
“E’ UN FALSO STORICO DIRE CHE LA VISITA AD AUSCHWITZ HA FINI POLITICI” - DOPO LA REAZIONE INDIGNATA DELLA SENATRICE SEGRE ANCHE LA DIRIGENZA DEL MEMORIALE DELLA SHOAH DI MILANO CRITICA LA MINISTRA EUGENIA ROCCELLA PER LE SUE ESTERNAZIONI SULLE “GITE” AL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI AUSCHWITZ – “STUPITI DALLE PAROLE DELLA MINISTRA. SAPERE CHE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI STUDENTI HANNO VISITATO QUESTO LUOGO, INIZIANDO IL PERCORSO CON LA SCRITTA "INDIFFERENZA" VOLUTA PROPRIO DALLA SENATRICE SEGRE, RAFFORZA LA NOSTRA MISSIONE…”
Zita Dazzi per repubblica.it - Estratti
«Non deve farci paura raccontarla, riflettere attorno a quanto accaduto e voluto dal regime nazi-fascista in Italia. Dipingere la visita a questi luoghi come frutto di un disegno politico di parte, qui limita prima di tutto la Memoria delle vittime e rappresenta un falso storico». Anche il Memoriale della Shoah di Milano critica la ministra Eugenia Roccella dopo le sue esternazioni sulle “gite” ad Auschwitz.
Dopo la reazione indignata della senatrice a vita Liliana Segre, anche il museo sorto attorno al Binario 21 della Stazione centrale da dove partirono migliaia di ebrei verso i campi di sterminio.
eugenia roccella contestata agli stati generali della natalita 10
«Abbiamo appreso con stupore le parole che la ministra Eugenia Maria Roccella ha pronunciato ieri 12 ottobre 2025 nel corso del convegno "La storia stravolta"- continua la nota del Memoriale che nell’ultimo anno è stato visitato da circa 100 mila persone, fra i quali moltissimi studenti -. Ogni giorno operiamo all'interno di un "luogo della Memoria", uno spazio che porta nelle sue mura, incisa la storia sia di coloro che da qui vennero deportati (ebrei, oppositori politici, scioperanti, minoranze discriminate dal regime fascista), sia di chi attivamente ha partecipato e permesso che quella deportazione avesse luogo».
A chi guida il Memoriale da dieci anni preme ricordare che raccontare questa «storia vicina, italiana, milanese è la premessa fondamentale per conoscere e comprendere la società di oggi». E «Sapere che negli anni centinaia di migliaia di studenti hanno visitato questo luogo, iniziando il percorso con la scritta "indifferenza" voluta proprio dalla Senatrice Segre, e che molti di loro ne hanno colto il significato diventando testimoni attivi, rafforza la nostra missione».
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