
ANCHE I PRETI SI SONO IN-GAZATI! - DON ALESSIO PRIMANTE, SACERDOTE 36ENNE DI LANCIANO, SFILA IN PROCESSIONE CON LA KEFIAH AL COLLO: "NON POSSIAMO PARTIRE TUTTI CON LA FLOTILLA, MA LA FLOTTA UMANA È MOLTO PIÙ GRANDE E PER QUESTO VA DIFFUSO IL MESSAGGIO DI PACE IN OGNI MODO POSSIBILE. IO MI OPPONGO AL GENOCIDIO. LA MIA COSCIENZA MI HA DETTO 'ALÈ, NON PUOI PIÙ STARE ZITTO'"
(ANSA) - "O ti opponi a un genocidio oppure no, io mi oppongo. Il mio compito è stimolare e incitare all'azione". Non usa mezzi termini don Alessio Primante, giovane sacerdote abruzzese che martedì scorso, durante le feste patronali di Lanciano, ha sfilato in processione con la kefiah al collo. Intervistato dal quotidiano 'Il Centro' oggi in edicola, il 36enne spiega:
"Non possiamo partire tutti con la Flotilla, ma la flotta umana è molto più grande e per questo va diffuso il messaggio di pace in ogni modo possibile". Responsabile della Cappellania scolastica dell'arcidiocesi di Lanciano-Ortona, cancelliere della Curia, professore di religione nel liceo classico di Lanciano e docente di diritto canonico nell'istituto teologico abruzzese e molisano Pianum di Chieti, da mesi don Alessio parla con i suoi ragazzi della questione israelo-palestinese.
"Abbiamo fatto gruppi di studio, affrontato storicamente la questione, ma in questo momento ho voluto rispondere allo stimolo della mia coscienza che mi ha detto 'Alè, non puoi più stare zitto'". "In tantissimi, in questi mesi, mi hanno detto che stavano male per quanto stava avvenendo in Palestina - racconta nell'intervista don Alessio -.
È vero che la kefiah sembrava una croce, era una croce di coscienza, che pesa e che fa fatica in questi giorni bui. In quel momento, in quella processione, ho pensato che il mio potesse essere un momento di preghiera personale, ma la preghiera serve proprio a diventare più umani".
Don Alessio ha sfilato accanto al vescovo di Lanciano e Ortona, monsignor Emidio Cipollone, che così sul Centro commenta la scelta del suo sacerdote: "Un messaggio di pace, giustizia e solidarietà che, pur facendo riferimento a una situazione concreta, quale quella di Gaza, ha un valore universale in riferimento alla necessità di cercare la pace in tutte le situazioni di conflitto e violenza che ci sono nel mondo".