giorgetti meloni tajani salvini

DIVISI ALLA META – SULLA MANOVRA DA 16 MILIARDI DI EURO NON C’È ALCUNA INTESA NELLA MAGGIORANZA. ANZI, SALE LA TENSIONE. FORZA ITALIA, FORTE DEL SUCCESSO IN CALABRIA, ALZA LA POSTA SULLA RIDUZIONE DI DUE O TRE PUNTI DELL’IRPEF AL 35% PER I REDDITI TRA 28 MILA E 50 MILA EURO – LA LEGA NON MOLLA LA PRESA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE, CHE VEDE TAJANI CONTRARISSIMO (IN DIFESA DEGLI INTERESSI DEI BERLUSCONI).  GIORGETTI AVVERTE GLI AZZURRI: “LE BANCHE FANNO MEGA PROFITTI E I PRESTITI LI DANNO SOLO CON LA GARANZIA DELLO STATO” – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, AVVERTE MELONI: “DOPO LE PAROLE, ASPETTIAMO I FATTI” – OGGI A PALAZZO CHIGI IL VERTICE DI MAGGIORANZA

Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “La Stampa”

 

giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera

luca monticelli roma Dopo mesi di discussioni e polemiche il governo vede il traguardo della manovra: l'obiettivo è portare il testo in Consiglio dei ministri lunedì 13 ottobre.

 

Per iniziare lo sprint finale serve però un'intesa tra i leader del centrodestra. Oggi nel primo pomeriggio a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Maurizio Lupi e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti siederanno al tavolo per trovare la quadra.

 

I partiti di maggioranza arrivano al vertice con posizioni distanti. Forza Italia, forte del successo in Calabria, alza la posta sulla riduzione di due punti – o tre punti – dello scaglione Irpef del 35% per i redditi tra 28 mila e 50 mila euro: «Dobbiamo allargare il taglio fino a 60 mila euro, le risorse si possono trovare con un'ulteriore razionalizzazione della spesa», rilancia Maurizio Casasco, responsabile economico azzurro.

 

antonio tajani - informativa al senato su gaza - fot lapresse

A stoppare le ambizioni di Forza Italia è la premier Meloni che, ospite di Porta a Porta, replica: «L'obiettivo è dare un segnale al ceto medio, e significa parlare della fascia che arriva a 50mila euro».

 

La Lega, invece, non molla la presa sugli extraprofitti delle banche: «Il contributo è doveroso», ribadisce il capogruppo dei senatori del Carroccio Massimiliano Romeo, nonostante Tajani abbia definito l'imposta una misura da Unione sovietica.

 

Salvini insiste anche con il blocco dell'età pensionabile per tutti e con la rottamazione delle cartelle, che probabilmente non sarà in 120 rate ma in 96 (ovvero 8 anni), con versamenti non inferiori a 50 euro.

 

tassa sugli extraprofitti delle banche

Giorgetti rassicura il suo partito: «Gli spazi per fare la riduzione delle tasse per il ceto medio ci sono, e ci sono anche gli spazi per la pace fiscale». Sugli istituti di credito dice: «Non vogliamo perseguitare nessuno, ma è giusto che tutti facciano uno sforzo. Le banche fanno mega profitti e i prestiti li danno solo con la garanzia dello Stato». Meloni concorda: «Si può trovare una soluzione anche quest'anno».

 

[...]

 

La legge di bilancio che sta preparando il titolare di via XX settembre parte da 16 miliardi, dieci dei quali di tagli alla spesa: i primi indiziati a subire la scure del Mef sono i ministeri.

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

Tra le misure della finanziaria, il pacchetto famiglia dovrebbe valere circa un miliardo e si fa spazio l'ipotesi di ampliare le agevolazioni con l'applicazione del quoziente familiare ai nuclei con almeno due figli. Verso la conferma il congedo parentale facoltativo all'80% dello stipendio per tre mesi dopo la fine di quello obbligatorio.

 

Anche Confindustria si fa sentire. Il numero uno Emanuele Orsini si rivolge direttamente a Meloni: «So che la presidente del Consiglio è vicina alle imprese, ma lo vogliamo vedere nei fatti e nella legge di bilancio». Orsini si aspetta delle risposte: «Stiamo dialogando con il governo, se non avremo al centro della manovra l'industria in modo chiaro, vuol dire che non si vuole il bene del Paese».

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE.

Intanto, ieri, nel corso delle audizioni in Parlamento sul documento programmatico con le stime di finanza pubblica, l'Istat ha lanciato l'allarme sulla crescita: il Pil 2025 può chiudere al +0,5% solo se nel secondo semestre si registrerà una lieve crescita di almeno 0,2 punti percentuali.

 

Inoltre, l'istituto di statistica auspica un aumento dei salari per i giovani e avvisa che una famiglia su tre, per risparmiare, tende a tagliare i consumi per il cibo.

tassa sugli extraprofitti delle banche

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