candidato premier». Un' altra idea geniale.

 

La democrazia in un clic. Il Movimento che, come teorizzava Casaleggio- padre nel 2015, «non ha bisogno di leader» perché «il leader del M5S è il M5S stesso». Ma nella galassia pentastellata rimane un gigantesco buco nero: se il popolo della Rete sceglie un candidato premier inviso a Grillo e Casaleggio-figlio (com' è successo a Genova), allora che si fa? Cambiano candidato o si eleggono un altro popolo? Sono i misteri della wiki-politica, bellezza. E tu non puoi farci niente.

 

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